Coppa d'Africa sul prato dei Paolini
Venerdi 15 Luglio 2011 alle 10:56 | 0 commenti
Da VicenzaPiù e Ovest-Alto Vicentino n. 217 in distribuzione o scaricabile in pdf
Vita da profughi in via Ferrarin, tra studio della lingua italiana, sport e l'assenza delle donne. Con una preoccupazione: in Libia avevano un lavoro, in Italia cosa faranno? Giuliari: "La loro presenza è diventata un'opportunità per il territorio ed anche un volano per nuove attività " (clicca qui per video).
Se dall'altra parte dell'Atlantico è in corso la Coppa America di calcio, in viale Ferrarin, sul prato dei Paolini, è in corso una piccola Coppa d'Africa. A giocarsela sono i quaranta profughi africani scampati alla guerra in Libia e ospitati in città da diverse settimane. Per questi uomini è una fase di transizione della vita che sta trascorrendo in un clima disteso tra studio della lingua italiana e momenti di maggior svago volti comunque a favorire l'inserimento nella nostra società . Infatti questa particolare rappresentativa africana ha già iniziato a disputare gare amichevoli contro formazioni locali. Racconta Matteo Lenzi, mediatore culturale della cooperativa Cosep a cui il Comune ha affidato il compito di seguire i profughi: "Sono cittadini di tante nazionalità diverse, hanno lingue diverse, ma ciascuno di loro conosce due o tre lingue, specie l'inglese, il francese e l'arabo, e quindi, per quanto complessa, la comunicazione non rappresenta un problema. Nel tempo libero, oltre alle attività ludiche ai Paolini, ci sono alcuni di loro che hanno più possibilità economiche e quindi vanno in giro per la città a fare acquisti. Problemi di convivenza non ce ne sono: si tratta di persone molto miti e pazienti". Pensano di rimanere qui o hanno altri orizzonti? "Penso che debbano ancora capirlo. Sono capitati qui per sbaglio, solo per sfuggire alla guerra, non con l'idea di venire in Italia. In Libia avevano tutti un'occupazione, non se se qui sarà così facile trovare lavoro". Ai Paolini sono quaranta e sono tutti uomini. Le donne infatti sono in un altro istituto. "La maggior parte di questi uomini però ha moglie nei paesi d'origine e mentre erano in Libia si stavano muovendo per far arrivare lì anche le consorti". Nel frattempo, venerdì 1° luglio, è stata firmata una convenzione tra prefetto di Venezia, soggetto attuatore per la gestione dell'accoglienza dei profughi dal Nord Africa, e i Comuni e le associazioni che nel Vicentino stanno ospitando gli immigrati. L'assessore alla famiglia alla pace Giovanni Giuliari ha spiegato di cosa si tratta: "Nell'accordo non si parla solo di vitto e alloggio, ma del progetto generale di accoglienza che abbiamo attivato. Di conseguenza, anche la cifra prevista per l'ospitalità di ogni straniero è stata aumentata a 46 euro, pari a 1.840 euro al giorno per i 40 profughi in carico al Comune di Vicenza. Si tratta di soldi che vanno a chi accoglie e non al profugo che, ovviamente, non percepisce nulla". L'accordo riguarda i servizi di alloggio, i pasti, l'accompagnamento per l'assistenza sanitaria (sono in via di completamento le pratiche per il rilascio della tessera sanitaria e la scelta del medico di base), la pulizia dei locali in collaborazione con gli ospiti. La convenzione prevede inoltre servizi accessori come la fornitura del vestiario e dei prodotti per l'igiene, oltre alle iniziative di informazione giuridico legale sulla normativa sull'immigrazione, insegnamento della lingua italiana, mediazione linguistica e culturale, avvio di percorsi di formazione professionale. La convenzione vale sei mesi a partire dal 18 maggio, giorno in cui è cominciata l'ospitalità ; entro un mese dal suo termine potrà essere rinnovata o modificata. "Ad un mese e mezzo dall'inizio di questa esperienza - ha commentato Giuliari - questa convenzione che chiarisce diritti e doveri dei protagonisti del progetto risulta evidente che la presenza dei profughi, nel modo in cui l'abbiamo organizzata, è diventata un'opportunità per il territorio ed anche un volano per nuove attività ". La già citata cooperativa Cosep infatti ha già assunto nuovi collaboratori e una mediatrice culturale disoccupata è stata assunta dall'istituto di suore che ospita le donne. Ora i profughi sono impegnati nell'ottenimento dell'asilo politico previo colloquio alla "Commissione territoriale per i richiedenti lo status di rifugiati" che ha sede a Gorizia. Si andrà avanti per mesi e infatti Giuliari si augura che "i tempi si riducano e che, data l'emergenza, si possa aprire una Commissione territoriale anche in Veneto. Tutte le istituzioni che stanno accogliendo profughi stanno premendo in tal senso".
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