Docenti e personale Ata del Boscardin: "netta contrarietà al Ddl Una buona scuola"
Venerdi 17 Aprile 2015 alle 15:41 | 0 commenti
Claudia Rancati, Antonio Trivellato, Lucia Mosele della RSU IISS Boscardin Vicenza diffondono un documento con 81 firme in merito al DDL "Una buona scuola"
I docenti e il personale Ata dell'Istituto di Istruzione Superiore “Boscardin†di Vicenza affermano la loro netta contrarietà rispetto ai contenuti del Disegno di Legge presentato dal Governo Renzi sulla “BUONA SCUOLA† nel consiglio dei ministri del 12 marzo e la cui discussione in Parlamento è stata annunciata come imminente.
Il  testo del DDL e la relazione tecnica che lo accompagna evidenziano elementi che appaiono in contraddizione col dettato costituzionale ed un impianto complessivo del tutto inadeguato a risolvere i problemi reali della Scuola italiana.
In particolare, tale “riforma†comporterà :
·        MENO DEMOCRAZIA per il declassamento degli Organi Collegiali (Collegio Docenti e Consiglio di Istituto) ridotti ad organi consultivi;
·        PIU' AUTORITARISMO per la totale discrezionalità del Dirigente nell'elaborazione del Piano dell'Offerta Formativa (POF) e nella gestione del budget per la valorizzazione del merito del personale docente;
·        MENO LIBERTA' per la seria minaccia alla libertà di insegnamento e le possibilità di discriminazione individuale in conseguenza dell'introduzione della assunzione diretta dei docenti da parte del Dirigente sulla base di un albo territoriale aggiornato ogni tre anni;
·        NESSUNA GARANZIA DI STABILIZZAZIONE PER TUTTI I PRECARI perché solo una parte di essi verrebbe stabilizzata nei prossimi due anni scolastici, mentre coloro che fanno parte di altre graduatorie resterebbero fuori dal piano di assunzioni pur avendone diritto in base alla sentenza della Corte di giustizia europea del 26 novembre 2014.
Riteniamo necessario che l’opinione pubblica sia informata in merito a quanto si sta realmente decidendo sul futuro dell’istruzione pubblica, un settore strategico per il futuro del Paese e che come tale richiede altre modalità di intervento, più attenzione ai principi costituzionali ed ai diritti di chi vi opera.
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