Cristiano Citton: dichiarazioni sul doping del capo della procura Torri
Sabato 9 Ottobre 2010 alle 15:56 | 0 commenti
Riceviamo e pubblichiamo.
Cristiano Citton, DS del team juniores Guadense Rotogal, in merito alle dichiarazioni sul doping del capo della procura Torri dichiara: Caro Torri e io cosa dico ai miei ragazzi? "Se il doping non fosse dannoso per gli atleti andrebbe legalizzato". Così iniziava la lunga intervista del capo della procura antidoping Ettore Torri, pubblicata qualche giorno fa sulle maggiori testate nazionali.
Sono parole che lasciano il segno, parole che trovano motivazione nella grossa diffusione del fenomeno doping tra i corridori. Sostiene Torri: "ultimamente tutti i ciclisti che ho interrogato hanno detto che si dopano. Non è giusto quando si punisce solo un atleta su cento".
"E io cosa dico ai miei ragazzi"? Da questa domanda inizia la nostra intervista al DS del team Guadense Rotogal, Cristiano Citton. Con un passato da atleta, (campione mondiale juniores su pista), Citton da qualche anno segue una squadra giovanile nel padovano, una realtà che rimane allibita di fronte alle dichiarazioni di Torri.
"Il ciclismo non è tutto malato, i miei ragazzi non prendono nemmeno la vitamina C , si allenano duramente e fanno dei grandi sacrifici per seguire la loro passione, poi arriva il Torri di turno e getta il fango sul ciclismo senza fare distinzioni. Non voglio essere ipocrita, casi di doping ce ne sono stati, troppi forse, ma in campo giovanile c'è ancora chi sostiene lo sport pulito. Noi come società ci atteniamo ai protocolli della Federazione e abbiamo deciso di dare delle direttive interne con dei controlli random sui nostri ragazzi proprio per insegnare loro che il ciclismo pulito esiste. Non avremo centrato 10 successi in una stagione ma le nostre soddisfazioni ce le siamo tolte...se tutti partissero dal presupposto di Torri, quale genitore metterebbe in bici il suo ragazzo? Sono davvero rammaricato, questo generalismo non mi piace per nulla, so che in questi giorni Torri ha aggiustato il tiro ma se si voleva frenare il fenomeno doping be', non è certo questo il modo".
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