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Coldiretti Vicenza: allevamenti veneti e vicentini messi a dura prova da prezzo e qualità di latte e carne

Di Note ufficiali Martedi 17 Gennaio 2017 alle 16:08 | 0 commenti

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Un centinaio di allevatori veneti, tra cui numerosi vicentini, hanno raggiunto oggi, di prima mattina, piazza Pio XII a Roma, per celebrare Sant’Antonio Abate, il patrono degli animali. Alla guida della delegazione il presidente dell’Associazione regionale allevatori del Veneto, Floriano De Franceschi, che si è unito al presidente di Aia Roberto Nocentini, al direttore generale Roberto Maddé ed al presidente nazionale Coldiretti Roberto Moncalvo, e sottolinea le difficoltà in cui versa il settore e l’esigenza di una svolta radicale, in linea con quanto sostenuto da tempo da Coldiretti, per tutelare le produzioni tipiche locali, quindi le migliori eccellenze lattiero-casearie e la carne made in Italy. Carne, salumi tipici, latte e formaggi sono pesantemente colpiti dalla scure dei prodotti provenienti dall’estero ed in gran parte utilizzati come materia prima per la trasformazione dalle multinazionali che da tempo sono riuscite ad irrompere nel mercato.

“Sotto accusa anzitutto la normativa che consente di spacciare italiani prodotti importati dall’estero per la mancanza di norme chiare e trasparenti sull’etichettatura di origine. Una svolta è attesa nel 2017 – commentano il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola ed il direttore Roberto Palù - con l’entrata in vigore delle legge che obbliga ad indicare in etichetta la provenienza del latte con mucche o pecore e capre che potranno finalmente mettere la firma sulla propria produzione garantita a livelli di sicurezza e qualità superiori grazie al sistema di controlli realizzato dalla rete di veterinari più estesa d’Europa”. Parole cui fa eco anche il presidente De Franceschi: “la qualità è il nostro fiore all’occhiello, però ha costi di produzione indubbiamente più elevati. L’unica strategia che gli allevatori possono attuare per andare avanti è l’ammodernamento dell’azienda in termini di efficienza ed attraverso un sistema di qualità basato sull’attenta e costante analisi dei dati, che deriva anzitutto dai controlli funzionali. Ed in Veneto siamo maestri in questo, perché ogni animale viene monitorato costantemente, così da produrre un latte di qualità straordinaria, che i casari possono abilmente trasformare nei formaggi che tutti portiamo in tavola con orgoglio e che il mondo intero ci invidia”. Qualità, efficienza, ma anche un bagaglio di tradizioni che si rischia di perdere. “Quando una stalla chiude – proseguono Cerantola e Palù - si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere lo spopolamento e il degrado spesso da intere generazioni”. Nonostante un’importante attività di recupero, in Italia sono minacciate di estinzione ben 130 razze allevate, tra le quali ben 38 razze di pecore, 24 di bovini, 22 di capre, 19 di equini, 10 di maiali, 10 di avicoli e 7 di asini, sulla base dei Piani di sviluppo rurale della precedente programmazione. Ma in pericolo sono anche pezzi pregiati dell’enogastronomia nazionale, che può contare sul primato mondiale con 49 formaggi Dop riconosciuti dall’UE addirittura, ma a rischio ci sono anche i prelibati prodotti della norcineria nazionale, dal culatello di Zibello alla coppa piacentina, dal prosciutto di San Daniele a quello di Parma, per un totale di 41 salumi made in Italy tutelati in Europa.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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