Discarica tra Monte di Malo e San Vito: Opportunità economica o bomba ecologica?
Domenica 20 Novembre 2011 alle 13:30 | 0 commenti
Sarà la Regione, nei prossimi giorni, a doversi pronunciare sulla discarica in località Vanzi, al confine tra i Comuni di San Vito di Leguzzano e di Monte di Malo. Un'ipotesi che spaventa anche tutti i residenti a valle, tanto che il comitato spontaneo di protesta ha raccolto adesioni fino a Cornedo e Valdagno, portando le firme a Venezia. Sul versante opposto c'è invece la Monte Verde srl, impresa di Montecchio Maggiore che ha praticamente acquisito i diritti di sfruttamento di un'ex cava di bentonite e che, appunto propone di trasformarla in discarica pubblica.
Progetto che, secondo la Monte Verde, rappresenterebbe anche una possibilità di risanamento di quel territorio a lungo sfruttato fino a qualche anno fa e poi abbandonato con decine di scavi a cielo aperto."Invito chi protesta, magari perchè fuorviato da esempi di impianti mal gestiti, ad osservare analiticamente le carte", sottolinea l'architetto Andrea Treo, progettista della discarica, cui fa eco l'azienda che dovrebbe realizzarla. "Siamo certi che riusciremo a far comprendere i benefici ecologici ed economici per i Comuni interessati- spiega Caterina Meneghini, Amministratore Unico della Monte Verde srl- saranno difatti conferiti in discarica rifiuti costituiti per il 95% da terre da scavo e bonifica, materiali inerti e scorie da inceneritore urbano; per lo più, comunque, materiali dal basso impatto ambientale. Sull'altro piatto della bilancia c'è il nostro impegno al controllo trentennale dell'area, con conseguente indotto derivante dalla necessità di assumere personale per la gestione della discarica". Ragioni che non convincono affatto chi protesta, come Lucia Dellai, portavoce del Comitato No-Discarica: "noi siamo invece molto preoccupati per l'impatto ambientale di questa opera. Questo progetto ci è stato presentato ufficialmente a fine agosto, dando scarsissima pubblicità in un periodo ancora feriale. Chiaro l'intento di sollevare meno polverone possibile, anche perchè tra l'altro c'erano appena tre settimane per fare osservazioni in merito". La preoccupazione dei residenti poggia proprio sulla natura stessa del territorio prescelto, che risulterebbe essere molto fragile ed instabile, anzi soggetto a smottamenti e frane, come successe nell' alluvione del primo novembre 2010. "Oltretutto non sono state offerte garanzie complete riguardo la tipologia dei materiali da depositare- sottolinea la Dellai- li definiscono "non pericolosi", ma in realtà sono potenzialmente inquinanti. Stiamo infatti parlando anche di percolato, che secondo stime della stessa Monte Verdi verrà mediamente versato per 776.000 litri all'anno. Chi dà la certezza che queste sostanze tossiche non contaminino le falde acquifere e la sorgente sottostanti, che riforniscono di acqua fino alla provincia di Padova? A non convincerci poi è la società che sta dietro quest'opera: abbiamo indagato e ci sono troppi punti oscuri." Tutt'altro che secondari sarebbero i problemi legati alla viabilità : non per ciò che riguarda la strada principale che collega Malo a Schio, bensì per le rimanenti porzioni di Provinciali interessate al progetto, che risultano di difficile percorrenza per mezzi pesanti che dovessero servire la discarica, in quanto piene di curve a gomito e strettoie, prive di linea di mezzeria e con una frana tuttora in attesa di ricomposizione per mancanza di fondi. "Anche il normale traffico, nei momenti di passaggio dei camion (ne sono previsti minimo 20/30 al giorno in andata e quindi poi in ritorno, ndr) verrebbe reso difficoltoso- aggiunge Costante Pretto, sindaco di Monte di Malo, che appoggia le ragioni dei contrari alla discarica- da qui disagi e pericoli anche per scuole, negozi e ristoranti, per non dire dell'impatto sulla qualità dell'aria". Il termine per le osservazioni sul progetto è scaduto il 24 settembre scorso e le perplessità sottoposte dal Comitato hanno portato già ad un pronunciamento negativo sul progetto, da parte della Provincia di Vicenza. "L'evidenza è sotto gli occhi di tutti- conclude Lucia Dellai- questa volta, a differenza magari di quanto successo per il temuto megaelettrodotto in località Gamba (poi definitivamente cassato, ndr) oggi abbiamo dalla nostra le Amministrazioni locali, ma chi decide è la Regione. I timori restano, c'è un precedente simile nel travigiano: tutti contro la realizzazione di una discarica, che poi invece Venezia ha voluto ugualmente. Insomma vigiliamo e non molleremo affatto la presa!".
Da VicenzaPiù n. 223 e BassanoPiù n. 4
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