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Disastro Vicenza, i cassonetti dello stadio pieni di sogni infranti

Di Libero Firmiani Lunedi 15 Maggio 2017 alle 15:19 | 0 commenti

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Zero alibi, nemmeno aggrapparsi alla matematica non basta più. Il Vicenza è retrocesso, nel migliore dei casi ripartirà dalla Lega Pro. Per i sogni dei tifosi non c'è posto neanche nei cassonetti attorno allo stadio troppo pieni d'immondizia vera e puzzolente, per ospitare anche i cocci di un cuore infranto.  

A Cittadella erano in più di mille a sostenere la squadra. Cori, bandiere e striscioni possono poco, però, contro la pochezza calcistica e la mancanza di talento; servono ancora meno con una società poco incline ad accettare buoni consigli ma bravissima a sbagliare in proprio.

Se prendi tanti gol e ne fai meno degli altri perdi. Se perdi più volte dei tuoi avversari, retrocedi. Funziona così e  al contrario del passato, questa volta a salvarci non ci saranno burocrazia e ripescaggi. "La difesa sballata, il centrocampo endemicamente fioco, l'attacco scomposto di gente molto sollecitata a impaurirsi. E dove credevamo di andare?" Disse Gianni Brera, dopo la sconfitta dell'Italia con la Corea nel 1966. La descrizione, con i dovuti accorgimenti, calza a pennello al Vicenza visto in campo, in particolare al Menti, per tutto il girone di ritorno. Torrente non se ne abbia: tutto questo non è colpa sua. Il materiale umano messo a disposizione del tecnico era lo stesso concesso ai suoi due predecessori: aveva una scarsa qualità, prima di tutto sul piano dell'orgoglio.  Alfredo Pastorelli ora dovrà metterci la faccia e, si spera, il portafogli. Non serve affidarsi al meteo, infatti, per prevedere un'estate calda, rovente e ricca di tribolazioni. In Vi.Fin lo sanno bene, nei libri contabili più che il bianco delle pagine è il rosso dei bilanci a fare impressione. Senza le entrate dell B pagare i debiti, rata dopo rata, non sarà facile, anzi una missione quasi impossibile. Oltre il danno c'è poi la beffa: basta un punto agli odiati cugini per raggiungere il Chievo in serie A. Miseria nera, miseria giallo-blu. Durante le vacanze i tifosi vadano però con la schiena dritta e il petto in fuori: la sconfitta anche questa volta, c'è da starne certi,  avrà un padre e una madre incerti, ma è solo grazie a loro se del Vicenza resterà ancora qualcosa da cui ricominciare.
 


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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