Sembra triste Marostica
Giovedi 28 Febbraio 2013 alle 20:33 | 0 commenti
Le otto di sera di un giovedì di fine inverno,  una luce soffusa attraversa tutta la piazza degli scacchi col castello inferiore a fare da guardiano, scuro in volto ma tranquillizzante come un vecchio nonno. È Marostica stasera con la gente che ci sarà , ma che è nascosta dietro le mura di casa, magari a trepidare per il gioco dei pacchi ripetitivo e ripetuto più delle promesse di chi una volta chiamavamo politici, prima che, nascosti da uno sfavillante benessere, infangassero per la loro fame insaziabile di soldi nomi come quelli di Moro, Berlinguer, Almirante...
Tutti personaggi che oggi sembrano evangelici o, anche, solo da favola se confrontati con i maiali di Fiorito e i diamanti di Belsito.
Alcuni giovani stasera sono appena entrati, mano nella mano, nei bar del centro, tutti aperti, e altri parlano fra di loro con un innocuo bicchiere di spritz appoggiato sul tavolo.
Sono ragazze e ragazzi, che hanno lasciato tv e computer per stare insieme. Come i padri, che facevano come i nonni, che imitavano i bisnonni...
Dopo una guerra decisa da infami e combattuta dai poveracci, loro, nonni e bisnonni, sessanta anni fa avevano fame e sogni. Ma la spinta della fame li ha portati a realizzare i sogni.
Oggi i ragazzi, dopo una crisi scatenata da infami ancora peggiori, hanno anche fame di sogni.Â
Sembra triste Marostica stasera, ma basta guardare oltre le vetrine dei bar del centro per scoprire che la vita può rinascere dai valori semplici di quelle mani nelle mani, di quei bicchieri che fanno parlare.
Sotto luci soffuse, lontano dai fari delle illusioni.
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