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Dalle Rive prende tempo, Cassingena si sfoga ed il futuro del Vicenza resta in bilico

Di Filippo Zenna Martedi 5 Febbraio 2013 alle 19:01 | 0 commenti

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Verona è il pensiero imminente, un'ancora a cui aggrapparsi per non precipitare sul campo. Ma il futuro del Vicenza si discute e si decide nelle stanze di via Schio tra debiti, blocchi di mutualità (rispetto all'accordo collettivo, rischia di slittare a giugno-luglio oltre un milione dei circa quattro che spettano ai biancorossi) e trattative che restano in stato embrionale. Rino Dalle Rive, intervenuto ieri sera a Rigorosamente Calcio, ha precisato ancor meglio la sua posizione nella giornata di oggi.

"Non faccio miracoli. La mia disponibilità è stata immediata, ma i debiti sono importanti e purtroppo non ho ancora trovato persone disposte ad investire quanto me per rendere solida la società. Mi fa un po' specie che una provincia così facoltosa, forse la più ricca d'Italia, non riesca a partorire forze imprenditoriali per fare calcio in una delle piazze più importanti d'Italia". Dalle Rive, negli ultimi contatti avuti con Cunico (delegato biancorosso per la cessione del club), si sarebbe preso altri sessanta giorni: se non dovesse completare il suo progetto mollerebbe l'idea di diventare il timoniere del Vicenza. E, per quanto il presidente del Marano non sia "vincolato al mantenimento della serie B", sessanta giorni possono essere troppi e creare il vuoto intorno al Vicenza se sul campo la squadra non riuscisse a "risorgere". Il cerino resta nelle mani di Dario Cassingena, come capita sistematicamente da quattro anni a questa parte a chi rappresenta al vertice societario la sua famiglia. In un lungo sfogo, l'amministratore delegato biancorosso si lascia andare a diverse considerazioni: "In questi otto anni di gestione ho capito che gli imprenditori del posto non investono a Vicenza. E poi la storia insegna che le cordate a Vicenza non hanno mai avuto successo. La posizione di classifica attuale non aiuta, ma si può comunque stipulare un accordo preliminare vincolandolo alla salvezza sul campo. Insomma, se c'è volontà bisogna passare dalle parole ai fatti". Sembra una stoccata a Dalle Rive, ma in realtà è una provocazione generale: "Nulla da dire nei confronti di Dalle Rive. Mi riferisco a tutti quelli che dall'esterno giudicano con troppa facilità. Questa proprietà ha fatto investimenti enormi quando è subentrata agli inglesi ed ha continuato a mantenere gli impegni nel corso di anni molto duri per l'economia, soprattutto per quella italiana. Certo, nelle ultime stagioni abbiamo fatto di necessità virtù dichiarando pubblicamente di non avere la forza per continuare come un tempo. Ma chi ha le facoltà si accomodi perché siamo i primi a volere il bene del Vicenza". Che sia un turco ad acquisire la società? "Ho saputo di questa presunta trattativa, ma - risponde Cassingena - io alle favole ho smesso di crederci da molto tempo". Intanto, gli obblighi bussano alla porta: entro il prossimo 18 febbraio saranno corrisposti gli stipendi di novembre e dicembre per evitare deferimenti e punti di penalizzazione in classifica. Poi ci sarà da affrontare il discorso dell'Iva con un'esposizione debitoria di 2,3 milioni di euro relativamente all'anno 2011: "Proveremo a fare una transazione con l'erario", spiega l'ad biancorosso. Resta un interrogativo inquietante: cosa ne sarà del Vicenza in caso di retrocessione? "A questa ipotesi non vorrei pensarci, ma se proprio dovesse capitare non dovrebbero esserci rischi di fallimento. Per sanare la situazione occorrono 5-6 milioni di euro, coi quali una nuova società potrebbe in pratica ripartire da zero". Ultime considerazioni sui cori che ormai la curva gli dedica con regolarità: "Fino a quando le contestazioni si sviluppano dentro lo stadio e nell'ambito di una partita di calcio mi sta bene. Ma gli insulti e le offese fuori dal campo non le tollero. La tifoseria mi invita ad andar via. Sono quattro anni che ci proviamo, ma nessuno fa qualcosa di concreto per prendersi il Vicenza e questo penso debba far riflettere un po' tutti".


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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