Donazzan contro cittadinanza a figli stranieri nati in Italia, Fracasso: entri nella realtà
Domenica 16 Settembre 2012 alle 19:25 | 1 commenti
Stefano Fracasso, consigliere regionale del Partito Democratico - Il consigliere regionale del Pd Veneto replica all'Assessore regionale all'Istruzione sul tema della cittadinanza ai figli di stranieri nati in Italia
"Elena Donazzan è contraria a concedere la cittadinanza agli stranieri? Le direi di uscire dall'incubo di visioni ideologiche ottocentesche, per fare un salutare ingresso nel mondo reale". Stefano Fracasso, consigliere regionale del Partito Democratico, replica così alle dichiarazioni dell'Assessore regionale all'Istruzione.
"Il rapporto che gli uffici della Regione hanno diffuso sulle tendenze dell'immigrazione e dell'integrazione degli stranieri in Veneto - spiega Fracasso - offre un quadro molto preciso, che la Donazzan sembra bellamente ignorare, in preda com'è ad un puro furore ideologico. Ci sono molti buoni motivi per sostenere una politica attiva di integrazione degli stranieri, che formi ai diritti e ai doveri anche attraverso la concessione della cittadinanza ai nati in Italia da genitori stranieri. Ma l'argomento migliore a favore di questa scelta, a mio parere, sono le cifre concrete a fornircelo".
"In Veneto - spiega Fracasso - ci sono oltre 63 mila studenti stranieri tra la prima elementare e la quinta superiore. Secondo i dati Ocse, il costo per formare un alunno lungo tutto il suo ciclo di studi è di 74 mila euro procapite. In pratica, solo per gli studenti stranieri già attualmente iscritti nelle nostre scuole, lo stato spenderà nel corso di diversi anni 4 miliari e 660 milioni di euro. Se seguissimo la linea della Donazzan, dovremmo dire a questi studenti, dopo un ciclo di studi in cui hanno appreso la nostra lingua e ricevuto una formazione culturale italiana, che non sono italiani. È una pura follia: è come se un imprenditore, dopo aver investito anni e risorse economiche per formare i suoi dipendenti, al termine dello sforzo fatto dicesse loro che non possono lavorare nel suo stabilimento. È qualcosa che nessuno si sognerebbe mai di fare. Ma la Donazzan finge di non capirlo".
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