Cna: passi positivi del governo verso le Pmi
Lunedi 2 Aprile 2012 alle 09:41 | 0 commenti
Da VicenzaPiù n. 231
Di Silvano Scandian, Presidente Provinciale CNA Vicenza
La realtà delle quasi 3000 piccole imprese, artigiane e non, rappresentate da CNA Vicenza è ben diversa, come si può intuire, da quella della grande impresa industriale e dal mondo rappresentato da Confindustria. La pesante crisi degli ultimi anni e l'evoluzione di un mercato globale dove cambiano rapidamente equilibri e regole, ha colpito profondamente il nostro modello imprenditoriale.
Questa congiuntura è resa ancora più problematica da una crescente difficoltà nel dialogo col sistema bancario e nell'accesso al credito, in una economia che si sta fortemente finanziarizzando e con vincoli e regole esterne (penso a Basilea 3, per esempio), che calate in questo contesto di pesante recessione stanno mettendo in ginocchio l'intero sistema.
E' quindi certamente quello dell'accesso al credito il problema più sentito oggi dai nostri imprenditori. Problema che solo in parte riusciamo a fronteggiare con il sistema dei Confidi (CNA Vicenza ha recentemente aderito a Sviluppo Artigiano, il colosso del sistema CNA che copre 12 province tra Veneto e Lombardia). In tale difficile contesto, però , non secondario è il problema del lavoro. Nelle nostre imprese, l'artigiano è in rapporti di forte vicinanza e solidarietà con i propri dipendenti. Non a caso, proprio dalle nostre parti si sono registrati tragici casi di suicidi tra imprenditori che non potevano onorare i loro impegni verso i dipendenti.
Ci appare quindi a volte lontano ed astratto il dibattito in corso sull'articolo 18 e sulla possibilità di licenziare. Anche se va detto che a Vicenza abbiamo la fortuna di confrontarci con rappresentanze sindacali dei lavoratori attente e propositive, con le quali si riesce spesso a ragionare in modo costruttivo e condividendo lo spirito di far parte di un unico sistema, da tutelare e difendere.
Ciò detto, siamo consapevoli che nel contesto ormai mondiale con cui devono confrontarsi le nostre grandi e piccole aziende, risulta non differibile una modifica del modello di welfare che ci avvicini all'Europa, favorendo una positiva e costruttiva flessibilità del mercato del lavoro, dove sia consentito anche allontanare i dipendenti (a fronte però di costi certi e crescenti) ma con la garanzia che il sistema favorisca una rapida ed adeguata ricollocazione del personale. Per esempio, attraverso un modello contrattualizzato di outplacement garantito a tutti i lavoratori sino a quando non si ricollocano. Va poi predisposto un modello contrattuale che dia maggiore autonomia e poteri al sistema territoriale o aziendale, viste le diversissime specificità presenti nel Paese, e individuata una forma di accesso al lavoro per i giovani che tolga il rischio della precarietà e consenta un dignitoso avvio di carriera per tutti. In questo senso, il contratto di apprendistato, opportunamente modernizzato, rappresenta un'ottima base di partenza. Nel vicentino, è inoltre sentito più che altrove il problema della forza lavoro immigrata, che in alcune zone ha avuto un ruolo fondamentale per tenere in piedi il nostro sistema economico. Va detto che CNA in questo senso è da tempo all'avanguardia per favorire una positiva integrazione dei lavoratori ed imprenditori stranieri, grazie alla realtà di CNA World, dove personale esperto indirizza e supporta queste fondamentali risorse di un sistema che sarà sempre più, inevitabilmente arricchito da esperienze e culture diverse.
Desideriamo in ogni caso formulare alcune considerazioni a caldo in relazione al primo accordo già sottoscritto dal Governo con le parti sociali (CGIL esclusa): per quanto di interesse per le PMI, si registrano alcuni positivi passi avanti. Infatti l'aliquota contributiva per la nuova Aspi (la precedente disoccupazione) è stata mantenuta allo 0,40%, senza l'innalzamento all' 1,30% inizialmente proposto. Inoltre, l'aliquota addizionale dell' 1,40% introdotta per tutti i contratti a tempo determinato non sarà applicata per i contratti stagionali e per i contratti di sostituzione. Si tratta di due risultati positivi frutto della forte iniziativa assunta dal Cna e da Rete Imprese Italia. Preoccupazione e perplessità destano invece due scelte: la prima è quella di introdurre un nuovo contributo di licenziamento da versare all' Inps da parte delle imprese all'atto del licenziamento di dipendenti a tempo indeterminato. La seconda riguarda l'assoluto silenzio sulla Cassa Integrazione in deroga, ammortizzatore che sparisce e per il quale non pare previsto alcun meccanismo sostitutivo.
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