Coordinamento Cristiani per la Pace e Servi di Maria contrari a Papa Giovanni XXIII protettore dell'esercito
Giovedi 12 Ottobre 2017 alle 16:00 | 1 commenti
Riceviamo dal Coordinamento Cristiani per la Pace la lettera-appello inviata da Fratel Antonio Maria Santini per la commissione Giustizia e Pace dell'Ordine dei Servi di Maria della Provincia di Lombardia e Veneto al Card. Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il culto divino, e al Card. Gualtiero Bassetti, Presidente della conferenza episcopale italiana, e pubblichiamo: " Come commissione Giustizia e pace dell'Ordine dei Servi di Maria della Provincia di Lombardia e Veneto ci uniamo alla "Lettera aperta a papa Giovanni", promossa da PAX CHRISTI e da autorevoli voci sottoscritta, per esprimere fermamente anche il nostro aperto dissenso circa la nomina di papa Giovanni a "Protettore presso Dio dell'esercito italiano".
"Francamente - continua la lettera - ci sembra che ci siano metodi evangelicamente più sani per onorare il culto divino, piuttosto che manipolare l'identità dei santi, deturpando il volto di un grande testimone e promotore di pace di questo nostro tempo. Per quanti hanno veramente a cuore la pace nel mondo di papa Giovanni rimane prima di tutto il pressante richiamo evangelico a rilanciare attraverso il dialogo a tutti i livelli la divina legge della cooperazione tra i popoli di tutte le religioni e di tutte le culture (in terris), abbandonando la via della competizione, della conflittualità e della guerra. La smobilitazione degli eserciti è naturale conseguenza (Is 2,4); la loro sacralizzazione, affidandogli un santo patrono, peccato grave."
"La motivazione addotta - prosegue il fratello - per siffatta nomina che san Giovanni XIII ha fatto il cappellano militare durante la prima guerra mondiale ci induce, ancora una volta, a chiedere con tutte le nostre forze che vengano radicalmente riviste le modalità del servizio pastorale nelle caserme, certamente possibile da parte dei sacerdoti anche dalle parrocchie e dai conventi, senza essere inseriti nella struttura militare con privilegi annessi e connessi e le connivenze che ne conseguono. Superate le due guerre mondiali, il cui contesto era tragicamente diverso, molti di noi sono almeno quarant'anni che continuano a dire che i cappellani militari sono uno degli insulti più gravi che si possa fare al Vangelo di Cristo. Fino a quando la nostra Chiesa, la Chiesa di Gesù Cristo, sapientemente animata dall'azione pastorale di papa Francesco, dovrà sopportare questo scandalo?"
"Il giorno, in cui i cappellani militari ritorneranno alle parrocchie - conclude la nota - e dalle parrocchie si provvederà al servizio pastorale nelle caserme, sarà un primo grande passo verso una maggiore coerenza con il Vangelo di pace. Allora anche papa Giovanni, nonostante l'ingrato compito affidatogli, tornerà finalmente a sorridere."
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