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Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus: "bambina vicentina vuole stare con la mamma, psicologa propone psicofarmaci"

Di Redazione VicenzaPiù Sabato 14 Maggio 2016 alle 16:05 | 0 commenti

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Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus

La vicenda di questa ragazza sembra incredibile: Elisa (nome di fantasia), sta vivendo in una comunità, lontana dalla mamma e dai suoi affetti, su decisione di una psicologa di Padova. E dopo le segnalazioni sul disagio causato alla minore dall’allontanamento coatto, la psicologa, invece di ammettere l’errore ormai manifesto, propone di sedarla, per imporle farmacologicamente di accettare la separazione dalla madre.

Alcuni giorni fa sono arrivate le relazioni della Comunità e dei Servizi Sociali che segnalano l’impossibilità di continuare il percorso prospettato da questa psicologa. In particolare la relazione dei Servizi Sociali afferma che Elisa dichiara di sentirsi triste e depressa per l’esperienza che sta vivendo, ritenendo che la relazione col padre sia ormai deteriorata in maniera insanabile.

Di fronte all’evidenza della totale inadeguatezza e inopportunità del percorso, e l’ormai insanabile rottura dei rapporti con il padre (causata dal forzato allontanamento disposto dalla psicologa, in totale contrasto con la convenzione di New York sui diritti del giovane), la psicologa non solo si rifiuta di ascoltare il grido di dolore della minore, ma cerca di soffocarlo con metodi farmacologici: come se le emozioni di Elisa non fossero la normale reazione umana di un’adolescente che venga forzatamente allontanata dalla mamma, ma il sintomo di una malattia mentale.

La vicenda nasce nell’ambito di una separazione conflittuale. Il padre si rivolge al Tribunale a causa delle difficoltà relazionali con la figlia. Il Tribunale dispone una consulenza tecnica d’ufficio, delegando totalmente alla psicologa le decisioni su questa famiglia; e le irregolarità si sprecano. In palese violazione della Convenzione di New York sui diritti del giovane (che è Legge dello Stato Italiano), e nonostante la richiesta dell’avvocato della mamma, l’ordinanza di allontanamento del Tribunale di Vicenza non tiene minimamente conto del desiderio di Elisa, ma si appiattisce acriticamente sulla consulenza psicologica soggettiva: una malpratica diffusa in molti tribunali italiani. E non è tutto: l’ordinanza non viene emessa da un giudice togato, ma da un giudice onorario, e non viene nemmeno espresso il parere dal PM degli affari civili.

 A questo proposito l’avvocato Alessandra Bocchi del Foro di Vicenza, che difende la mamma, ha dichiarato:

“Siamo di fronte ad una gravissima violazione dei diritti umani di un minore, costretto a vivere in una comunità protetta, lontano dalla sua casa, dai suoi affetti, dalla sua mamma e dal suo cane, senza nulla aver commesso, ma la cui unica colpa sarebbe quella di essere figlia di genitori separati e vittima di una consulenza tecnica nel conflitto genitoriale che, per alleviare la sofferenza dovuta alla lontananza e dalla madre, riterrebbe addirittura necessario un supporto farmacologico.

A differenza dei Servizi Sociali che, invece, ritengono dannoso prolungare l’inserimento in Comunità, e propongono il ripristino di incontri liberi fra madre e figlia. Questa permanenza è priva di aspetti evolutivi per la  ragazzina, che si sente abbandonata e come in prigione”.

Dalla lettura della consulenza appare evidente come questa ragazza non sia stata ascoltata. Ad esempio, in un primo caso Elisa si lamenta alacremente della decisione del padre di averla inserita in una classe speciale negli Stati Uniti che secondo lei era una classe per handicappati, e loda invece la madre per averla inserita in una scuola normale, seppure con un sostegno, dove è riuscita a progredire negli studi. Eppure secondo la psicologa il padre offre più garanzia e più solidità nel prendersi cura delle istanze e dei bisogni che Elisa manifesta ed esprime. In un secondo caso, questa psicologa sostiene che una professionista, chiamata a condurre un percorso psicologico sulla ragazza, abbia già fatto l’aggancio terapeutico, mentre le carte evidenziano come l’atteggiamento di Elisa nei confronti del percorso terapeutico sia stato di grande ostilità.

Le ragioni di questo mancato ascolto di Elisa sono un’evidente conseguenza del pregiudizio proprio di alcuni psichiatri e psicologi che sostengono la PAS (sindrome da alienazione genitoriale). Questa cosiddetta sindrome (il cui utilizzo nei casi di affidamento di minori è stato esplicitamente escluso in una recente sentenza della Corte di Cassazione, perché dallo studio della letteratura scientifica non se ne trova traccia) è stata usata per motivare l’allontanamento forzato di Elisa dalla madre e dai suoi affetti. Il nostro comitato sostiene da anni la mancanza di scientificità della disciplina psichiatrica, ma la validità di questa sindrome è controversa persino all’interno della stessa comunità psichiatrica. E la soluzione proposta da alcuni fanatici della PAS è realmente estrema e prevede la totale cessazione coatta dei rapporti con il genitore alienante: una soluzione peggiore del male e molto invasiva, che ha aperto la porta a innumerevoli violazioni dei diritti dei bambini.

Ci auguriamo che il giudice possa rivedere velocemente la vicenda con una propria istruttoria, riappropriandosi del suo ruolo di perito dei periti, e assicurando giustizia a questa bambina in conformità con la Convenzione di New York sui diritti del giovane. Il CCDU chiede anche un intervento efficace da parte dell’Ordine degli Psicologi.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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