Da Barletta al Piave:l'11 novembre 1500, ops ... 2011
Domenica 13 Novembre 2011 alle 10:34 | 0 commenti
Caro Direttore, le invio un intervento personale.
L' 11 novembre 1500, ops 2011, dopo un accordo internazionale per la spartizione della penisola italiana e tutto per poter entrare nei gangli della vita politica ed economica dello stato italiano si costruì con la complicità di alcuni noti il ribaltone. L'occupazione ebbe luogo mediante i soliti che si accordano più con gli stranieri che non con il popolo italiano. Bisogna vincere un tiranno, dicevano e per questo erano disposti a vendere l'intera penisola, senza curarsi chiaramente del popolo, del suo orgoglio, anzi consentendo agli stranieri di dettare anche tempi, modi e le leggi che al loro servizio si dovevano compiere.
Poco dopo costoro con a capo il francese Charles de Torgues, detto Monsieur Guy de la Motte, accusò gli italiani di codardia. Fu qui che gli italiani ebbero, seppur tardivamente un vero sussulto d'orgoglio e il 15 gennaio 1503, ops, speriamo 15 novembre 2011, gli eroi che rappresentavano l'onore e il valore della penisola, sconfissero a Barletta coloro che avevano vilipeso. Con a capo Ettore Fieramosca ben 13 cavalieri italiani riuscirono nell'impresa. Certamente i poteri forti stranieri compresero allora il valore degli italiani. Se allora sconfiggemmo la denigrazione che dovremo fare oggi quando si opera per l'occupazione dello Stato da parte di diktat stranieri che hanno più necessità di far quadrare i loro conti che non i nostri? Poco a dire il vero, anzi si grida alla vittoria, si inneggiano sciarade e così becchi e bastonati. Non c'è che dire di questi politicanti che ancora una volta dimostrano che la volontà popolare non conta e che è meglio svendere anche l'orgoglio nazionale, ma che cosa ci si poteva aspettare da chi ha sempre vissuto all'ombra dell'internazionalismo? Che mal ha sempre sopportato la stessa bandiera italiana che era quasi del tutto mascherata da quella del partito? Forse come Peppone bisogna ricantare La canzone del Piave soprattutto là dove dice:" Era un presagio dolce e lusinghiero. Il Piave mormorò: Non passa lo straniero! "
Italo Francesco Baldo
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