Con la totale abolizione delle province, risparmi per soli 510 milioni di euro all'anno
Domenica 25 Dicembre 2011 alle 21:16 | 0 commenti
L'eventuale abolizione di tutte le province italiane (*) garantirebbe un risparmio di spesa annuo attorno ai 510 milioni di euro. Come si arriva a questo risultato? A fronte di un costo complessivo annuo che supera di poco i 13 miliardi di euro, l'eventuale chiusura di tutte le realtà provinciali assicurerebbe un risparmio annuo del 3,9% del totale della spesa, pari, in termini assoluti, a poco meno di 510 milioni di euro.
I calcoli sono stati realizzati dalla CGIA di Mestre che ha analizzato le spese delle amministrazioni provinciali per ogni regione ed ha misurato l'incidenza del risparmio che si avrebbe dalla soppressione delle Province.
“E’ un dato – spiega Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA di Mestre – che non deve stupire: l’abolizione delle Province farebbe risparmiare, nel breve periodo, solo le voci di spesa riguardanti i costi della politica e quelle legate al funzionamento della macchina amministrativa. Per contro, le competenze oggi in capo alle Province e, soprattutto, i relativi costi di gestione e del personale, andrebbero, probabilmente, spalmate sulle Regioni ed i Comuni che si accollerebbero le funzioni delle Amministrazioni provinciali cancellateâ€.
La CGIA spiega che, dall’abolizione delle province delle Regioni a statuto ordinario, deriverebbe un risparmio di 421 milioni di euro; oltre 88, invece, sarebbero i milioni di euro risparmiati se si guardassero i costi delle realtà provinciali che si trovano nelle Regioni a statuto speciale: da queste ultime vanno escluse la Valle D’Aosta, Regione senza Province e le due ubicate nel Trentino Alto Adige.
Infine, andando ad analizzare i dati regione per regione, si va da un minimo di 2,11% di risparmio sul totale di spesa per il Friuli Venezia Giulia ( in termini assoluti pari a 10,6 milioni di €), ad un massimo di 8,97% per la Sardegna, con un risparmio di quasi 35 milioni di euro.
(*) ad esclusione di quelle di Trento e Bolzano
Clicca qui per visualizzare le tabelle.
A cura di CGIA di Mestre
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