Comune manda missive sbagliate, Cub: spreco di soldi sulle spalle dei dipendenti
Mercoledi 21 Agosto 2013 alle 15:16 | 0 commenti
Cub Vicenza - Se errare è umano. Se perseverare è diabolico, l'incaponirsi con feticistica tetragonia che cos'è? Ce lo si chiede quando un funzionario del Comune di Vicenza invia alla nostra Organizzazione Sindacale due raccomandate identiche (da € 5,10 l'una) in cui si battono i pugni perché un nostro delegato avrebbe usufruito di un permesso sindacale retribuito che non gli spettava.
La missiva Pgn 44631 dell'11.6.2013, conta 6 pagine ed è spedita con raccomandata A.R. a 9 indirizzi, tra i quali il Collegio dei revisori dei Conti del Comune di Vicenza, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il dipendente medesimo. Totale costo di spedizione circa € 45,00.
Immediatamente rispediamo la lettera al mittente spiegando che il dipendente non è mai stato nostro iscritto e ha usufruito dei permessi di un altro sindacato "come risulta evidente dalla nota del dipartimento della Funzione Pubblica" peraltro allegata alla missiva stessa.
Per carità , la svista può accadere. Solo che ai primi di agosto la cosa si ripete: la stessa missiva di 6 pagine che impone alla CUB di pagare permessi sindacali sempre dello stesso lavoratore, stessa quantità di indirizzi, sempre raccomandata da € 5,10 per ciascun indirizzo, però stavolta con altre due paginette di accompagnatoria - Pgn 58824 del 5 agosto 2013 - in cui si precisa "si trasmette la lettera 11.6.2013 Prot. N. 44631, erroneamente spedita ad un'organizzazione sindacale non di competenza." Totale costo della seconda spedizione altri € 45,00 circa.
Orbene, la cifra che il Comune di Vicenza pretende di recuperare è stratosferica: ben 70 euro il valore dei permessi sindacali impropriamente utilizzati dal lavoratore. Quindi si arriva all'assurdo che, mettendo su un piatto della bilancia il tempo impiegato per commettere due errori, unitamente ai costi delle 18 raccomandate spedite inutilmente, più le spese di una terza missiva che si spera stavolta sarà corretta, e sull'altro piatto la cifra che si vorrebbe incamerare dall'organizzazione sindacale che ha autorizzato i permessi retribuiti, si capisce il grottesco della storia.
Se a ciò si aggiunge che il pasticcione seriale altri non è che la plurincaricata e superpagata (140 mila euro l'anno di stipendio), Micaela Castagnaro, allora finisce che i lavoratori comunali, che ogni giorno si fanno un mazzo così e ai quali è chiesto ogni genere di sacrificio, si possano anche incavolare sul serio.
E se pena e ridicolo si fondono, della novella va informato anche l'assessore alla "i-nnovation" Filippo Zanetti che tanto sbandiera la digitalità del nostro Comune, mentre dovrebbe preoccuparsi anche quando, a palazzo Trissino, i dirigenti lavorano con sprezzo del ridicolo.
In questo solco la Castagnaro, inondata dal fuoco della innovazione 2.0, si è proiettata a ritroso, all'anno zero, all'epoca non dei tablet, ma dell'aratro e del bue: un bue punto zero.
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