Claudio Rizzato: se vogliono avere un futuro, i partiti devono tornare a fare Politica
Giovedi 3 Maggio 2012 alle 20:28 | 2 commenti
Riceviamo da Claudio Rizzato, ex Consigliere regionale PD, e pubblichiamo
Il modo attuale di fare politica dei Partiti italiani alimenta la cosiddetta antipolitica che andrebbe meglio definita come atteggiamento antipartitico. Appropriazione indebita di denaro pubblico per il gruppo dirigente o per singoli rappresentanti; proliferazione di nuove forme di corruzione a danno dello Stato e dei cittadini; inaccettabile utilizzo dei rimborsi elettorali; insensibilità per le difficoltà reali in cui si dibattono le famiglie di quel popolo al quale si liscia il pelo nei momenti elettorali o quando deve farsi carico dei sacrifici per ‘salvare la nazione';
la spregiudicatezza con cui si formano alleanze tra partiti avversari (e contrapposti fino al giorno prima) per vincere a tutti i costi sicchè nessuno vuole stare più all'opposizione e fare la fatica che essa richiede; indebolimento dello spirito ideale che dovrebbe muovere ogni partito e dal quale dovrebbe partire ogni azione di governo. Questi alcuni dei comportamenti che hanno dissolto la fiducia dei cittadini nei partiti.
I partiti attuali, nessuno escluso, hanno promosso i propri gruppi dirigenti con scarsa attenzione e spesso a prescindere da meriti e qualità , mirando a garantire loro con la politica una attività remunerata, un mestiere, il classico posto fisso, dal quale trarre le proprie fonti di sostentamento e vivere di politica per 20, 30 o 40 anni,coprendo via via tutte le cariche istituzionali a disposizione. Accade solo in Italia, è una malattia ereditaria della prima repubblica,che oggi contagia nei partiti anche tanti giovani i quali vogliono arrivare subito alle cariche istituzionali più elevate( e pagate) senza avere le competenze adeguate a ricoprirle.
Il perverso meccanismo sopra descritto consente a tanti esponenti politici di avere oggi gli stessi ruoli che avevano nella prima repubblica e che, da quel che si vede in giro, non hanno intenzione di mollare, impedendo la formazione di un vero ricambio di qualità e competenze.
E' dunque comprensibile che i cittadini li considerino casta e che cresca la loro insofferenza .
Dai partiti infatti non arrivano segnali tangibili di voler avviare un cambiamento profondo per recuperare la fiducia dei cittadini; anzi i trasformismi visti nella composizione delle alleanze per le ammininistrative di maggio o le contorsioni di Sindaci che hanno vinto le elezioni con una alleanza e durante il mandato la allargano ai loro avversari( naturalmente per il bene comune, ci mancherebbe) alimentano il giudizio negativo verso i partiti e i personaggi politici buoni per tutte le stagioni, quelli che " non esiste più la destra e la sinistra". Lo dimostra altresì la scarsa volontà di cancellare il porcellum cioè la legge truffa fatta approvare da Berlusconi e Calderoli e che il centrosinistra, nell'esperienza di governo 2006-2008, non ha consentito a Prodi di modificare perché anche dai partiti del centrosinistra è stata utilizzata per portare in Parlamento candidati scelti da Roma. Si parla tanto del caso Calearo,giustamente, ma si deve anche dire che egli non si è autocandidato e che Veltroni ha avuto l'avallo della segreteria veneta e vicentina del PD intrappolate dall'illusione di avere maggiore consenso elettorale; si parla poco invece della ricandidatura nel 2008 di Rutelli a Sindaco di Roma(imposto senza primarie) e candidato contemporaneamente a parlamentare nella lista bloccata. Rutelli è in Parlamento dal 1983 sotto varie bandiere e poco dopo l'elezione ha ringraziato Veltroni abbandonando il PD e formando l'ennesimo partitino. E che dire dei tanti Scilipoti del centrosinistra passati al centrodestra scommettendo sulla durata del governo Berlusconi?
I partiti devono in tempi brevissimi tornare ad essere strumenti a disposizione dei cittadini che vogliono concorrere al governo della cosa pubblica e che credono nella politica come scienza sociale per governare la propria comunità , raggiungere obiettivi di maggiore giustizia sociale e di unguaglianza tra le persone.
Sembra paradossale ma i partiti, se vogliono avere un futuro, devono tornare a fare Politica.
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