Da piazza Fontana a Veneto Banca istituti di credito nel destino dei trevigiani Stiz
Venerdi 30 Giugno 2017 alle 16:10 | 0 commenti
Il meccanismo della trilogia classica racconta la storia come una grande saga. Le colpe dei padri ricadono sui figli. Ma la struttura del teatro non vale sempre nella vita. E non è detto che le innocenze dei padri ricadano sui figli (l'ex magistrato Giancarlo Stiz fu il primo a seguire la pista nera per la strage di Piazza Fontana http://www.repubblica.it/cronaca/2015/10/25/news/piazza_fontana_morto_ex_magistrato_giancarlo_stiz-125862482/, ndr ). Quello di Michele Stiz è forse il nome trevigiano più importante nell'affaire Veneto Banca. Una vicenda giudiziaria che non ha per oggetto stragi di stato, ma enormi buchi finanziari, ardite speculazioni bancarie.
Trevigiano, 56 anni, dal 2010 entra come partner in Adacta, uno degli studi tributari più importanti del Veneto (con sede principale a Vicenza, ndr). Ed è proprio in qualità di componente del collegio sindacale in carica fino al 2014 che Stiz finisce nel radar della magistratura romana. La contestazione è aggiotaggio: nel comunicare alla Banca d'Italia ed al pubblico dati non corrispondenti al vero, Consoli e Trinca con Stiz e il collega Diego Xausa (partner di riferimento di Vicenza, ndr) ponevano in essere artifici idonei a provocare una sensibile alterazione del prezzo delle azioni di Veneto Banca, strumento finanziario non quotato. Nonostante le indagini in corso, la figura del commercialista trevigiano non risulta però aver subito appannamenti. Al punto che l'attuale sindaco Manildo, che lo aveva nominato nel collegio dei sindaci di Farmacia trevigiana, la spa che gestisce le municipali, ne ha sempre difeso, nella mansione specifica, l'operato. Quando Michele Stiz, alla fine del 2016, si presentò in una Santa Caterina zeppa di gente che conferiva il Totila d'oro alla memoria di suo padre la voce gli tremava. Forse riandava a quell'uomo allergico ai riflettori e alle spettacolarizzazioni. A quello che tutti chiamavano eroe del suo tempo, dimenticando che con piazza Fontana si rovinò la carriera. Oggi, forse, quel servitore dello Stato silenzioso e fedele di una fedeltà antica, incrollabile, lo guarderebbe negli occhi con il desiderio di capire. O magari, avvezzo alle storture del sistema e dei sistemi, si chiuderebbe nel mutismo. Di sicuro nella storia di entrambi corre un filo. Dalla filiale centrale dell'Agricoltura di piazza Fontana, al quartier generale del risparmio veneto. Di mezzo, insomma, ci sono sempre queste maledette banche.
Elena Filini - Il Gazzettino
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.