CorVeneto: Atlante decide sulle conciliazioni Bpvi e Veneto Banca, c’è lo schema
Giovedi 15 Dicembre 2016 alle 09:43 | 0 commenti
Quaestio Sgr, la società di gestione che, attraverso il Fondo Atlante, è proprietaria delle due ex Popolari del Veneto, ha convocato l’assemblea degli azionisti. Il passaggio è cruciale per tutti i piccoli soci di Bpvi e Veneto Banca, che hanno visto dilapidati i lori risparmi nello sprofondo delle azioni dei due istituti di credito, ridotte al valore nominale di 10 centesimi: dalla decisione che assumerà Quaestio, infatti, dipende tutta l’operatività dell’offerta di conciliazione, fondamentale per tentare di fare pace con una massa di persone arrabbiata e disillusa, come ha ampiamente dimostrato il clima di tensione che si respirava martedì in Fiera a Vicenza, durante l’assemblea di Bpvi incentrata sull’approvazione dell’azione di responsabilità contro i vecchi amministratori e dirigenti.
È del tutto evidente, infatti, che tocca a Quaestio-Fondo Atlante decidere quale atteggiamento tenere verso i vecchi soci delle due ex Popolari e stabilire le modalità e soprattutto la misura dell’offerta di rimborso, se non altro perché sono sempre Quaestio-Atlante a metterci i soldi. In attesa dell’imprimatur dei titolari della cassaforte, che si esprimeranno in questi giorni, le due banche gemelle di Vicenza e Montebelluna hanno provveduto ad allinearsi nel percorso che porterà alla proposta di conciliazione. Pur partendo da posizioni e soprattutto da numeri diversi nel valore nominale delle azioni e nel prezzo di recesso (6,3 euro ad azione per Bpvi e 7,3 per Montebelluna), è inevitabile, infatti, che le due offerte di rimborso ai vecchi soci - numerosi dei quali lo sono sia dell’una che dell’altra banca - dovranno essere il più possibile omogenee e non discostarsi troppo, per non creare diseguaglianze di trattamento che, ovviamente, Quaestio-Atlante vogliono evitare. Per questo motivo, entrambi i Consigli di amministrazione hanno già provveduto ad approvare lo schema tecnico della proposta, che non contiene ancora la cifra di rimborso - quella, come si è detto, dipende dal via libera dell’assemblea di Quaestio - ma contempla tutti i dati necessari per individuare la sterminata platea dei destinatari: quanti siano esattamente (soltanto per Vicenza si parla di 90 mila potenziali interessati) e da quanto tempo posseggano le azioni, una variabile tutt’altro che secondaria perché c’è chi le ha comprate più di recente e al prezzo del loro massimo valore, con un investimento che si è rivelato un autentico bagno di sangue, e chi invece le deteneva da molti anni e per questo le aveva acquistate a prezzi inferiori e ha goduto dei dividendi maturati. In ogni caso, è noto che lo schema-base di offerta sarà quello già comunicato dal presidente di Bpvi, Gianni Mion: una proposta superiore al prezzo di recesso (per Vicenza, come detto, 6,3 euro ad azione) e destinata a chi ha acquistato azioni negli ultimi 10 anni. Sul fronte dei prossimi aumenti di capitale che si renderanno necessari, il nuovo governo Gentiloni ha confermato la volontà pubblica di intervenire a garanzia della stabilità degli istituti bancari. Il provvedimento governativo, si sa, è pensato soprattutto per l’emergenza-Mps. Ma, una volta approvato, sarà valido per tutte.
Di Alessandro Zuin, da Corriere del Veneto
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