Dal Moro, grazie Fede per tua fiera italianità
Sabato 21 Agosto 2010 alle 11:14 | 0 commenti
Pubblichiamo da Il Corriere del Veneto di oggi l'intervento/opinione di Gianni Dal Moro, deputato Pd diVerona, sui botta e risposta 'etnici' tra la campionessa azzurra del nuoto, Federica Pellegrini di Spinea (Ve), e il governatore del Veneto, Luca Zaia
Grazie, Federica Pellegrini, per aver evitato che la tua vittoria fosse strumentalizzata dalla politica. Noi veneti, non ne avevamo dubbi, sapevamo che tu privilegiavi la nazionale Italiana alla nazionale Padana.
Grazie, Federica Pellegrini, per aver evitato che la tua vittoria fosse strumentalizzata dalla politica. Noi veneti, non ne avevamo dubbi, sapevamo che tu privilegiavi la nazionale Italiana alla nazionale Padana, sapevamo che il tuo colore da sempre era l'azzurro e non il verde, sapevamo che il tuo inno era quella di Mameli e non altri. Da deputato veronese, avevo sentito parlare della tua determinazione e per questo ho pensato che prima di tutto per te venivano i fatti e non le chiacchiere e che la tua immagine non dovesse essere utilizzata da nessuna forza politica. Ora nonostante il tentativo maldestro di strumentalizzare la tua vittoria, invece del silenzio e del rispetto si cerca ancora di amplificarla per fini politici. E poi con imbarazzante ingenuità ci si chiede: come mai altri possono sfoggiare la propria rivendicazione territoriale e nessuno ne fa scandalo e quando questa rivendicazione viene evocata da Zaia si grida alla secessione? Caro Presidente Zaia, se lo domandi. Ci pensi un po' e vedrà che senza fatica troverà la risposta. Vede, il Presidente Cossiga era più di lei un indipendentista, ma a nessun italiano è mai venuto in mente che Cossiga strumentalizzasse la Sardegna contro l'Italia. Nessuno si vergogna di essere nato in Veneto, ma prima di tutto, dalle mie parti, siamo fieri di essere nati a Verona, e quando brindiamo non lo facciamo con il prosecco ma con vini veronesi. Capisco Presidente Zaia, che fa comodo pensare ad una terra veneta dove si parla la lingua veneta, purtroppo non è cosi. Lo spieghi a Bossi, che non esiste il dialetto veneto: a Verona si parla il veronese, così come a Vicenza il vicentino e via dicendo, e che da noi a Verona la «catalogna» è un'erba e nulla più; perché quando pensiamo ad un'area da imitare o assomigliare noi a Verona pensiamo alla Baviera. Su una cosa ha regione Presidente, molti parlano senza conoscere i fatti e le persone, ma io aggiungo senza un confronto serio, fuori dagli slogan e dalle facili promesse. Io e lei ci conosciamo da due anni: lei è stato il mio Ministro dell'Agricoltura ed io componente della commissione agricoltura della Camera dei Deputati, più volte ci siamo confrontati nel rispetto. Per esperienza so che a lei piace il confronto, la sfida la entusiasma: anche a me, perché sono da sempre convinto che dal confronto e non dal populismo possa riprendere la fiducia nei confronti della politica. Finita l'estate, terminati gli slogan e roboanti dichiarazioni, le propongo di organizzare a Verona un dibattito pubblico, sui fatti non sulle promesse, su alcuni temi che ad entrambi ci appassionano. Io ne scelgo due: la riforma dello Stato e la sua legge elettorale, la riforma del fisco. A lei le altre due scelte. Spero che accetti e che almeno lei a differenza dei suoi colleghi leghisti non sfugga al dibattito e al confronto.
*Deputato veronese del Partito Democratico
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