Da subito il programma dell’Olimpico, mettiamolo in pratica
Venerdi 26 Maggio 2017 alle 09:43 | 0 commenti
Annunciato il programma per il 70° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico che si fa addirittura internazionale e nell'ambizione dei suoi fattori continua a produrre quella ventata di novità e di sperimentazione di cui la provinciale Vicenza ha necessità assoluta, per lasciarsi alle spalle quella accusa di "sacrestia d'Italia" che tanto ha fatto fare carriera al Sindaco Variati, ma ormai le sacrestie, come le chiese son quasi vuote e occorre novità , magari un po' sacrilega e da approfondire come ebbe a dire il dir voce del Sindaco. Così a Vicenza il teatro, da sempre anticipatore del nuovo che avanza, diviene il protagonista dell'autentico cambiamento.
Non si può che salutare la prospettiva, perché se è vero quando abbiamo sopra detto, allora di tutti i politicanti, sedenti in Palazzo Trissino Baston, bisogna fare pulizia, ossia mandarli a casa. Non possono certo invocare il classico: starò al mio posto perchè solo io ho le paroline e gli armeggi giusti per amministrare. Bisogna sperimentare volti e teste nuove e i sedenti di cui sopra dovrebbero loro da oggi inaugurare la stagione dell'Olimpico: dimettendosi. Così facendo darebbero veramente il via alla novità nell' amministrazione cittadina. Non più gli eredi di passati rumori politici e nemmeno quelli che si sono fatti eleggere addirittura in conflitto di interesse e millantando di essere volontari in opportuni "santini elettorali". Non avremo nemmeno più bisogno di nominati ad usum del capo e nemmeno di coloro che non si sa per quali competenze hanno occupato delle poltrone.
Insomma un bel segnale di innovazione e sperimentazione ci viene dal programma dell'Olimpico: non avremo più i classici politicanti che della poltrona ha fatto stipendio, ma soprattutto danni alla città . Inoltre, essendoci l'anniversario della rivoluzione totalitaria bolscevica, che non andrebbe certo celebrata, si può anche proporre una rivoluzione sempre al nostro Palazzo, buono per tutte le stagioni per i politicanti, e inviare coloro che vi stazionano da troppi anni, ma anche da pochi, tanto hanno già ben imparato ad attaccarsi alle poltrone, in qualche minuscola isola del greco mar ( citazione dal classico Foscolo per chi non ricordasse) non in Siberia a studiare e meditare quanto Italo Calvino proponeva a proposito di ciò che è classico, facendo proprio soprattutto l'ultimo punto.
Cos'è un classico? Le definizioni di Italo Calvino (dal web)
Di Sara :domenica 6 settembre 2015
Per continuare una domanda che avevo posto qualche tempo fa, ovvero quali sono i "classici" che amate di più, o se ci sono dei libri contemporanei che secondo voi diventeranno dei classici, ho deciso di citare le caratteristiche che, secondo Calvino, possiede un "classico" che possa veramente dirsi tale (il testo completo lo trovate qui). Leggendole, vi verranno tanti libri in mente. Se vi va, segnalateceli.
1. I classici sono quei libri di cui si sente dire di solito: «Sto rileggendo...» e mai «Sto leggendo...»
2. Si dicono classici quei libri che costituiscono una ricchezza per chi li ha letti e amati; ma costituiscono una ricchezza non minore per chi si riserba la fortuna di leggerli per la prima volta nelle condizioni migliori per gustarli.
3. I classici sono libri che esercitano un'influenza particolare sia quando s'impongono come indimenticabili, sia quando si nascondono nelle pieghe della memoria mimetizzandosi da inconscio collettivo o individuale.
4. D'un classico ogni rilettura è una lettura di scoperta come la prima.
5. D'un classico ogni prima lettura è in realtà una rilettura.
6. Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire.
7. I classici sono quei libri che ci arrivano portando su di sé la traccia delle letture che hanno preceduto la nostra e dietro di sé la traccia che hanno lasciato nella cultura o nelle culture che hanno attraversato (o più semplicemente nel linguaggio o nel costume).
8. Un classico è un'opera che provoca incessantemente un pulviscolo di discorsi critici su di sé, ma continuamente se li scrolla di dosso.
9. I classici sono libri che quanto più si crede di conoscerli per sentito dire,tanto più quando si leggono davvero si trovano nuovi, inaspettati, inediti.
10. Chiamasi classico un libro che si configura come equivalente dell'universo, al pari degli antichi talismani.
11. Il «tuo» classico è quello che non può esserti indifferente e che ti serve per definire te stesso in rapporto e magari in contrasto con lui.
12. Un classico è un libro che viene prima di altri classici; ma chi ha letto prima gli altri e poi legge quello,riconosce subito il suo posto nella genealogia.
13. È classico ciò che tende a relegare l'attualità al rango di rumore di fondo, ma nello stesso tempo di questo rumore di fondo non può fare a meno.
14. È classico ciò che persiste come rumore di fondo anche là dove l'attualità più incompatibile fa da padrona.
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