Decreto legge BPVi e Veneto Banca: ok del Senato alla fiducia, via libera definitivo, dimenticati i soci. Le prime reazioni politiche
Giovedi 27 Luglio 2017 alle 23:25 | 0 commenti
 
				
		L'Aula del Senato, riportiamo da Radiocor Il Sole 24 Ore, ha approvato la fiducia chiesta dal Governo sul decreto legge sulle banche venete. I voti a favore sono stati 148, i contrari 91, nessun astenuto. Con questo voto, Palazzo Madama ha dato il via libera definitivo alla conversione in legge del Dl. Il provvedimento e' stato approvato nello stesso testo gia' votato dalla Camera, dove l'unica modifica era stata l'inserimento del testo del Dl sulla sospensione del pagamento di un bond di Veneto Banca. Il provvedimento facilita la liquidazione coatta amministrativa della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca.
Garantendo anceh la continuita' del sostegno del credito alle famiglie e alle imprese del territorio, il decreto ora legge trascura un... dettaglio: l'oblio di decine di migliaia di soci che non hanno aderito alla Offerta Pubblica di Transazione e che ora sono azzerati pur rivendicando il loro ruolo di risparmiatori anche se formalmente azionisti.
La norma impegna inoltre il ministero dell'Economia, sulla base degli  elementi forniti dalla Banca d'Italia, a presentare alla Commissione  europea una relazione annuale, sino al termine della procedura, con le  informazioni dettagliate riguardo agli interventi dello Stato effettuati  in esecuzione del decreto stesso. Il decreto legge disciplina anche la  cessione alla Societa' per la gestione di attivita' (Sga), da parte dei  commissari liquidatori, dei crediti deteriorati e di altri attivi non  ceduti o retrocessi. Nel corso dell'esame a Montecitorio e' stato  inserito nel provvedimento il contenuto del decreto legge che sospende  per sei mesi il rimborso di un bond di Veneto Banca. Il testo  stabilisce, in particolare, che, ove la banca abbia presentato o  formalmente comunicato l'intenzione di presentare richiesta di  intervento dello Stato, sia prorogato di sei mesi il termine di scadenza  delle passivita' oggetto delle predette misure di 'burden sharing', se  tale termine di scadenza ricade nei sei mesi successivi alla  presentazione dell'istanza o della formale comunicazione dell'intenzione  di presentarla. Si tratta dell'unica modifica al testo introdotta nel  passaggio in Parlamento (Intesa Sanpaolo aveva posto tra le condizioni  risolutive del contratto di acquisto delle due banche venete quella di  non introdurre in sede di conversione modifiche onerose al Dl). Durante  l'esame in commissione Finanze del Senato sono stati accolti diversi  ordini del giorno, in particolare sulla tutela di risparmiatori e  investitori e sulla responsabilita' dei manager.
"In dissenso dal  gruppo che mi ospita, non esprimero' la fiducia al Governo sul  provvedimento in esame". Lo dichiara il presidente della commissione  Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, intervenendo in Aula sul decreto  banche venete. Il gruppo parlamentare e' quello di Ap. "Al punto cui  siamo giunti - ha detto Sacconi - non vi e' forse alternativa alla  soluzione individuata per le banche venete. Non posso tuttavia non  pensare al tempo perduto, alle incertezze sui percorsi di risanamento,  al degrado progressivo degli istituti, alle opportunita' che si sono  dissolte a causa di un negoziato debolmente gestito con la Commissione  Europea. Al punto che sorge il dubbio di uno scambio implicito con il  salvataggio del Montepaschi per il quale il consenso e' stato  tempestivo. Ora si tratta di considerare come gli stessi affidamenti  alla clientela siano posti al riparo dal pericolo di una concentrazione  conseguente alla fusione delle attivita' nel gruppo Intesa. Per non dire  degli esuberi occupazionali che risulteranno dalla razionalizzazione  con un gruppo largamente sovrapposto alle reti commerciali e a servizi  dei due istituti assorbiti. Essi meritano tutele adeguate. Ma,  soprattutto, e' preoccupante la condizione dei molti risparmiatori  titolari di azioni o di obbligazioni subordinate. Ad essi sara' doveroso  provvedere con misure straordinarie almeno quando si dovesse  riscontrare la posizione di contraenti deboli indotti ad acquisti in  buona fede sulla base di asimmetrie informative. Il Parlamento avra' il  dovere di vigilare operosamente su tutti questi profili".
"#Banche  Approvato decreto sulle Venete che tutela risparmiatori, lavoro e  imprese. Un salvataggio difficile e necessario finalmente in porto...".  E' il commento su Twitter del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni  dopo il via libera del Senato.
"La definitiva conversione in legge  del decreto banche consente di guardare con fiducia all'economia veneta  che, in assenza di questo intervento, avrebbe subito un pesante  contraccolpo". E' il commento del sottosegretario all'Economia, Pier  Paolo Baretta, dopo il si' del Senato al voto di fiducia sulle banche  venete. "Abbiamo tutelato i correntisti e buona parte degli  obbligazionisti, evitato qualsiasi trauma occupazionale e assicurato la  continuita' operativa delle linee di credito. Restano - conclude Baretta  - importanti impegni da portare avanti, sia in ordine alla piu' ampia  protezione dei risparmiatori sia a un'oculata gestione dei crediti  deteriorati, nonche' alla salvaguardia del patrimonio artistico e  immobiliare dei due istituti".
Con il diretto impegno mio e della  senatrice Puppato, quali senatori veneti del Pd sono stati approvati  ordini del giorno" al Dl banche venete. Lo riferisce il senatore Pd  Giorgio Santini. Questi ordini del giorno "impegnano il Governo: a  prevedere misure per tutelare i piccoli risparmiatori che siano stati  vittime di vendita di azioni con scarsa trasparenza e senza le  necessarie informazioni sul grado di rischio; a mettere in atto una  normativa sulla responsabilita' dei vertici aziendali delle banche  fallite, prevedendo un inasprimento delle pene per coloro che verranno  ritenuti colpevoli; ad adottare misure volte a garantire un equo  trattamento di ristoro per tutti gli investitori penalizzati da  comportamenti illeciti nella gestione delle banche; ad evitare azioni di  revocatoria da parte dei Commissari liquidatori rispetto alle  transazioni effettuate dal 70% degli azionisti delle due banche e a non  considerare queste somme come reddito soggetto ad imposta; a garantire,  con idonea normativa, che il patrimonio artistico e culturale di Palazzo  Thiene venga acquisito al patrimonio dello Stato e messo a disposizione  della citta' nella rete civica museale".
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