Coletto interviene alla conferenza governativa di Venezia sui "malati di amianto"
Sabato 24 Novembre 2012 alle 18:02 | 0 commenti
Luca Coletto, Regione Veneto - "Le numerose normative nazionali prodotte nel tempo, si sono spesso sovrapposte o, quantomeno, hanno interferito tra loro in modo più o meno marcato creando un quadro di complessa interpretabilità per quanto riguarda l'ambito sanitario e quello ambientale, con un profilo di competenze non ben definito". Ha iniziato così l'assessore regionale alla sanità del Veneto, Luca Coletto, intervenendo oggi a Venezia alla giornata conclusiva della Conferenza Governativa sull'amianto
L'assessore ha poi così continuato: "Per l'ambito sanitario è di tutta evidenza che la competenza legislativa concorrente regionale implica un forte coinvolgimento delle strutture regionali e, quindi, delle Aziende ULSS che sul territorio assicurano interventi a tutela del lavoratore e della popolazione. In questi anni il Servizio Sanitario Regionale ha garantito i controlli dei piani di lavoro per gli interventi di rimozione dell'amianto (dal 1992 al 2011 gli interventi di bonifica monitorati dalle ASL sono stati circa un milione) e l'attività di sorveglianza sanitaria dei lavoratori ex esposti all'amianto che, in numerose Regioni, beneficiano di programmi sanitari finalizzati alla diagnosi precoce delle patologie asbesto correlate, o alla cura ed assistenza hanno interessato, ad oggi, oltre 20.000 cittadini ex esposti ad amianto a livello nazionale".
Luca Coletto, intervenendo oggi a Venezia alla giornata conclusiva della Conferenza Governativa sull'amianto.
"In questo ambito - ha aggiunto Coletto - le Regioni sono impegnate nello sviluppo di un progetto CCM del 2012, finalizzato all' adozione di una comune pratica di sorveglianza epidemiologica basata sulla evidenza delle azioni.
Coletto ha quindi tracciato il quadro delle iniziative sanitarie attuate in Veneto.
"Il Veneto - ha detto l'assessore - è una delle aree del territorio nazionale interessate dal problema amianto, con particolari criticità ( determinate dal numero di lavoratori che fino al 1992 sono stati esposti all'amianto) per i territori provinciali di Venezia e di Padova. Per tale motivo la Regione del Veneto, già dal 1998 ha avviato, in compartecipazione con il Ministero della Sanità , un programma speciale di ricerca riguardante la "Sperimentazione di un modello di sorveglianza e di assistenza sanitaria ai lavoratori con pregresse esposizioni professionali a cancerogeni (Amianto e CVM)". All'esito di tale attività , è stato validato un protocollo per la sorveglianza dei lavoratori ex-esposti ad asbesto, applicato ai lavoratori delle aziende di costruzione e manutenzione di rotabili ferroviari, aziende produttrici di manufatti in cemento/asbesto, aziende con attività di coibentazione o de coibentazione".
"Dal 2000 al 2011 - ha ricordato Coletto - in Veneto sono stati effettuati circa 7500 controlli su lavoratori ex esposti ad amianto, circa un terzo della popolazione stimata come possibile esposta, in quanto l'adesione ai programmi è a carattere volontario ed è stata promossa attraverso una campagna informativa e la sottoscrizione di un protocollo d'intesa con i principali patronati dei lavoratori".
Tale azione, che viene attuata in regime di totale esenzione di spesa per tali lavoratori, si configura come Livello Essenziale Assistenziale aggiuntivo regionale ed ha permesso di accertare oltre 100 casi di patologia grave che, altrimenti, non sarebbero stati riconosciuti ed indennizzati.
In Veneto, inoltre, già dal 1996 la Giunta regionale ha approvato il Piano regionale di protezione e decontaminazione dell'amianto che prevedeva l'attivazione di corsi specifici per addetti alla rimozione, smaltimento e bonifica dell'amianto, la realizzazione di una rete laboratoristica regionale per il campionamento e l'analisi dell'amianto e linee guida di indirizzo per il controllo delle condizioni di salubrità degli ambienti di lavoro.
Successivamente sono state definite ulteriormente le competenze operative dei dipartimenti delle Ulss e dell'Arpav.
"Più in generale - ha concluso Coletto è quanto mai opportuno che i rapporti tra istituzioni statali e regionali siano improntati al rispetto del principio di leale collaborazione istituzionale.
In ogni caso, in un'ottica di leale collaborazione istituzionale, i Ministeri della Salute e dell'Ambiente potrebbero promuovere in collaborazione con le Regioni, costituzione di un gruppo di lavoro permanente composto dalle componenti regionali e ministeriali, della sanità e dell'ambiente, con il compito di dirimere le criticità applicative della normativa di settore, definire gli ambiti di intervento statali e regionali, omogeneizzare le metodiche di sorveglianza epidemiologica sugli ex esposti ed individuare gli obiettivi prioritari per la salvaguardia del territorio in termini di salute e di ambiente".
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