Dal 26 febbraio: Atanor, la lavorazione della pelle tra tradizione ed innovazione
Sabato 23 Febbraio 2013 alle 17:55 | 0 commenti
Viart - Dal 26 febbraio al 26 giugno 2013 presso il Piano Mezzanino di Viart
Atanor è una parola araba e significa "crogiolo", il forno usato dagli alchimisti, un luogo di trasformazione. L'azienda Atanor è nata dall'incontro di due uomini con esperienze professionali e umane diverse, quelle di Leonardo e Alessandro; il primo esperto di pelli e pelletteria, il secondo di carta e legatoria. La fusione alchemica di questi due personaggi ha dato vita ad Atanor, luogo di ricerca, di sperimentazione per creare degli oggetti che trasmettano piacere, bellezza (nella foto l'incisione del rullo).
Tutti i prodotti sono realizzati utilizzando esclusivamente pellame selezionato e conciato al vegetale.
La concia al vegetale è un'antica arte che si è tramandata di generazione in generazione soprattutto in toscana. Per questo tipo di concia vengono usati prodotti vegetali denominati tannini, contenuti nei legni di mimosa, castagno, quercia, quebracho, tara ed altri. Per ingrassare le pelli vengono usati grassi animali ed olii di pesce. Un procedimento molto lento, nel rispetto di "tempi" naturali e dell'ambiente, nel senso che non ci sono scorie chimiche o tossiche.
La scelta e il taglio del pellame è fondamentale per una migliore riuscita dell'oggetto perché ogni pelle è diversa e presenta delle caratteristiche proprie. La naturalezza del pellame è garantita dalle rughe e piccole abrasioni, segni destinati ad impreziosire nel tempo.
La decorazione può avvenire con due tecniche: a caldo, con l'uso dei punzoni e del fuoco;a freddo, con l'uso dei cliché e una pressa manuale. Con la pressione il cliché lascia il decoro sulla superficie della pelle che verrà in seguito colorato. Alcuni degli strumenti utilizzati in questa fase sono molto antichi e sono stati recuperati da un vecchio legatore. Ormai consumati dal tempo e dall'usura, contengono una storia, un'arte, una passione tramandata dalle persone che li hanno usati fino ad oggi. Sono costituiti di una lega bronzea in fusione unica; vengono scaldati sul fuoco di un fornellino ad alcool e impressi sulla pelle lasciano la loro impronta.
Dopo il decoro avviene la colorazione che può essere fatta con pennelli e colori sulle parti più particolari e con il tampone (tamponatura) sullo sfondo per creare tonalità diverse di colore. La tamponatura è una tecnica molto antica e si può ottenere solo manualmente e che abbisogna di molta esperienza e creatività . Alla fine si usano delle cere per antichizzare e rendere i colori e le pelli caldi e morbidi, che diano una sensazione di piacere e voglia di toccare e annusare l'oggetto.
Le fasi di lavorazione quali la decorazione, le sfumature dei colori e la rifinitura sono eseguiti interamente a mano con maestria artigianale. Un procedimento molto lento, nel rispetto di "tempi" naturali e dell'ambiente, nel senso che non ci sono scorie chimiche o tossiche.
La concia è una delle attività umane di origine più remota: gli uomini, infatti, si sono sempre serviti degli animali che cacciavano e allevavano per procurarsi indumenti o riparo. All'inizio, però, la temperatura costituiva un problema: il caldo provocava la putrefazione delle pelli, mentre il freddo le irrigidiva. Bisognava trovare il modo di renderle inalterabili. Con tutta probabilità , si iniziarono ad usare grassi che procuravano maggiore resistenza e flessibilità . Nel tempo i procedimenti si fecero sempre più raffinati differenziandosi anche a seconda delle zone geografiche.
Dal martedì alla domenica 10:00-12:30 / 15:00-19:00; lunedì chiuso.
INGRESSO LIBERO
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