Crescerà il numero degli irregolari in città
Venerdi 7 Ottobre 2011 alle 22:31 | 0 commenti
Riceviamo da Ezio Cortese e pubblichiamo.
Mi riferisco all'intervista pubblicata venerdi' 7 Ottobre a Daniele Sandonà della Cosep. Ribadisco il massimo rispetto per l'impegno profuso dalla Cosep nella gestione dei presunti profughi di guerra libici. Capisco anche il diritto di cercare di salvare la faccia a Variati e Giuliari su questa grave questione dei profughi, risultati poi clandestini.
Giusto anche preoccuparsi per la sorte di questi profughi dichiarati clandestini; faranno ricorso, scapperanno, delinqueranno? Nessuno lo può sapere.
I fatti sono che arrivati a Vicenza, da qui non se ne andranno perché non ne hanno la possibilità se non con rimpatri forzati (sono clandestini) con conseguenze simili magari a quanto accaduto recentemente a Lampedusa.
E' ingiusto e da male informati poi affermare che a rischio di delinquere sono solo i magrebini; a Vicenza è già ben presente anche una comunità di delinquenti provenienti da paesi quali Ghana, Togo,Somalia; guarda caso le stesse origini di questi profughi.
Sarebbe anche il momento di smetterla di raccontare favole sulle prospettive di vita a Vicenza di questi profughi, ed invece elencare in dettaglio su quali lavori socialmente utili sono impegnati e in che misura (non basta fare indossare una divisa da lavoro a qualche profugo, che poi trascorre qualche ora guardando gli altri che fanno manutenzione di strade, luoghi pubblici e così via).
Un esempio concreto: attiguo ai Paolini c'è un piccolo parco, lungo l'argine del Bacchiglione, frequentato da famiglie con bambini (di giorno) e da vandali (di notte). Il parco è ancora nello stato conseguente all'alluvione dello scorso Novembre (grazie al Comune). Parlando di lavori socialmente utili, si fosse visto qualche profugo che, fra una partita di calcio e un giro in bicicletta, fosse stato mandato a ripulirlo, ripristinare i lampioni rotti o i danni causati spesso dai vandali. NESSUNO. Ma non lavoravano tutti in Libia come muratori, carpentieri, e così via? Allora di che percorsi socialmente utili stiamo parlando? Finiamola con le frottole, saranno quattro parole di italiano che qualche profugo ha imparato che aprirà loro le porte del lavoro, soprattutto in un periodo di forte e crescente disoccupazione?
Inoltre, non per essere scettico, ma siamo sicuri che questi profughi non sapevano di arrivare in Italia come destinazione finale? Vogliamo essere così ingenui, o meglio buonisti ipocriti?
Ultima considerazione: c'era effettivamente una quota assegnata al Veneto relativa al'accoglienza di questi presunti profughi, ma non tutti i comuni hanno dato la disponibilità all'accoglienza. Alcuni amministratori hanno pensato prima all'interesse dei propri cittadini e alle pesanti ricadute in termini di sicurezza. A Vicenza purtroppo i nostri amministratori hanno purtroppo agito in maniera ipocrita buonista.
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