Cisl: Welfare e fiscalità locali, tutto esaurito?
Venerdi 30 Aprile 2010 alle 18:23 | 0 commenti
Welfare e fiscalità locali: tutto esaurito? Nuovi bisogni e nuovi interventi nel federalismo che (forse) verrà . E' questo il tema dell'incontro che la Cisl Vicenza ha organizzato per giovedì 6 maggio e che è stato presentato oggi alla stampa.
Cisl da due mesi sta raccogliendo dati dai 121 comuni della provincia di Vicenza relativi ad entrate tributarie,alle spese (soprattutto riguardanti il sociale) ed all'utilizzo o meno dell'addizionale IRFEF per l'erogazione di servizi di loro competenza negli ultimi anni.
I risultati pervenuti finora non sono di certo incoraggianti: "Dall'analisi che stiamo facendo emerge una certa preoccupazione - afferma Maurizio Dei Zotti della segreteria Cisl Vicenza - avendo raggiunto livelli di guardia per quanto riguarda Welfare e fiscalità locali".
Le entrate fiscali nazionali sono in calo e questo significa minori risorse per politiche sociali,sanità e pensioni oltre che un minore ritorno economico dallo Stato ai Comuni.
Basti pensare che il fondo nazionale per le politiche sociali è sceso da 1 miliardo e 420 milioni di Euro del 2009,ad 1 miliardo e 175 milioni nel 2010 ed una previsione di soli 913 milioni di Euro per il 2011.
Questo rappresenta un grave danno per i Comuni che vedono nel ritorno economico dallo Stato un'importante voce del loro bilancio,pari addirittura al 35% delle entrate totali.
In ambito regionale si è passati dai 956 milioni di Euro dati dallo Stato ai Comuni veneti del 2003 ai 786 milioni di Euro del 2009 con un ribasso di ben 170 milioni di Euro. Tale ribasso si è fatto sentire chiaramente anche a livello locale con una diminuzione di 26 milioni di Euro a Vicenza e provincia e di 4,3 milioni di Euro considerando il solo comune capoluogo.
Queste cifre sono al netto dei rimborsi ICI. Infatti bisogna aggiungere 35 milioni di Euro di mancati ritorni ICI a livello regionale,6 milioni in ambito provinciale e 0,8 milioni per la sola Vicenza.
La situazione è molto seria se si pensa che i Comuni devono finanziare con le loro risorse: sociale,territorio ed ambiente,viabilità e trasporti,istruzione,cultura,polizia locale,sport,sviluppo economico,turismo. Tutto questo con i propri tributi,con entrate extra tributarie e,come detto,con i trasferimenti che avvengono da parte dello Stato.
"La nostra indagine conferma che i Comuni sono costretti ad aumentare i tributi locali per compensare le mancate entrate da parte dello Stato - prosegue Dei Zotti - abbiamo,però,notato che nonostante questo i Comuni non lesinano le spese sul sociale,che nella maggior parte dei casi sono addirittura aumentate,soprattutto alla voce ‘assistenza e beneficienza' che tiene conto di contributi erogati per affitti e bollette ad esempio".
Altro dato interessante sono le spese per il personale che sono invariate o diminuite e che,quindi,non influenzano negativamente i bilanci comunali.
Nella sola Vicenza la spesa per il sociale è passata da 18 milioni di Euro del 2008 ad una previsione per l'anno 2010 di 20,3 milioni di Euro e la spesa per ‘assistenza e beneficienza' è passata da 11,6 milioni del 2008 alla previsione per quest'anno di 12,7 milioni di Euro.
Questi dati sono confermati anche in altri Comuni comeThiene, Lonigo, Albettone, Sarcedo, chiaramente con cifre proporzionate al numero di abitanti.
C'è,poi,un secondo aspetto che riguarda prevalentemente ISEE (Indicatore Situazione Economica Equivalente) e addizionale IRPEF che verrà trattato da Graziano De Munari,il quale anticipa: "La nostra ricerca si è focalizzata sull'analisi dell'uso di queste due imposte da parte dei Comuni in quest'ultimo periodo e ha cercato di capire se,a distanza di 10 anni dalla loro entrata in vigore (avvenuta nel 2000 ndr),sono ancora mezzi efficaci per sopperire alle difficoltà economiche locali".
I dati raccolti parlano di un'86% dei Comuni vicentini (104 su 121) che ha deciso di applicare l'addizionale IRPEF, la quale è facoltativa, e quindi di soli 17 che ancora non l'hanno applicata. Nel 2004 I Comuni che non applicavano tale addizionale erano 32. Nella quasi totalità dei casi,comunque,l'IRPEF è collegata al reddito (un esempio per tutti,Bassano del Grappa,dove l'IRPEF è pari allo 0,6%, esclude dal pagamento dell'addizionale gli abitanti con un reddito inferiore ai 12000 Euro). Nel Comune di Vicenza,invece,siamo nell'ordine dello 0,4 %. Il picco lo toccano Arzignano, Valdagno, Trissino, Schio, Recoaro e qualche altro Comune con uno 0,8% di addizionale IRPEF.
"A fronte di tutto ciò,noi vorremmo porre sostanzialmente tre domande - conclude Maurizio Dei Zotti - e cioè se i Comuni che hanno applicato l'addizionale IRPEF hanno,poi, corrisposto un miglioramento dei servizi; viceversa,coloro che non l'anno applicata,se l'hanno fatto solo per un'operazione di immagine politica o se realmente sono stati in grado di far fronte alla difficile situazione finanziaria in altri modi ed infine vorremmo fare un confronto per vedere quali tra le due soluzioni è stata la più virtuosa".
A queste domande verrà data una risposta giovedì 6 maggio presso la Camera di Commercio (Corso Fogazzaro 37,Vicenza) dalle 9.30 alle 13. Oltre a Dei Zotti e De Munari saranno presenti anche il professor Gianfranco Cerea del Dipartimento di Economia dell'Università di Trento ed il segretario generale di Cisl Vicenza,Luigi Copiello.
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