Ddl Gelmini: Università, la Camera approva tra le proteste
Mercoledi 1 Dicembre 2010 alle 00:09 | 0 commenti
Rassegna.it - A Montecitorio 307 sì, 252 no e 7 astenuti. Ora la riforma torna al Senato. Studenti in rivolta in tutta Italia: scontri a Roma, occupata la stazione Termini. Governo sotto due volte
La Camera ha approvato il ddl Gelmini sull'università . Il via libera alla riforma è arrivato stasera (martedì 30 novembre) con 307 sì, 252 no e 7 astenuti. Il provvedimento torna ora al Senato per ottenere l'ok definitivo. I deputati di Futuro e libertà hanno votato con la maggioranza, ribadendo comunque che il governo non ha più la loro fiducia.
E' l'ultimo atto di una giornata di proteste in tutta Italia, segnata dalla rivolta degli studenti, con cortei e atti dimostrativi in moltissime città . Scontri a Roma a via del Corso, dove è stata poi occupata la stazione Termini. Il governo è andato sotto per ben due volte a Montecitorio, quando i finiani hanno votato due emendamenti con l'opposizione. Gli studenti annunciano che la protesta proseguirà anche dopo l'approvazione di un ramo del Parlamento.
LA GIORNATA
Il governo viene battuto alla Camera due volte. Malgrado il parere contrario della commissione Bilancio, è stato prima approvato un emendamento di Futuro e libertà , firmato da Fabio Granata, che riscrive l'articolo 19 sugli assegni di ricerca: la norma non potrà portare oneri aggiuntivi anziché "nuovi o maggiori oneri", come scritto nella precedente versione.
Poi l'esecutivo è andato sotto un'altra volta. In questo caso, con il parere contrario della maggioranza e della commissione Bilancio, l'aula approva tre emendamenti identici di Fli, Ap e Pd, riferiti all'articolo 25. E' stato ancora determinante il voto di Futuro e libertà . I provvedimenti prevedono la soppressione della cosiddetta "clausola di salvaguardia", che era stato inserito nel ddl.
A Montecitorio passa anche l'emendamento anti-parentopoli. Secondo questa norma, non potrà rispondere ai procedimenti per la chiamata all'insegnamento chi è parente "fino al quarto grado compreso" di un professore del dipartimento o della struttura che effettua la chiamata, ovvero del rettore, del direttore generale o di un consigliere di amministrazione.
LE PROTESTE
Gli studenti hanno lasciato Montecitorio e si sono diretti verso piazza Venezia. E' quanto accaduto a Roma, dove la piazza che ospita la Camera è stata blindata: un ingente numero di forze dell'ordine ha chiuso tutti i varchi di accesso per l'arrivo degli studenti che da ieri, lunedì 29 novembre, hanno ripreso con ancora maggiore intensità la loro protesta. La polizia ha impedito l'accesso anche a viale Trastevere, nei pressi del ministero dell'Istruzione, altro bersaglio della contestazione.
Una serie di scontri sono scoppiati all'altezza di via del Corso. A quanto riferito dalle agenzie, poliziotti e carabinieri hanno caricato gli studenti che avevano assaltato due blindati. Gli studenti hanno lanciato pietre e bottiglie contro le forze dell'ordine, che hanno risposto con manganelli e lacrimogeni. Tra i giovani ci sono alcuni fermati.
Quindi l'occupazione della stazione Termini. I manifestanti hanno raggiunto il principale snodo ferroviario della capitale e per circa un'ora si sono seduti sui binari, impedendo la circolazione. Qui è continuata la protesta, con slogan, cori e fumogeni. Anche in questo caso, le forze dell'ordine si sono schierate in assetto antisommossa, ma senza intervenire. Infine, gli studenti si sono diretti in assemblea alla Sapienza per decidere le prossime mosse, assicurando che la mobilitazione andrà avanti nei prossimi giorni.
"La scelta di militarizzare Roma è un errore. Il pacifico e ordinato svolgimento della manifestazione di studenti e ricercatori deve essere garantito". Lo ha dichiarato il governatore della Puglia e presidente di Sel, Nichi Vendola. "Il berlusconismo è il cinico e disinvolto capovolgimento della realtà , spesso aiutato dal controllo dei media", scrive sul suo sito. I manifestanti che protestano, a suo avviso, sono "uno squarcio di luce nella notte berlusconiana".
Molto sprezzante il commento di Berlusconi. Ha detto il presidente del Consiglio: "Gli studenti veri sono a casa a studiare, quelli in giro a protestare sono dei centri sociali e fuori corso".
La rivolta ha investito tutto il paese. Secondo l'Unione degli universitari, sono scesi in piazza 400mila studenti. A Palermo ad esempio, l'obiettivo dichiarato dai ragazzi, studenti medi e universitari insieme, era quello di "paralizzare la città ". Giovedì erano in 15mila tra le strade del centro e a bloccare per due ore la stazione ferroviaria: oggi i giovani delle scuole superiori sono i protagonisti di due cortei con concentramenti al Giardino Inglese e davanti alla cattedrale. Previsti sit-in spontanei, blocchi e azioni diffuse. "Se ci bloccano il futuro noi blocchiamo la città ", affermano.
Momenti di tensione, manganellate e brevi scontri con le forze dell'ordine davanti alla Prefettura di Genova. I manifestanti hanno gridato "dimissioni", "Berlusconi mafioso" e altri insulti al governo davanti alla prefettura e lanciato oggetti, uova e fumogeni contro poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa. Alcuni tra gli organizzatori hanno cercato di riportare la calma, bloccando i manifestanti più esagitati, mentre le forze dell'ordine tiravano qualche manganellata. Quindi il corteo proveniente da piazza Caricamento ha ripreso la strada andando verso piazza Corvetto.
Intanto si allarga il fronte dei "rettori anti Gelmini". Dopo che ieri il ministro aveva pesantemente criticato quello di Firenze, Alberto Tesi, reo di aver accordato la sospensione della didattica come chiesto dal movimento studentesco, oggi è il collega di Pisa, Massimo Augello, ad intervenire in sua difesa. "Sono stupito e preoccupato dell'attacco che il ministro Gelmini ha fatto al rettore di Firenze Alberto Tesi - ha detto il magnifico dell'Università di Pisa - Qui si tocca l'autonomia universitaria". Per Augello le dichiarazioni del ministro Gelmini - che ieri ha definito quello del rettore di Firenze "un comportamento inaccettabile e inqualificabile di chi vuole conservare i propri privilegi" - "sembrano senza logica" perché, spiega, "proprio la riforma dà più potere ai rettori".
Pubblichiamo la mappa della protesta in tutte le città italiane.
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