Opinioni | Quotidiano | Categorie: Politica

Democristiani e demo-sacrestani

Di Redazione VicenzaPiù Sabato 28 Luglio 2012 alle 17:55 | 0 commenti

ArticleImage

Singolare storia quella della Democrazia Cristiana, il maggior partito della storia repubblicana italiana. Nata appena l'Italia assaporava la sconfitta nel secondo conflitto mondiale, usciva dalla prospettiva che don Luigi Sturzo aveva dato al Partito Popolare e iniziava un'esistenza autonoma, che possiamo dividere in alcune principali fasi. La prima che fa riferimento a A. de Gasperi e altri inizia nel 1942 e termina con la morte dello statista trentino. Attraversa fasi difficili all'interno per la definizione della linea politica. La firma del trattato di pace trova un De Gasperi capace di unire tutto e tutti.

Così egli si esprime:"Signori, è vero: ho il dovere innanzi alla coscienza del mio Paese e per difendere la vitalità del mio popolo di parlare come italiano; ma sento la responsabilità e il diritto di parlare anche come democratico antifascista, come rappresentante della nuova Repubblica che, armonizzando in sé le aspirazioni umanitarie di Giuseppe Mazzini, le concezioni universaliste del cristianesimo e le speranze internazionaliste dei lavoratori, è tutta rivolta verso quella pace duratura e ricostruttiva che voi cercate e verso quella cooperazione fra i popoli che avete il compito di stabilire."Un sunto di tutte le visioni politiche presenti in Italia in quegli anni e che stavano varando la Costituzione della repubblica Italiana. Ma ben presto la discussione all'interno della Democrazia Cristiana si fa più netta e precisa. Per volontà di Papa Pio XII Dossetti si allontana per alquanto tempo dalla vita politica, in realtà se ne allontana pressoché definitivamente anche se ispirerà fino alla morte avvenuta nel 1996, un'ala ben precisa della Democrazia Cristiana. Difficile fu il periodo, ma gettò le basi per un Italia democratica, nonostante la presenza di tendenze totalitarie, che però non venivano riconosciute come tali, quel Partito Comunista che condizionerà comunque la vita politica italiana e che tenterà sempre di "catturare" il mondo cattolico, dapprima quello della Sinistra Cristiana, già Movimento dei Cattolici Comunisti di Frnco Rodano che confluì nel PCI fin dal 1945 e poi molti altri tra cui l'esponente democristiano Mario Melloni, noto come Fortebraccio direttore di Paese Sera e poi capace corsivista dell'Unità. Dopo gli anni Sessanta i cattolici che lessero il Concilio più dal lato politico che non da quello della Fede, caldeggiando per l'Italia la cosiddetta teologia della liberazione, culminarono con il famoso convegno veneto a Padova del 28-29 settembre 1974 al Teatro G.Verdi, organizzato dai Cristiani per il socialismo.

De Gasperi incontrò molti problemi, ma li seppe superare, anche perché a fianco della Democrazia Cristiana vi era il papa Pio XII e con lui prelati di alto valore, tra cui il futuro Paolo VI che fin dal Convegno degli Universitari Cattolici di Trieste nel 1930 aveva gettato le basi dell'antifascismo cattolico e proponeva in modo chiaro quello che a conclusione della Populorum progressio sosterrà molti anni dopo:" Non v'è dunque umanesimo vero se non aperto verso l'Assoluto, nel riconoscimento d'una vocazione, che offre l'idea vera della vita umana. Lungi dall'essere la norma ultima dei valori, l'uomo non realizza se stesso che trascendendosi. Secondo l'espressione così giusta di Pascal: «L'uomo supera infinitamente l'uomo." Non dimentichiamo poi il vescovo di Vicenza Carlo Zinato.
Dopo la morte di De Gasperi il conflitto interno aumenta, ma è condotto da uomini di spessore, Fanfani, Moro, solo per citare alcuni. E' la fase del centrosinistra che durerà fino al 1992 con alterne vicende, ma che avrà il suo punto di crisi fortissimo con il dibattito sul compromesso storico e i governi di unità nazionale, dove Aldo Moro tenterà, pagando di persona, una prospettiva di unione politica con il Partito Comunista che cerca con Berlinguer si allontanarsi, ma mai riuscendovi davvero, dal legame con l'URSS.
Dapprima la fine dell'asse Rumor-Basaglia nel 1975, poi lo scandalo Lockheed che allontanò per sempre la prospettiva politica di Mariano Rumor per quella di Aldo Moro. Infine e soprattutto la strage di via Fani, il rapimento di Moro e la sua tragica morte, segnarono la fine della Democrazia Cristiana e l'ascesa del Partito Socialista che allontanerà dal potere il Partito Comunista che pura aveva cercato di "eliminare" la sinistra extraparlamentare con il teorema Calogero.. Il partito della Democrazia Cristiana non esprimerà più una linea politica. Il dibattito non esiste quasi più, genericamente gli esponenti maggiori e soprattutto minori esprimono opinioni e non prospettive politiche. Dibattiti piccoli che non danno alcun esito soprattutto a chi spera che l'Italia possa trovare nuovi orizzonti. Le conventicole aumentano, ognuno chiede per il proprio gruppo e nei conciliaboli, detti " da sacrestia" ci si divide e si prospettano divisioni di poltrone e altro, ma non veri dibattiti alla Lazzati, alla Donat Cattin, alla Marcora. Nulla di tutto ciò! In compenso aumentano coloro che dicono di sapere come si debba fare, ma in realtà criticano gli esponenti del passato e tentano di essere protagonisti. Sappiamo bene come finì questa stagione: tangentopoli. Una fine che non meritava il partito di De Gasperi, ma così accadde. Che cosa resta ora di quella stagione politica. Poco, molti ricordi, qualche studio pregevole per esempio sulla figura di Mariano Rumor a Vicenza, ma poi.... nulla. Gli esponenti che tentarono con il Partito popolare di ritornare alle prospettive di Dossetti sono confluiti oggi nel Partito Democratico, dove non mi pare esprimano posizioni ben identificabili nel segno di Don Luigi Sturzo o dello stesso Dossetti. In fondo hanno fatto la fine dei Cristiano sociali, assimilati e basta. Che cosa resta di quella stagione? Poco, quasi nulla. Restano i demo-sacrestani, coloro che poco hanno fatto per il partito e la sua linea politica, anzi hanno criticato quasi sempre tutto e tutti. Chi a Vicenza si schierò a favore di Mariano Rumor quando fu accusato?Quanti di coloro che oggi lo ricordano, ebbero il coraggio di difenderlo? Sono i "sacrestani" della Democrazia Cristiana, che hanno sempre avuto poco coraggio, tranne che per chiedere e cercare di ottenere, criticando comunque e ondeggiando ora qui ora là si ritrovano ad avere paura del loro stesso passato e agiscono nemmeno, come non buoni sacrestani e spesso senza vera cognizione sparlando alle spalle delle persone.
Il partito della Democrazia Cristiana dovrebbe avere ben diversi difensori.

Italo Francesco Baldo

Leggi tutti gli articoli su: Democristiani, Italo Francesco Baldo

Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network