Dopo Vicenza, Venezia riceve un ultimatum dall'Unesco. M5S: è tutto nelle mani di Save e il sig. Marchi
Mercoledi 6 Luglio 2016 alle 10:50 | 0 commenti
La storia si ripete. Come sta avvenendo per Vicenza per la quale l'Unesco ha aperto una pratica sulle brutture che offendono il paesaggio palladiano facendole correre il rischio di perdere il riconoscimento di sito patrimonio dell’umanità , cos' anche per Venezia arriva un ultimatum. La richiesta dell'Unesco è quella di un turismo sostenibile. L'appello giunge anche dal cittadino Eletto alla Camera dei Deputati per il MoVimento 5 Stelle, Emanuele Cozzolino, dal quale riceviamo e pubblichiamo
L’Unesco lancia l’ultimatum a Venezia “Se entro il primo febbraio 2017 lo Stato italiano e la città non saranno in grado di presentare un rapporto sulle misure urgenti prese per difenderla dall’eccessiva pressione turistica, dal passaggio delle Grandi Navi in Bacino San Marco, dal traffico acqueo eccessivo che sta minando la laguna, dalle minacce al suo patrimonio monumentale e al suo ecosistema, il Comitato dell’organismo delle Nazioni unite per la cultura potrebbe inserire il prossimo anno Venezia e la sua laguna nella lista dei siti del Patrimonio dell’umanità in pericolo.
E si chiede nel frattempo di fermare tutti i nuovi progetti di trasformazioneâ€. La bozza della risoluzione Unesco per Venezia che sarà approvata a Istanbul esprime «estrema preoccupazione» sul fatto che le trasformazioni in corso stiano minacciando l’ecosistema lagunare e il suo rapporto con la città , provocando cambiamenti irreversibili, ma anche la perdita di coerenza architettonica e urbanistica della città storica, minando la sua stessa identità .
L’Unesco chiede anche al Governo italiano e al Comune di Venezia l’adozione di una strategia di turismo sostenibile per la città , con un piano di gestione aggiornato che salvaguardi dai flussi crescenti l’immagine della città . Si chiede inoltre che il piano per un turismo sostenibile non sia frutto solo delle decisioni delle autorità - Stato e Comune - ma coinvolga anche i cosiddetti “portatori di interesse†e cioè categorie e associazioni, senza tagliarli fuori. Stop alle Grandi Navi e all’aumento del traffico acqueo. La bozza di risoluzione Unesco ribadisce la sua richiesta allo Stato italiano «di far rispettare i limiti di velocità e di regolare il numero e il tipo di barche in Laguna nei canali».
I comitati e le associazioni si battono da tempo per la difesa di Venezia e della laguna, portando in tutte le sedi proposte concrete. Ora anche l’Unesco ribadisce che vanno coinvolti nelle decisioni, e non esclusi.
Quel che ci preoccupa è che per il momento gli unici portatori di interesse coinvolti nelle decisioni sono stati quelli che noi abbiamo soprannominato “gli squali, in lagunaâ€. Sono quelli che vogliono scavare canali e ai quali piace giocare al Girotondo e a Monopoli con i beni pubblici, dei cittadini. Sono quelli che vanno avanti per la loro strada senza ascoltare mai nessuno.
A difesa di Venezia, del suo porto, della sua laguna abbiamo depositato interrogazioni, mozioni, esposti, a livello locale e nazionale. Praticamente nulle le risposte. Ora anche l’Unesco vi sollecita a far qualcosa…
Ma cosa farete? Questo è il problema. Il Governo boccia le nostre proposte per approvare le brutte copie edulcorate del PD. Basti vedere cos’è successo qualche settimana fa: al Senato è stata bocciata la mozione del M5S, a prima firma del collega Cappelletti, sul Mose e le iniziative da intraprendere contro la corruzione negli appalti e nelle grandi opere pubbliche, mentre è stato dato parere favorevole, a quella del PD, che ha omesso di indicare la corruzione tra i motivi di lievitazione dei costi dell'opera.
E il Comune di Venezia come se la caverà con l’adozione di una strategia di turismo sostenibile per la città , con un piano di gestione aggiornato che salvaguardi dai flussi crescenti l’immagine della Città ? Per il momento sembrerebbe che gli unici ad avere il controllo totale sui flussi turistici che arrivano a Venezia da cielo e mare siano Save e il sig. Marchi. Forse l’Unesco avrebbe dovuto rivolgersi a loro?
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