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Don Rigon e la Messa Tridentina

Di Redazione VicenzaPiù Giovedi 15 Luglio 2010 alle 20:31 | 0 commenti

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Riceviamo e pubblichiamo

Una Voce dal 1964, Coordinamento Una Voce delle Venezie, Messa latina Vicenza  -  Molto gravi sono le dichiarazioni fatte nella lettera inviata al Giornale di Vicenza da don Rigon, il quale enumera una serie di cose che son totalmente false sulla Messa in latino a San Rocco.

Gravi perchè don Rigon è il sacerdote incaricato che continua a non rispettare i precetti papali del motu Proprio Summorum Pontificum su ordine del Vescovo Nosiglia.  

Si veda il seguente comunicato inviato ieri come lettera a Il Giornale di Vicenza a firma Coordinamento Una Voce delle Venezie e Messa latina Vicenza.

Al Sig. Direttore de Il Giornale di Vicenza

Nella lettera pubblicata sul Giornale di Vicenza del 6 luglio 2010, don Pierangelo Rigon, parroco di Ancignano, esprime alcune considerazioni genericamente laudative del Motu proprio SummorumPontificum, che però sembrano dare per buoni i timori pretestuosi espressi dai peggiori nemici della messa.
Dopodiché afferma che per la "bontà" di mons. Nosiglia non vi sarebbe nessun ostacolo in diocesi di Vicenza a usare della messa tridentina come stabilito dal Papa; che vi sarebbero "alcuni non autorizzati censori" del modo con cui egli don Rigon, come prima di lui mons. Tamiozzo, dice la messa alla chiesa di S. Rocco a Vicenza; che questi censori "con il loro rubricismo esasperato" bloccherebbero i buoni propositi dei sacerdoti di dare attuazione a Summorum Pontificum.
Nessuna di queste affermazioni corrisponde alla realtà dei fatti.
Ostacoli alla messa tridentina a Vicenza da parte del Vescovo ce ne sono stati e ce ne sono: nel
2005 mons. Nosiglia rifiuta senza motivazione una richiesta di 700 fedeli in base al Motu proprio
Ecclesia Dei. Oggi Nosiglia dice no alla messa chiesta più volte in Val d'Alpone, e ad altre richieste non pubbliche in vari luoghi della diocesi.
Non è vero che prima di Summorum Pontificum l'uso dell'antica liturgia fosse "ristretto a casi
limite": questo lo diceva chi voleva legittimare i vescovi a disobbedire a Giovanni Paolo II, come
fece mons. Nosiglia. Ancora una volta don Rigon si appiattisce nel condividere i pretesti dei nemici della messa, il che mostra che la sua formazione è quella. E non vorremmo pensare che il suo intento sia di giustificare mons. Nosiglia per rendergli contro i fatti la "testimonianza" di un
curriculum immacolato, in vista di una più sfolgorante carriera.
Il can. 212 § 3 del Codice di Diritto Canonico stabilisce che i fedeli "hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa; e di renderlo noto agli altri fedeli". I cristiani di Vicenza richiedenti la messa avevano inviato varie lettere al Vescovo lamentando con argomenti il modo improprio di celebrare a S.Rocco e la commistione di riti, e dopo che si perseverava nell'errore hanno elevato pubblicamente la loro protesta. Dovevano forse essere autorizzati dal sig. parroco Pierangelo Rigon?

Sembra che il sig. Parroco conservi tutto l'autoritarismo di quella concezione clericale secondo cui il prete, perché è prete, non sbaglia mai, tutto quello che fa e dice è giusto e non può mai essergli rimproverato.
Tale clericalismo è una degenerazione, è contro la logica e la realtà: fin dall'inizio della Chiesa ci
sono stati preti frati e anche vescovi che hanno sbagliato e fatto il male. È chiaro che oggi, al tempo dello scandalo dei preti pedofili, questa pretesa di personale infallibilità e intangibilità del prete ha causato e continua a causare gravi danni alla Chiesa. Con il sig. don Rigon nessuno riuscirà a rievangelizzare l'Occidente.

Don Rigon si lamenta di essere perseguitato, soprattutto perché dichiara di essere un
"tradizionalista", e sappiamo che da anni parla di diventare il cappellano dei tradizionalisti di
Vicenza: non è che ha celebrato la messa in latino per poter dire di essere perseguitato?
Non c'entra destra e sinistra, gli opposti estremismi rientrano nella commedia della "persecuzione".
Non serve accusare di "rubricismo", parola magica dei liturgisti della riforma contro la messa che
c'era prima. Don Rigon lo sa benissimo che è il rispetto delle regole di una forma liturgica (le
rubriche) ciò che la rende quella forma e non un'altra. Se lui o qualche suo collega parroco
desiderano fare una messa nuova con commistioni della messa antica, lo facciano pure (in quanto la normativa lo consenta), ma non dicano che è la messa tridentina prevista da Summorum Pontificum, perché non è e non sarà mai vero. Dimostrarlo non è possibile, tanto è vero che il liturgista Rigon non porta nessun argomento quando afferma apoditticamente che il suo e di mons. Tamiozzo (che almeno tradizionalista non dice di essere) sarebbe "il modo migliore di comportarci all'altare". Se poi don Rigon vuole dare man forte al suo Vescovo nel dare a chi chiede una cosa per l'altra (la pietra invece del pane, Lc 11, 11), nel dare ai fedeli la messa modernizzata, dato che la messa tridentina non s'ha da fare, nel ritenersi indipendente dal Papa e dalla legge della Chiesa, allora non dica di essere "tradizionalista". Diventerà certamente il nuovo rettore della chiesa di S. Rocco, e gli facciamo tanti auguri.
Quanto a noi, l'associazione Una Voce dal 1964 persegue la messa tridentina, senza commistioni e compromissioni: non vogliamo "bloccare" nessuno (attenzione, però, che la gente le cose le
capisce), ma non diremo mai e poi mai che una messa è tridentina quando non lo è, qualsiasi cosa ci possano promettere.
Fabio Marino 347 3665840 [email protected]
Lorenzo Magnabosco 340 1010501 [email protected]


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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