Domenica sit-in in fiera contro la caccia, con il presidente associazione vittime della caccia
Giovedi 17 Febbraio 2011 alle 19:24 | 0 commenti
Coordinamento Protezionista Vicentino - Il Coordinamento Protezionista Vicentino si mobilita con un sit-in domenica 20 febbraio, sarà in fiera, a protestare contro questa caccia, a fianco del presidente dell'associazione vittime della caccia.
Presso la fiera di Vicenza, questo finesettimana si terrà la oramai consueta "hunting show" o fiera della Caccia, che richiamerà migliaia di appassionati.
Una attività ricreativa, che prevede come atto finale l'uccisione di animali, ma non solo, "come effetto collaterale" sempre più spesso gli impallinati diventano di "specie umana" per questo motivo domenica, il presidente dell'associazione vittime della caccia sarà a Vicenza per ricordare a tutti, che questo "sport" praticato in un contesto sempre più urbanizzato sta diventando sempre più pericoloso per la pubblica incolumità .
I dati sono seri e purtroppo gravi, nella stagione venatoria 2010/11 ben trentacinque persone sono morte e oltre settanta ferite a livello nazionale, qualsiasi altra attività sportiva, sarebbe immediatamente sospesa con questo curriculum, calcio compreso.
Vicenza, ventimila cacciatori, la provincia con la più alta densità venatoria d'Italia nell'ambito nord, da cinque anni vince la maglia nera nella salvaguardia della fauna selvatica, un triste e poco invidiabile primato, che sempre più spesso strappa alla provincia di Brescia, ritenuta la patria del bracconaggio.
I motivi di questo lustro, sono molteplici, dai richiami vivi illegali, sono oltre quarantamila ogni anno che vengono sdoganati nella nostra provincia con documenti ed anelli falsificati, una attività illegale che genera affari per oltre tre milioni di euro, per stagione di caccia.
Il bracconaggio dilagante, scaturito con la caccia in deroga, nel Vicentino vengono abbattuti l'ottanta per cento di tutti gli "uccelli protetti" cacciati in deroga a livello regionale, (dati ufficiali della regione), una caccia illegittima unica in Italia che miete milioni di animali senza controllo, condannata dalla corte di giustizia europea il 17 di novembre 2010, per la quale lo stato Italiano, dovrà pagare decine di milioni di Euro.
La provincia Berica risulta essere tra le più inquinate dall'effetto piombo, oltre duemila tonnellate di pallini sono state riversate nei nostri boschi negli ultimi quarant'anni.
Una gestione miope di questa risorsa, che ricordiamo essere "un bene indisponibile dello stato", ha portato ad esercitare la caccia sul novantatre per cento del territorio agro-silvo-pastorale, togliendo qualsiasi possibilità di selezione alla fauna selvatica oggetto di caccia, inquinandola con milioni di animali "pronta caccia" che ogni anno vengono riversati in ambiente.
La politica non aiuta anzi, due parti di questa hanno sposato in toto questa lobby, ogni anno la provincia emana una ventina di documenti, tra delibere, decreti, ordinanze in favore della liberalizzazione della caccia, nessun settore produttivo gode di tanta attenzione da parte della pubblica amministrazione.
Alcuni documenti approvati, prevedono spese ingenti a carico della comunità , è il caso ad esempio della delibera sulla cattura dei richiami vivi, con un impegno di spesa di oltre duecentomilaeuro.
Danari pubblici vengono buttati anche per questa festa, la giunta regionale del veneto ha stanziato oltre centomila euro, alla faccia della crisi, delle persone in difficoltà e degli alluvionati.
Tutto questo nonostante sia oramai appurato che l'ottanta per cento dei cittadini Italiani sono contrari o diffidino di questa attività .
Riteniamo quindi, come associazioni, proprio alla luce di quanto segnalato in precedenza che una attività di questo tipo, non possa trovare spazio in un paese civile.
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