CNA chiede a Bondi moratoria su equo compenso
Venerdi 30 Aprile 2010 alle 19:42 | 0 commenti
Cna Vicenza - Inviato un nuovo sollecito al Ministro Sandro Bondi per chiedere una moratoria della nuova legge sull'Equo Compenso (Decreto del Ministero dei Beni e delle Attività culturali il 30/12/2009) e per attivare un tavolo tecnico di confronto tra le categoria economiche e le imprese.
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«Le modifiche della normativa iniziano a sviluppare i propri effetti nel mercato ICT Italiano - commenta Giampi Michelusi, coordinatore ICT Cna Vicenza- questa legge avrà un aumento stimato tra il 10 e il 30% di tutti quei dispositivi, come supporti usb, memory card per macchine fotografiche, cellulari, decoder e anche cd e dvd vergini, che potrebbero essere utilizzati per conservare o riprodurre illecitamente, presume il legislatore, opere d'autore senza il dovuto versamento dei diritti. Oltre alle perplessità dei grandi operatori, che temono una contrazione del proprio mercato e dei consumatori che vedono un incremento dei prezzi dei beni tecnologici, si aggiungono le difficoltà operative ed economiche delle piccole e medie aziende del settore (il 98%), operatori del settore Ict e fotografi alle prese con una normativa poco chiara e punitiva».
La CNA ha già comunicato le iniziali perplessità al Ministero con una lettera del 24 febbraio, ora raccogliendo continue segnalazioni di problematiche e difficoltà segnala i principali punti critici del provvedimento.
Ci sono dei problemi di principio prosegue Michelusi «Questa normativa fa pagare alla collettività degli utenti i comportamenti illegittimi di alcuni singoli e decide che il puro acquisto di un oggetto ne presupponga un uso illecito. Sono tutti principi che suscitano dubbi e perplessità evidenti e che, inevitabilmente, genereranno possibili contenziosi».
A questi si sommano aspetti di natura pratica, prosegue «La Legge stabilisce una differenza tra uso privato ed uso professionale, il primo gravato dal contributo il secondo no, ma ordina che il pagamento debba essere effettuato dai produttori o distributori originali ovvero all'inizio della catena commerciale dove l'utilizzo finale dei prodotti non è o può non essere definito. Ciò comporta una grande incertezza nell'applicazione e nell'interpretazione».
E ancora la norma ricorda Michelusi stabilisce "la responsabilità in solido" della catena distributiva, un anello è responsabile dell'eventuale mancato pagamento dell'operatore precedente. «Le aziende si trovano spesso nell'impossibilità di sapere se il contributo è stato versato. Senza dimenticare che la decorrenza dal 14 gennaio, ha trovato gli operatori impreparati ed, in particolare, proprio le PMI della distribuzione (ICT, fotografi, commercianti ecc.) su cui ricade questa responsabilità , esponendoli a pesanti sanzioni».
Altri ancora sono le problematiche. Gli importi stabiliti sono in valore assoluto in un mercato con una dinamica dei prezzi veloce e storicamente tendente al ribasso, con margini ridottissimi. Un contributo che attualmente può essere del 10% del prezzo originale tra tre anni supererà il valore del bene. Gli importi sono stabiliti in modo da essere più bassi per i prodotti già assemblati (un computer o un notebook) rispetto al singolo supporto di memoria, ciò comporta una fortissima penalizzazione per gli assemblatori italiani e per i VAR rispetto alle grandi multinazionali. Tutte queste considerazioni conclude Michelusi «ci fanno dire che sussiste un rischio concreto per un intero settore produttivo».
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