Dal Lago e la gemella
Lunedi 3 Giugno 2013 alle 22:47 | 3 commenti
È una Manuela Dal Lago inedita quella che ho incontrato giovedì mattina nel suo quartier generale a Viale S. Lazzaro, mentre fuori dal suo ufficio i suoi collaboratori Linda Favretto, Arrigo Abalti e il collega Fabio Fogu sbrigavano incombenze post elettorali o impostavano nuove attività . Questa campagna, per noi dei media VicenzaPiù, era iniziata con lei due mesi fa a muso duro.
Prima ci tutto le dovetti chiedere telefonicamente il perchè del mancato invito di VicenzaPiù alla sua prima conferenza stampa e alla sua osservazione («il suo giornale ce l'ha con me») non potei rispondere che «i nostri media possono sbagliare ma non lo fanno mai per conto terzi ...».
Poi, il giorno dopo, alla sua reazione meravigliata in conferenza stampa («vedo che, anche se non l'ho invitata, lei oggi è qui. Perchè?») le risposi secco: «per il dovere che ho di informare i nostri lettori».
Da quel giorno, come con tutte le altre liste e i loro candidati, penso e credo, il network VicenzaPiù ha seguito la campagna sua e dei suoi alleati nel modo più completo possibile per la cronaca e in maniera totalmente indipendente per i commenti. Talvolta positivi, altre volte negativi, sempre secchi e trasparenti.
E a metà corsa elettorale l"ex signora della provincia e della società Autostrade Serenissima mi disse in pubblico: «mano a mano che la conosco mi sembra migliore di quanto pensassi ...». Quel giorno ero "sveglio" più del solito per cui mi venne naturale prima risponderle «se lei diventerà sindaco le tornerò antipatico“ e poi, alla sua reazione per la prima volta incerta da quando la frequentavo di persona («no, io rimarrei leale, perché dovrebbe tornarmi antipatico?»), mi fu facile farle capire la linea editoriale dei nostri media: «al centro delle attenzioni di giornali come il nostro ci sono i fatti ed è chi decide, come il futuro sindaco, che origina la maggior parte dei fatti. Che VicenzaPiù commenta positivamente o negativamente secondo i suoi parametri. Nel secondo caso, ecco la mia risposta al suo "perché?", io e i miei collaboratori le torneremo antipatici. A meno che non voglia e non sappia confrontarsi con le nostre valutazioni per contrapporre apertamente le sue in modo da convincere noi e i nostri lettori.».
È con questi presupposti e con questi "intermezzi" che si è sviluppata una reciproca conoscenza tra chi scrive e la candidata sindaco arrivata seconda ma strabattuta dalla coalizione intorno ad Achille Variati.
Una conoscenza, che rimane senza convergenze generali né sui diversi e personali sviluppi ideali dell'origine, liberale, comune né sulla visione di questa città e delle sue ramificazioni sociali e culturali ma che può contribuire, grazie a un rapporto, almeno per il momento, più diretto e alla condivisione di un metodo di confronto, democratico e reciprocamente rispettoso, a farci raccontare meglio non tanto la capo gruppo della civica Dal Lago e di quel che resta della Lega nord ma la persona, la donna da cui nascono le posizioni che ha espresso e esprimerà nella sua azione politica.
Poco abbiamo scoperto di lei (a parte tante cose che hanno fatto parte di reciproche "confessioni" umanamente personali) che qualcuno non sappia, nel privato, ma ci piace pensare di essere tra i primi a dire in pubblico, al nostro lettore che Dal Lago come tutte le madri ama un figlio, il trentasettenne Emanuele, a lungo atteso e avuto dopo tanti aborti ma non in tempo per essere abbracciato dalla mamma della "dura" Manuela che ora sogna da lui un nipote, lontano da arrivare perché, dice, anche alla sua età non è facile metter su casa con una compagna ancora senza un lavoro stabile ...
E non so in quanti sappiano quel che Manuela Dal Lago mi ha detto dopo che le ho parlato dei miei due gemelli, entrambi "cervelli", mi dicono, emigrati all'estero perché i politici non hanno creato le condizioni per far rimanere  qui in Italia migliaia  di ragazzi e ragazze come loro o migliori di loro.
Anche lei è una gemella, ma di una sorella mai nata perché morta in grembo della madre visto che nessuno si era accorto della sua esistenza quando ancora si partoriva in casa.
Tante cose ci ha detto, giovedì scorso, un po' in privato e un po' apertamente e vedremo se pubblicarne altre, e quali, dopo aver atteso giorni per scrivere dell'incontro sia per l'accavallarsi degli eventi, sia, lo confessiamo, per stemperare alcune reazioni emotive immediate.
Ma, di fronte all'evidente stanchezza, mista a delusione, della candidata surclassata da Variati e dal suo esercito ci auguriamo che Manuela Dal Lago raccolga l'invito sfida di Variati: «i candidati sconfitti rimangano in consiglio a portare le ragioni delle opposizioni perché la democrazia è fatta di confronto tra maggioranza e minoranza sui modi di vedere il bene della città ».
Lei che è gemella di una sorella mai vista, non faccia la gemella di Lia Sartori!Â
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