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Considerazioni da Bruxelles

Di Giuseppe Di Maio Giovedi 28 Giugno 2018 alle 23:17 | 0 commenti

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Quando il treno aveva passato la Svizzera, i più mattinieri cominciavano ad occupare i corridoi; poi, dopo Metz o Thionville, prima di entrare nel Lussemburgo, il fumo delle carrozze fumatori appestava l'aria. Gli operai erano tanti e stavano per conto loro; i pochi impiegati gradivano la compagnia dei giovani che andavano alla scoperta del mondo. A me una volta era toccato uno della Comunità Europea che criticava il sistema scolastico italiano: "Questi conoscono almeno tre lingue, sono tutti laureati in ingegneria o economia, mentre noi arriviamo all'estero con Dante e la Divina Commedia."

Dentro il Berlaymont, o in uno dei palazzoni avveniristici di rue de la Loi, l'impiegato era a disagio: "Quando te la devi sbrigare in mezzo a loro, tra gente pratica, quando ti chiedono soluzioni, Dante, serve a poco."

Questi furono i miei primi contatti col mondo del lavoro, con le difficoltà del collocamento, della carriera. Avevo già lavorato, ma fare il manovale o il cameriere per qualche mese ed essere però riconosciuto come uno che sapeva di greco e di latino, era un'altra cosa. Gli operai mi scusavano, mi proteggevano, poiché la mistica dello studente lavoratore era sbilanciata a favore del primo, e in tutta Europa non c'era un posto dove non si rispettasse uno con le mani callose che faceva esami all'università. Poi, lentamente, gli anni '70 passarono, ed è passata anche quell'età di mezzo tra la rivoluzione antiborghese del '68 e la caduta del muro di Berlino del '89, un'età in cui, complice la politica, sono state liberate tutte le energie del Capitale finanziario e distrutti gli anticorpi sociali.

La virata nella vita del Capitale internazionale ha prodotto un aumento nel rapporto Capitale/Reddito e un conseguente disprezzo del lavoro, del lavoro dipendente e di quello manuale soprattutto. Una condizione di disprezzo sempre più inaccettabile per il cittadino europeo, frutto delle costituzioni democratiche e delle legislazioni garantiste sul lavoro, che col tempo ha tacitamente appaltato alcuni servizi a diverse etnie. Qui ad esempio, i poliziotti e i tramvieri sono polacchi, le marocchine sono addette alle pulizie, i neri fanno i manovali, la ristorazione, che aveva negli italiani i suoi migliori artefici, ha subappaltato i servizi più umili ai pakistani, etc. Sicché, quando il bus che viene dall'aeroporto mi ferma a Schumann sotto la Commissione Europea, il paesaggio antropico è cambiato, i colori sono diversi da quelli di 40 anni fa, diventando in tutto e per tutto un Nord-America in cui è fiorita quest'attuale etica dei soldi.

E' indubitabile che la nostra società si scontra con una contraddizione possente proprio attraverso una delle sue conquiste più alte, l'istruzione pubblica per tutti. Ed è un conflitto difficilmente superabile poiché qui cozzano la democrazia dell'accesso e la divisione del lavoro, la pariteticità dell'orgoglio della conoscenza e le disuguaglianze del collocamento e del reddito. Insomma, chi ha studiato Tasso e Ariosto fosse anche superficialmente, acquisisce una superficiale sensibilità e un superficiale orgoglio che gli impediscono di riconoscersi totalmente in chi per mestiere o per vocazione debba pulire i cessi. Peggio ancora sarà la consapevolezza di chi è stato allevato nel sogno capitalistico in cui tutti possono arricchire, nel momento in cui avverte che proprio il lavoro, e il lavoro umile, gli impedirà per sempre questa realizzazione. Una società siffatta non potrà fare altro che sanare una contraddizione con un'altra: importare cioè una disperazione e una speranza di riscatto presenti solo tra popolazioni che soffrono contrasti ben più grandi. Ecco come Juncker e Boldrini continuano a sostenere che l'Europa ha bisogno di manodopera straniera, mentre nessuno si adopera a cambiare le condizioni del lavoro e i suoi redditi, poiché bisogna garantire alla ricchezza di essere inattaccabile dal lavoro, bisogna far continuare a salire il rapporto Capitale/Reddito.

Così, i "Fiori italiani" come li avrebbe chiamati Luigi Meneghello, (la paideia greca, la raison illuministica e la Bildung romantica, come ammonisce Diego Fusaro), sono l'unica forma di resistenza al "cretinismo economico" propugnato dal capitale finanziario e dai suoi accoliti, dalla riduzione di un essere umano a soggetto economico e dalla ragione calcolatoria che pretendono di essere la sola sorgente di senso. "Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza".

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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