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Crisi e finanza, il manager accusa Moody's: rating truccati per conflitti d'interesse

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 23 Agosto 2011 alle 22:53 | 0 commenti

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Di Emanuele Di Nicola, Rassegna.it - L'ex vice presidente William Harrington: "Il conflitto di interessi domina l'azienda, è pagata dalle società che giudica". Valutazioni pilotate e analisti intimiditi: "Così le agenzie di rating hanno contribuito alla crisi".
Si chiama William J. Harrington e rischia di provocare un terremoto negli uffici delle agenzie di rating. L'ex vice presidente di Moody's, analista finanziario per undici anni, si è dimesso nel 2010 e ora ha deciso di descrivere i metodi del datore di lavoro. Il quadro che ne esce non è lusinghiero: grave conflitto di interessi, giudizi "aggiustati" per favorire i clienti, dipendenti licenziati se non si adeguano.

Sono questi alcuni passaggi dell'intervento di Harrington, un documento di 78 pagine pubblicato da Business Insider come commento alla proposta di riforma delle agenzie di rating avanzata dalla Sec, l'ente governativo che vigila sulla Borsa americana.
E già si parla di "confessioni del manager". Nella sua spiegazione, Harrington sostiene che Moody's abbia assegnato voti alti a investimenti dubbi. Come tutte le altre agenzie di rating, scrive, "un conflitto di interessi permea la cultura dell'azienda": Moody's è pagata dalle società di cui deve giudicare i titoli, si suppone oggettivamente. Ma non è così: "L'azienda incentiva un analista ad aderire a tutti gli elementi richiesti dal finanziatore esterno e lavorare per il programma del finanziatore".
Questo sistema ha determinato una serie di "storture", per primo il trattamento dei dipendenti. Chi non si adegua, secondo lo studioso, non ha vita facile nell'agenzia: i manager intimidiscono gli analisti che si oppongono ai giudizi favorevoli, vengono esercitate pressioni sistematiche su chi prende posizioni indipendenti. Obiettivo dell'azienda è plasmare gli studiosi e portarli ad esprimere valutazioni positive verso i propri clienti. Harrington racconta di aver ricevuto fino all'anno scorso una valutazione "molto alta" per la "capacità di lavorare su operazioni difficili", ma con la costante raccomandazione di "rendere la vita facile alle banche".
Inoltre i vertici di Moody's hanno ignorato gli avvertimenti dei propri esperti. A più riprese, i responsabili della valutazione dei titoli hanno informato l'azienda che le ipoteche sulle case americane "erano pompate da giudizi senza valore", scrive. I rating pubblicati da Moody's "sono spesso in contrasto con i suoi pareri privati". Le agenzie di rating, dunque, hanno una grande responsabilità nella creazione della bolla speculativa che ha portato alla crisi di fine 2008.
Harrington boccia anche la proposta di riforma della Sec. Con i cambiamenti suggeriti dell'organo governativo "l'integrità dei giudizi sarebbe ancora peggiore", a suo avviso, mentre la campagna di trasparenza interna avviata da Moody's è solo "un abbellimento a uso e consumo delle pubbliche relazioni".
L'agenzia si è difesa con un comunicato, riportato dal Washington Post. "Non possiamo sottolineare mai abbastanza la qualità e l'integrità del nostro processo di rating - ha detto il portavoce Michael N. Adler -, abbiamo solidi meccanismi di protezione che separano gli aspetti commerciali e l'attività di analisi. Le valutazioni sono assegnate da un comitato e non da un singolo analista". Ad oggi, comunque, Moody's non ha denunciato l'ex vice presidente per diffamazione.
La storia di Harrington è solo un altro passo della lunga polemica sulle agenzie di rating. Moody's, Standard & Poor's e Fitch controllano il 90% del mercato e fatturano due miliardi di dollari all'anno. Accusate a più riprese per l'incapacità di prevedere la crisi dei mutui subprime, i governi europei (come Germania, Spagna, Italia) ne chiedono la riforma e la fine del monopolio. Anche la comunità degli studiosi è molto critica. L'economista premio Nobel Paul Krugman ha dichiarato al New York Times: "Le agenzie di rating hanno avuto un ruolo primario nel causare la crisi, dando una valutazione 'A' per assets basati su ipoteche che si sono rivelate spazzatura. Non ci sono ragioni per prendere seriamente gli abbassamenti di rating di questi signori, sono le ultime persone di cui ci dovremmo fidare".


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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