CNA Thiene risponde a Giorgetti
Lunedi 14 Dicembre 2009 alle 19:28 | non commentabile
CNA Vicenza
PILASTRO- CNA THIENE RISPONDE AL SOTTOSEGRETARIO GIORGETTI
BISOGNA CAMBIARE STUDI DI SETTORE, LE AZIENDE ACCUSANO CALI DEL 40%.
A rischio tutto il sistema della piccola imprese. Tra le proposte lanciate da Pilastro: detassare tredicesime e straordinari, ridurre i contributi Inail per le aziende virtuose e compensare i ritardi dei pagamenti della PA.
Thiene - Il tema principale per gli artigiani e la piccola imprese resta quello delle imposte. Giacomo Pilasstro, Presidnete del mandamento di Thiene di CNA Vicenza, risponde alle parole del sottosegretario all'economia Alberto Giorgetti sulla necessità di proseguire con rigore le verifiche fiscali. Precisando che nessuno si sogna di chiedere esenzioni né di aprire la strada all'evasione, ma chiedendo con vigore che «Si applichi la possibilità che ci è stata data proprio dallo Stato di diluire il pagamento delle imposte sul modello del ravvedimento operoso e non si facciano scattare in automatico le verifiche a carico di chi sceglie questa strada perché è come penalizzare due volte le aziende. Non servono scelte strategiche, basta una circolare e un po' di flessibilità e di buon senso, ne guadagneremmo tutti». Lo Stato, aggiunge Pilastro, deve capire la condizione di crisi delle aziende e agire di conseguenza. «Finora in favore delle imprese si è visto ben poco, servono provvedimenti trasversali che rilancino i consumi e sostengano le aziende in questo passaggio difficile. Anche senza ricordare sempre i livelli record della pressione fiscale in Italia pensiamo ai costi sociali che avrebbe un crollo del sistema della piccola impresa.»
E i segnali che arrivano non sono rassicuranti. In zone ricche e storicamente molto attive sul versante imprenditoriali, fa notare Pilastro, «si moltiplicano le storie di chi ha impegnato la casa e l'automobile pur di resistere. La politica dice che sono stati modificati gli studi dì settore in favore delle aziende ma questo è avvenuto prima della crisi. I cali di fatturato medi registrati parlano di una picchiata di oltre il 40%, come si può pensare di pagare al buio per un fatturato che non c'è stato. Sono rigidità assurde che si aggiungono ad un contesto pesante per gli artigiani e la piccola impresa. Noi paghiamo l'energia più cara degli altri, subiamo una mole ingente di costi indiretti, senza dimenticare i ritardi di pagamenti degli enti pubblici. Ci avevano promesso la riduzione dell`Irap e non c'è stata, per l`Irpef c'è un parziale rinvio a primavera ma il problema è che le aziende sono ferme. Edilizia e indotto, meccanica, legno, tutti i settori chiave per noi, hanno crolli verticali. Bisogna riflettere seriamente sul tutto e dare qualche segnale, compensando per esempio i crediti con la pubblica amministrazione, detassando tredicesime e straordinari e abbassando per le aziende virtuose i contributi a un Inail che gode ottima salute».