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Cinquant'anni fa si apriva il Concilio Vaticano II: doveva portare la Chiesa a nuova vita ...

Di Redazione VicenzaPiù Giovedi 11 Ottobre 2012 alle 09:31 | 0 commenti

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Riceviamo da Italo Francesco Baldo e pubblichiamo.

Soffre la madre Chiesa, non gode di quanto accaduto negli ultimi cinquant'anni. L'apertura del Concilio Vaticano II, avvenuta l'11 ottobre 1962 avrebbe dovuto segnare una svolta, un inserirsi della chiesa stessa nel mondo contemporaneo. Infatti mai un concilio produsse una mole di documenti così vasta:

Quattro Costituzioni (Sacrosantum Concilium, Lumen Gentium; Dei Verbum, Gaudium et Spes) ) Decreti ( Inter mirifica, Unitatis reintegratio, Orientalium Ecclesiarum, Christus Dominus; Perfectae Caritatis, Optam Totius, Apostolicam Actuositatem, Ad Gentes; Prebyterorum Ordinis), tre dichiarazioni ( Gravissimum Educationis, Nostra Aetate, Dignitatis Humanae) e vari messaggi dei Padri conciliari all'umanità: Ai governanti; agli uomini di pensiero e di scienza, Agli artisti, Alle donne, Ai lavoratori, Ai poveri e ai sofferenti, Ai giovani.

Al confronto il Concilio di Trento è inferiore per mole di documenti. Ognuno riveste una grandissima importanza e nessuno dovrebbe essere trascurato, anzi. Tutto ciò avrebbe dovuto portare la Chiesa a nuova vita, rafforzando quelle che sono le fondamentali prospettive, cioè una dimensione incuneata nella vita delle virtù teologali: fede, speranza e carità. Accanto a ciò non nuovi dogmi, non vi era la necessità, avevano avuto, questi, ben precisa definizione nei concili precedenti e nella potestà piena, suprema e universale del papa, come recita lo stesso Concilio vaticano II.
Riassumere, anche brevemente, questa mole di documenti non è facile, Significativo è che la prima Costituzione, Sacrosantum Concilium , si occupi della Liturgia, ossia del culto pubblico che la Chiesa esprime di fronte a Dio. Fu un documento lungamente discusso, anche in sede preconciliare e ancora oggi è fonte di dibattito. Fu Pio XII con l'enciclica Mediator Dei nel 1947 a porre il problema sulla scia di vari movimenti e richiedeva quanto Romano Guardini, affezionato con la famiglia a Isola Vicentina, sosteneva che la Chiesa si risvegliasse nelle anime. Il Concilio propose, ma non distrusse la tradizione della liturgia che risaliva nella forma praticata, pur con qualche riforma, al messale di Pio V. Il Latino, il canto gregoriano non erano certo aboliti, i sacerdoti erano tenuti a recitare il Breviario nella lingua ufficiale della Chiesa. Si intendeva far splendere i riti per nobile semplicità, chiari nella brevità e senza ripetizioni, adattati alla capacità di comprensione dei fedeli. La riforma promossa successivamente da Paolo VI è ancora oggi dibattuta, anche perché la "fantasia" e un po' di fretta (per essere benevoli) liturgica in molte celebrazioni fa pensare, soprattutto quando il predicatore si dilunga su questioni che non sono propriamente e direttamente di unità della comunità, ma sono "sue" posizioni di parte, come è accaduto di verificare, purtroppo a Vicenza, nella questione delle base americana.
Accanto a ciò la dichiarazione dottrinale del magistero supremo della Chiesa cattolica, che riflette sui contenuti propri della fede nella Rivelazione e della Chiesa come corpo mistico, del sacerdozio universale, non solo quello degli ordinati. I compiti dei vescovi (predicare, santificare, governare, il ruolo dei sacerdoti, ossia dei mandati dal vescovi nella varie realtà di una diocesi, quindi non indipendenti (talora un po' anarchici?, nei contenuti e nelle forme e nelle azioni, ma sempre in unità con il vescovo e quindi con il papa.
Ma brevemente la Dei Verbum sulla Sacra scrittura, la Gaudium et Spes, quella che viene considerata come la Costituzione più importante, perché delinea il ruolo della Chiesa nel mondo contemporaneo, dove la chiesa esprime la sua natura "cattolica", cioè universale ovvero rivolta a tutti e non solo agli appartenenti. Riflettendo sulla comunità degli uomini, sulle profonde mutazioni, sulle aspirazioni diffuse, ribadisce in primo luogo la dignità dell'uomo che è tale perché è "immagine di Dio", la sua vita ecclesiale, sociale, ecc. Stabilì anche che la Chiesa riceve aiuto dal mondo contemporaneo, non ne è estranea e non deve rimanervi estranea, e in riguardo al potere politico, economico, nei confronti della guerra, e concludendo con la necessità di un dialogo tra gli uomini al fine di condurre al suo fine proprio il mondo, risvegliando in tutti gli uomini della terra una viva speranza affinché" finalmente essi vengano assunti nella pace e felicità somma, nella patria che risplende della gloria del Signore".
Per non dilungarci, sottolineeremo solo alcuni aspetti. Si è ritenuto e ancora si ritiene che il Concilio abbia diviso la Chiesa, una precedente e una successiva, ovvero due concezioni della Chiesa, Diversi l'hanno sostenuto e ancora sostengono che il Concilio sia una rivoluzione, che abbia fatto questo o quello. Certamente il Concilio ha chiesto novo impegno, ma ha chiesto di rafforzare quello che da sempre erano i compiti dei suoi fedeli, dei suoi vescovi. Non risulta che abbia negato valore alla Chiesa precedente, nemmeno nell' uso della lingua latina. Per inciso la Messa è anche nella riforma di Paolo VI in latino ed è concesso che la si dica nella lingua del popolo. Stupisce il continuo richiamo ai Papi, Pio IX compreso, a tanti Concili, tra cui quello di Trento e quello Vaticano I, che molti considerano decaduti. Riferimenti poi a tanti Padri e Dottori della Chiesa. Una continuità non come disse un monsignore vicentino una rivoluzione nel giorno stesso in cui l'attuale pontefice Benedetto XVI ribadiva invece che non fu rivoluzione, ma appunto una continuità nella vita della Chiesa stessa.
I problemi suscitati furono moltissimi; purtroppo si prese del Concilio quanto interessava a ciascuna mente o gruppo di menti, dimenticando una considerazione d'insieme alla luce della storia e soprattutto che la chiesa vive di tutti, non di una sua parte per quanto importante sia. Il Concilio poi in Italia è stato spesso ridotto ad una questione di impegno sociale, di cambiamento della società, rivoluzionari, si fa per dire, in tonaca se non l'avessero dismessa. Ma il Concilio che pure tante questioni ha generato, resta come tutti gli altri concili a significazione di uno sforzo di far vivere nei suoi fondamentali contenuti la chiesa e il suo messaggio. Sempre nei secoli vi sono stati i dissidenti, addirittura gli eretici, ma il problema non è questo, è quanto ha sostenuto Benedetto XVI che senza "fede, speranza e carità" non si va da nessuna parte e forse è proprio questo che manca, perché si è timorosi di non essere proposta per la vita e la santità dell'uomo, nonostante le difficoltà di ogni persona.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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