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Due società orafe evadono 54 mln Iva. Oro in nero: 14 ton, 312 clienti, spedizionieri complici

Di Redazione VicenzaPiù Sabato 9 Luglio 2011 alle 08:44 | 0 commenti

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Guardia di Finanza di Vicenza  -  Indagini della Guardia di Finanza di Vicenza nei confronti di due società orafe: scoperta evasione, ai soli fini iva, per € 54 milioni. Acquisti e vendite "in nero" di 14 tonnellate di oro e preziosi per un controvalore di circa € 135 milioni

A conclusione delle investigazioni condotte dal Nucleo di Polizia Tributaria di Vicenza, i responsabili di due imprese orafe vicentine si sono visti recapitare l'"avviso di conclusione delle indagini preliminari" emesso nei loro confronti dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vicenza.

Alla luce degli elementi emersi, il Pubblico Ministero, Dott. Marco Peraro, ha confermato le ipotesi di reato formulate dalla Guardia di Finanza secondo le quali, in particolare, i due imprenditori (padre e figlia), cui sono riconducibili due note imprese orafe, coinvolte in distinte procedure fallimentari, sono accusati di frode fiscale, bancarotta fraudolenta aggravata (patrimoniale e documentale), corruzione di pubblici ufficiali e appropriazione indebita.
Le indagini hanno consentito di accertare vendite e acquisti in nero di oro per oltre 14 tonnellate, nel corso degli anni 2004-2009, da parte delle due società, per un valore di oltre 135 milioni di euro ed un'evasione, ai soli fini iva, per circa € 54 milioni.
Sono risultate coinvolte nelle compravendite di preziosi non fatturate ben 312 imprese orafe operanti su pressoché tutto il territorio nazionale, per le quali sono stati interessati 87 Reparti del Corpo.
Infatti, nel corso delle perquisizioni svolte, i finanzieri hanno rinvenuto, presso le abitazioni dei due imprenditori indagati, documentazione informatica all'interno della quale si celava una vera e propria contabilità parallela rappresentativa della reale gestione, mai confluita nei bilanci e nelle dichiarazioni fiscali delle due società.
La decodifica e l'elaborazione dei dati acquisiti ha consentito di ricostruire - nell'ambito delle verifiche fiscali avviate in parallelo alle indagini penali - l'operatività effettiva delle due imprese: è stato individuato, in questo modo, un vero e proprio mercato "in nero" di preziosi, che interessa, appunto, centinaia di imprese con sede in 17 differenti Regioni italiane.
Nel corso delle indagini, è stato accertato, altresì, che l'imprenditrice - in concorso, questa volta, con la madre (parimenti indagata) - aveva simulato di aver subito un furto per poter giustificare, attraverso una falsa denuncia, la "sparizione" di kg. 30 di oreficeria (per un valore pari a circa € 600.000,00), in precedenza sottratta dalla stessa imprenditrice dal magazzino della società.
In un altro caso, sono risultati indebitamente prelevati dalla società 150 chilogrammi d'oro, per essere utilizzati quale "buona-uscita" in nero, per liquidare un socio "occulto".
Proprio l'aver effettuato ingenti distrazioni, unite a cessioni in nero della merce, è l'ulteriore capo di imputazione contestato ai due imprenditori vicentini, i quali, per coprire, contabilmente, almeno in parte, il rilevante ammanco di magazzino, hanno fatto ricorso, nel 2007, a false esportazioni di oltre 500 Kg. di oro fino (pari un valore complessivo di circa € 7.000.000,00), verso inesistenti clienti di Hong Kong.
Questi ultimi sono stati, poi, fatti apparire come completamente insolventi, per far gravare i conti societari di ulteriori € 200.000,00 di spese legali inesistenti per il recupero (ovviamente irrealizzabile).
Quanto alle false esportazioni, esse sono state rese possibili grazie alla "connivenza" di taluni spedizionieri doganali (che, nel caso di specie, rivestivano le funzioni di pubblico ufficiale), prestatisi ad attestare dati falsi nei documenti doganali.
Gli spedizionieri, accusati, al pari dei due imprenditori, di corruzione, risultano, in altri termini, essere stati disponibili a curare le operazioni false, predisponendo la documentazione necessaria e ricevendone, in cambio, anche la consegna di "regalie" in oro.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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