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Crac bancari, Libero: ... eppure Carmello Barbagallo da Sostituto è diventato Capo dell'Ispettorato di Vigilanza di Bankitalia

Di Rassegna Stampa Lunedi 14 Agosto 2017 alle 10:08 | 0 commenti

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Gli italiani tendono ad avere la memoria corta, persino se si parla dei loro risparmi. Poi adesso è estate, fa caldo, c'è voglia di leggerezza, ma è sempre meglio rinfrescarci la memoria sulle prodezze del sistema bancario italiano e soprattutto su chi dovrebbe vigilare i nostri risparmi, affinché per i giovani - ovvero il futuro del nostro Paese - uno straccio di futuro esista. In questi ultimi quindici anni, a danno dei cittadini e dei loro gruzzoli accumulati con la fatica di una vita, è successo veramente di tutto, ma sempre con un unico denominatore comune: il consumato tradimento verso la fiducia dei piccoli, inconsapevoli, risparmiatori.

 

IMPOSTA BEFFA
Un esempio? Non tutti sanno che nelle varie procedure di recupero di quel poco che gli avvoltoi del mercato finanziario hanno lasciato sul campo, si paga niente di meno che un imposta del 26 per cento sulla somma - già esigua - che si va a recuperare....

CARRIERA
Avvenimenti di questa caratura in un Paese normale vedrebbero capitolare in tempo zero i vertici delle Istituzioni e lo sconquasso della classe dirigente. E invece niente, in Italia si viene promossi.
Un esempio illuminante non può che essere Carmelo Barbagallo, catanese, classe 1956, che nel 2009 rivestiva la carica di Sostituto del Capo dell'Ispettorato di Vigilanza della Banca d'Italia, l'organo supremo di vigilanza del nostro paese.
Ora Barbagallo, default dopo default delle banche italiane (che però non lo hanno scalfito) riveste la carica di responsabile dell'intero dipartimento di vigilanza bancaria e finanziaria. Complimenti.
E mentre i suoi dirigenti scalano le poltrone più ambite del potere economico nostrano, la Banca d'Italia di certo non brilla per intuito ed efficienza nella sua funzione di controllo degli istituti di credito.

Infatti, dopo svariati anni dai tristi accadimenti in terra emiliana, tale e quale si è ripresentata la fregatura colossale a danno dei circa 118.000 risparmiatori truffati.
Solo quelli della Banca Popolare di Vicenza, si intende, aggiungiamoci poi tutti gli altri e i numeri diventano drammatici.
Di fatto è stata messa in ginocchio una delle aree più produttive del nostro Paese, il Veneto, al punto che, in preda alla disperazione per aver perso tutto, c'è stato chi si è tolto la vita.
Ma Banca d'Italia, capitanata dall'esimio dottor Visco, dov'era? CHI L'HA VISTA?
Da Banca Etruria a Monte dei Paschi, passando per CariFerrara e concludendo con le banche venete - tutti esempi di crac in cui sono sfumati i risparmi di ignari ed inconsapevoli correntisti - la storia si ripete senza che la vigilanza della Banca d'Italia riesca a prevenire o a svolgere un'azione efficace di controllo e gestione dei rischi.
Seppur vanti un costosissimo organico di circa 7000 dipendenti, i cui benefit sono decisamente sproporzionati rispetto ad altre categorie in tema di pubblico impiego.

Dov'era il controllore quando le banche venete insieme a Montepaschi elargivano crediti senza gli adeguati standard di garanzie di copertura agli amici degli amici?
Chi e cosa ha controllato la Banca d'Italia, che pretenderebbe di essere una della maggiori istituzioni di stabilità del Paese?
Dov'era finché le banche facevano carne da macello e consigliavano ai risparmiatori operazioni spericolate, come l'acquisto di titoli illiquidi, di aziende decotte, che molto frequentemente venivano messe in palio per le reti di vendita, con il solo scopo di turlupinare disorientati pensionati?
Per scoprire il gioco a Bankitalia sarebbe bastato semplicemente inviare un qualsiasi dipendente sotto forma anonima in una delle tante agenzie ed il trucco sarebbe emerso in due secondi.
Sarebbe bastato ingaggiare l'ultimo degli investigatori privati...
Una evidente bidonata di massa, mossa dalla megalomania di pochi, in uno scenario violento e in violazione del rapporto di lealtà commerciale col cliente.
Perché un qualunque pensionato che educazione finanziaria poteva avere per riuscire a difendersi dalla sua stessa banca?
E nel frattempo Banca d'Italia era sempre in pausa caffè?
Per non parlare del ministro Padoan, anche lui impegnato a fare altro.

CHE PAROLE
Ma sentite cosa diceva il 6 giugno 2017 durante un convegno sui crediti deteriorati, il dottor Barbagallo: «Tra le difficoltà del sistema bancario italiano, l'elevata consistenza dei crediti deteriorati è il fattore citato più frequentemente. Come ribadito nelle recenti Considerazioni finali dal Governatore della Banca d'Italia, si tratta di un fenomeno generalmente sopravvalutato, che va inquadrato correttamente».
Fenomeno sopravvalutato, che ha distrutto un Paese, caro Barbagallo.
Investitori senza cultura finanziaria che le banche hanno esposto incautamente, attraendoli con la mela avvelenata di cedole apparentemente premianti, con false promesse di grandi profitti.
E intanto la casta dei funzionari, finché le banche colano a picco, guadagna stipendi da leccarsi i baffi, che ovviamente paghiamo noi cittadini.
In media un funzionario della Banca d'Italia guadagna oltre duecentomila euro.
La Banca stessa ha un esercito di oltre 7000 dipendenti, che ci costano, attenzione a non cadere dalla sdraio, ben 1.2 miliardi di euro l'anno.
I loro capoccia inoltre hanno deciso di non sottostare al tetto dei 240mila euro previsto per i manager pubblici.
Per loro ci sono benefit di ogni genere, dall'asilo, all'affitto della casa che viene sopportato interamente dalla banca (ovvero da noi contribuenti).
Per non parlare dei dirigenti della Banca d'Italia che poi vengono assunti dalle banche che dovevano controllare, insomma l'elenco delle schifezze sarebbe lungo.
Ma la cosa grave è che con tutto questo dispendio di denaro non abbiamo ottenuto nulla, se non arricchire loro.
E ai risparmiatori non resta che piangere.
Sempre Barbagallo, che è a capo della Vigilanza dal 2014, nel suo convengo dice: «Siamo sicuri che le banche tra le proprie fila vantino professionalità adeguate e capaci di individuare la validità dei piani industriali delle imprese?».
Bargagallo, ma se non lo sapete lei, Visco, Padoan e gli altri 7000 privilegiati come voi, dovremmo saperlo noi?
Per la cronaca la Consob ha comminato agli ex vertici di Etruria, 910mila euro di multa per aver fornito ai risparmiatori informazioni tranquillizzanti e lacunose, insomma false.

Chissà, forse questa è la volta buona.

di Francesca Carollo, da Libero del 9 agosto 2017


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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