Discarica Melagon, serve intervento preventivo per evitare disastri ambientali
Domenica 24 Aprile 2016 alle 16:47 | 0 commenti
Ogni qualvolta si verifica uno scandalo che, direttamente o meno, va ad toccare il mondo della politica, alla prima ondata di sdegno collettivo segue la raffica di missili teleguidati dei comunicati politici che, seguendo un copione consolidato, hanno due obiettivi precisi: il primo è dimostrare la propria estraneità a quanto avvenuto, il secondo è colpire il responsabile di turno, che fa parte di una lista in cui non ci sono mai i politici sdegnati ma solo, caso mai, loro predecessori, colpevoli ma non troppo, però, se della stessa area, oppure loro colleghi attuali, per i quali scatta, comunque, la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva se alleati ma, se avversari, sdegno totale e prima anche dell'eventuale rinvio a giudizio.
Ora c'è da chiedersi, nel profondo della propria coscienza, è possibile che non si possano affrontare prima determinati problemi affinché situazioni tipo quella che va delineandosi con l'inquinamento delle PFAS siano affrontate e/o debellate sul nascere? È mai possibile che i partiti politici, un tempo portatori di valori, oggi abbiano ridotto la loro attività alla condanna dell'avversario ogni qualvolta avviene un evento catastrofico, relegando la propria attività a fare sorrisi a trentadue denti?
Certo non si vuole fare di tutta l'erba un fascio, c'è una parte buona di politica in tutte le aree, ma perché non s'interviene una volta per tutte a sistemare i problemi del passato, prima che questi portino a immani disastri?
Non abbiamo fatto in tempo ad anticipare le prime notizie ufficiali dell'inquinamento PFAS, la cui presenza più volte in passato abbiamo denunciato inascoltati su questo mezzo, che già leggiamo di ulteriori possibili danni ambientali in un'area che sino all'altro giorno si pensava immune da quella "terra dei fuochi", in cui gli interessi di faccendieri legati alla camorra con la piena connivenza e silenzio della politica hanno permesso la devastazione di un intero territorio.
L'ultimo "missile" in ordine di arrivo, che paventa già dalle prime righe un triste scenario, è il comunicato del senatore pentastellato Gianni Girotto, che denuncia la necessità di bonificare la discarica di Melagon, prima che accada il peggio.
Questa discarica prende nome dall'omonima località nel comune di Asiago ed è di proprietà di Alto Vicentino Ambiente srl, azienda nata nel 1978 quale "Consorzio per l'impianto e l'esercizio del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani" per i comuni dell'Alto vicentino, che si è trasformata nel 1999 nell'attuale Ava a controllo pubblico, a cui oltre ai 31 comuni dell'alto vicentino partecipato anche i sette comuni dell'altopiano di Asiago.
La discarica, progettata nel 1994 dalla comunità montana dei sette comuni, è oggi dotata di Autorizzazione Integrata Ambientale n°6 del 24/06/2014 ed è utilizzata per la raccolta di rifiuti urbani non pericolosi con annesso impianto di pretrattamento e di igienizzazione dei rifiuti indifferenziati.
L'attenzione di Girotto deriva non dalla mancanza delle autorizzazioni competenti, ma dalle criticità del sito e dalla natura dei rifiuti conferiti in passato nella discarica.
Leggendo l'interrogazione parlamentare troviamo che la conformazione carsica dell'altopiano ha delle caratteristiche complesse, perché è ricco di grotte e cavità , ben 2.562 esplorate nel 2009. L'abisso di Malga Fossetta, nel comune di Enego, con una profondità di oltre mille metri, ne fa la quindicesima cavità più profonda d'Italia.
I "Loch", ovvero le voragini createsi dal crollo delle volte di enormi grotte carsiche, sono presenti dovunque negli altipiani calcarei e finanche nella zona della discarica di Melagon e di alcune si sapeva già dalla realizzazione della discarica, altre sono emerse negli anni successivi. Alcune di queste cavità superano i 100 metri di sviluppo verticale ed evidenziano un sistema di condotti di grandi dimensioni diffuso sotto tutta l'area. Il gruppo "Grotte Trevisiol" nel 2006 ha scoperto a soli 500 metri dalla discarica l'abisso "Flavia", con uno sviluppo verticale di 240 metri, e nel 2008 l'abisso "Rolling Stones" di 146 metri.
In questo sistema di cavità si trovano le sorgenti carsiche come l'Oliero e Ponte Subiolo, che raccolgono l'acqua a valle che con successivo pompaggio viene portata per la distribuzione agli utenti sino a Col d'Astiago a 1.241 metri di altitudine.
Quindi un'eventuale infiltrazione del percolato nelle cavità potrebbe andare a inquinare le falde che poi alimentano gli acquedotti, preoccupazione non del tutto infondata, visto quanto si legge nell'interrogazione a riguardo del fatto che l'altopiano di Asiago si trova classificata in zona sismica 3 e, secondo quanto puntualizzato dal geologo Boccalon, basterebbe anche una scossa di media portata affinché il "tetto" di roccia crolli nel vuoto sottostante.
Nel 2011 poi, l'ingegner Veronica Zanatta, avendo svolto sulla discarica di Melagon la tesi di laurea sull'analisi di compatibilità ambientale, ha fatto notare che fino al 2003 nella discarica arivavano i rifiuti solidi urbani non differenziati dell'altopiano, rifiuti speciali assimilabili agli urbani e fanghi non tossici o nocivi stabilizzati provenienti dalla depurazione delle acque di scarico di insediamenti civili. Informazioni che l'ing. Zanatta ha ripreso da uno studio della Federazione speleologica veneta fatto nel 1993 e aggiornato nel 2002 a seguito della consultazione dei documenti della gestione.
Fattori certo non rassicuranti, infatti, secondo Girotto, la discarica "è una bomba ad orologeria e va bonificata immediatamente, prima di dover piangere l'ennesimo disastro annunciato", affermazioni, queste, che hanno portato il senatore a ricorrere ad un'interrogazione parlamentare.
Nel presentare l'interrogazione parlamentare, i firmatari, hanno rianticipi un danno ambientale?
Di quest'avviso è il senatore Girotto secondo cui, "un lieve evento sismico, o persino una banale tracimazione del bacino idrico di Oliero (il secondo più grande d'Europa), provocherebbe un disastro ambientale senza precedenti. Addirittura peggiore dell'inquinamento delle falde acquifere da Pfas, che coinvolge circa 400 mila veneti a rischio contaminazione da sostanze cancerogene.
"Chiamiamo il governo alle sue responsabilità affinché si adoperi per mettere in atto iniziative a salvaguardia della ricchezza naturalistica, dell'integrità ambientale del territorio e della salute della collettività ", concude Girotto.
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