Def Governo, le Pmi vicentine soddisfatte con riserva
Giovedi 10 Aprile 2014 alle 16:39 | 0 commenti
Apindustria Vicenza - Le piccole e medie imprese plaudono alla riduzione dell’Irap del 10% confermata in questi giorni con l’approvazione del DEF da parte del governo Renzi. Si tratta di un’inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni, anche se secondo il presidente di Apindustria Confimi Vicenza, Flavio Lorenzin, questo deve essere solo un punto di partenza per restituire ossigeno al sistema produttivo.
«Per quest’anno - spiega - stiamo probabilmente parlando di una riduzione effettiva del 5%, poichè parte da metà anno; secondo i primi calcoli, per un’azienda con una ventina di dipendenti e che finora ha versato mediamente poco meno di 30 mila euro all’anno, il risparmio teorico annuo sarebbe di 2.980 euro, ma solo di 1.450 euro, se appunto ci limitiamo a considerare il secondo semestre di quest’anno. Sempre meglio di niente, ma si capisce che non sarà questo risparmio a risollevare il sistema».
Il rappresentante delle Pmi vicentine suggerisce quindi una “road map†che attraverso una serie di passaggi porti all’eliminazione totale dell’Irap entro i prossimi cinque anni: «Questo darebbe una vera scossa, termine che piace al presidente Renzi. La riduzione della pressione fiscale in capo alle imprese è infatti un passaggio indispensabile affinché le misure a favore dei lavoratori non siano presto vanificate da nuova disoccupazione».
Lorenzin apprezza altresì, ma con beneficio d’inventario, l’inversione di tendenza che mira a ridurre l’eccessivo squilibrio fra la tassazione dell’economia reale, ossia redditi da lavoro e redditi d’impresa, e quella dell’economia virtuale, rappresentata da rendite finanziarie o speculative. Un segnale timido ma importante, in controtendenza rispetto agli ultimi decenni. «È imprescindibile una terapia d’urto con interventi concreti che iniettino fiducia nel mondo delle Pmi – insiste il presidente – e soprattutto di quelle manifatturiere. Le imprese attendono da oltre 15 anni l’abolizione dell’Irap, un’imposta iniqua che rende il costo del lavoro italiano non comparabile con quello di altri Paesi e che tassa anche le imprese in perdita abbattendosi in particolare su quelle “labour intensive". Qui è in gioco la tenuta del tessuto economico e sociale».
Segnali positivi, nel frattempo, arrivano anche dalle nuove misure di internazionalizzazione inserite nel DEF. Il leader di Apindustria Confimi Vicenza apprezza in particolare il potenziamento dei servizi finanziari ,con particolare attenzione alle Pmi, e la valorizzazione delle nostre eccellenze, a partire dai settori del nuovo Made in Italy come meccatronica, biomedica, domotica, tecnologia ambientale. Con l’auspicio di un coordinamento sempre più rafforzato tra l’I.C.E. e la rete della nostra presenza all’estero, i piccoli imprenditori accolgono con favore anche il sostegno all’e-commerce e la riorganizzazione dei percorsi di istruzione superiore con attenzione all’espansione dei mercati.
Una valutazione positiva arriva infine sul riconoscimento di 80 euro in più al mese a dieci milioni di lavoratori dipendenti per rilanciare il mercato interno. «È vero che questi soldi in busta paga non sono per tutti, perché probabilmente lasceranno fuori gli incapienti – conclude Lorenzin – ed è pur vero che non sono molti, ma è pur sempre un beneficio paragonabile a un rinnovo contrattuale. È vero inoltre che le banche scaricheranno probabilmente gli ulteriori costi sui clienti, però non possiamo neanche scadere nella solita e comoda affermazione “ci vorrebbe ben altroâ€.
A volte i grandi traguardi si raggiungono con piccoli passi».Accedi per inserire un commento
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