Convegno Cna su Made in Italy
Lunedi 19 Aprile 2010 alle 19:06 | non commentabile
Cna Vicenza - La moda italiana ha ancora molto da dire. Quella veneta, vero centro della produzione tessile made in Italy di alto livello, in maniera particolare.
Il presidente nazionale di CNA Federmoda Luca Rinfreschi nel corso del convegno sul Made in Italy organizzato da CNA Vicenza e CNA Veneto, al Lanificio Conte di Schio, ha evidenziato quali siano le grandi opportunità che finalmente una legislazione che tuteli la realizzazione in Italia della maggioranza dei cicli di lavorazione apra per le imprese nostrane.
«Sono 10 anni che attendiamo questa legge. - evidenzia Rinfreschi - Una normativa utile, paradossalmente più fuori dall'Italia che non da noi. In Europa il prodotto totalmente realizzato in Italia non è tutelato e mentre Francesi, Tedeschi e Inglesi sono sempre pronti a fare le barricate sulle faccende che li riguardano, noi italiani invece no». La moda italiana, ha aggiunto il Presidente, nonostante abbia subito di più l'avanzata delle economie low cost, non ha ceduto e resta uno dei settori trainanti dell'economia veneta. Un comparto che continua a distinguere questo territorio sulla scena internazionale.
«L'obiettivo è proteggere il prodotto italiano attraverso una legislazione che obblighi alla tracciabilità della filiera del prodotto tessile-abbigliamento, imponendo che la produzione dei beni che espongono il marchio del made in Italy avvenga al 100% sul territorio nazionale» ha commentato Cinzia Fabris, Presidente del mandamento di Schio di CNA. «E' importante quello che è successo in questi ultimi mesi - marca la Presidente -. Dopo tanti annunci, la recente normativa e la risoluzione del Parlamento Europeo per l'introduzione del marchio d'origine, dimostrano che per la tutela del Made in Italy si sta delineando un percorso che porti alla difesa del prodotto italiano, ma ancor di più, alla tutela del prodotto europeo. Senza l'intervento dell'Europa il prodotto fatto in Italia non può essere difeso perché ciò che è bloccato alla dogana italiana perché irregolare, può passare tranquillamente nei porti e nelle strade di tutto il Continente finendo in Italia su "gomma" o per altre vie. Del resto una normativa italiana ed europea sul "Made in" è un allineamento a quanto già avviene in molti altri Paesi, come USA, Giappone, India, dove esistono norme che consentono ai consumatori di conoscere con certezza l'origine dei prodotti che acquistano. Però c'è ancora molto da fare. In particolare la tracciabilità del prodotto è il presupposto per ogni seria lotta alla contraffazione». Un altro punto importante su cui tuttavia bisogna agire, evidenzia la Fabris, è la diffusione della qualità e delle caratteristiche del prodotto italiano presso i consumatori. «Diffondere presso il consumatore, e in generale presso l'opinione pubblica, la consapevolezza del valore intrinseco del prodotto che acquista, valore dato non solo dalla sua utilità diretta e dal marchio, ma dalla storia, la capacità , la tradizione di chi lo realizza e che ne giustifica, attraverso la qualità , il costo».
Al convegno sono intervenuti inoltre Andrea Lulli, Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati, Vincenzo De Deo, responsabile dell'ufficio Antifrode del Direttore Regionale dell'Agenzia delle Dogane del Veneto, Elisabetta Boscolo, segretario vicario della Camera di Commercio di Vicenza, Daniela Rader, Assessore Sviluppo Economico del Comune di Schio. Il Sindaco di Schio, Luigi Dalla Via, ha invece aperto i lavori con un saluto di benvenuto ed un ringraziamento agli intervenuti.