Da Montebello a piazzale Loreto
Sabato 8 Ottobre 2011 alle 18:50 | 1 commenti
Come volevasi dimostrare e come ampiamente anticipato in passato, l'inchiesta penale sul cosiddetto affaire Montebello, o meglio buona parte di questa, è finita archiviata. Al di là del pasticcio investigativo con il quale si è conclusa la vicenda (niente intercettazioni sui politici, niente intercettazioni ambientali, niente analisi dei conti bancari, chissà perché), rimane in piedi la vicenda politica ed etica. L'aver stabilito una deroga a regole di per sé già larghe è una colpa grave che i politici e gli imprenditori della zona porteranno sulla loro coscienza e rispetto alla quale dovranno rendere conto a tutti i morti e agli ammalati di tumore della vallata e del bacino del Fratta.
Il fatto di affermare che quelle deroghe erano necessarie alla sopravvivenza del settore è un falso storico, ma se per assurdo la cosa fosse vera sarebbe ancor più grave perché si sostanzierebbe nel piegare i cardini dello stato diritto alle necessità di un determinato blocco sociale. Una pratica di una gravità assoluta che svuota da dentro il concetto stesso di democrazia. La quale in questa occasione si dimostra ancora una volta una falsa democrazia, ovvero un sistema di oligarchie mascherate.
Lorsignori però debbono fare attenzione. Per una nemesi della storia anche l'Italia, anche il Veneto, pur narcotizzati dal totalitarismo del mercato, pur con remote possibilità , potrebbero avere la loro «primavera araba». E a quel punto se qualche piazza Tahrir si trasformasse in qualche piazzale Loreto, lorsignori avrebbero poco da lamentarsi.
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