Ciclabilità subito ... quasi: Michele Mutterle di Tuttinbici per VicenzaPiù
Martedi 9 Agosto 2011 alle 11:08 | 0 commenti
Oggi il sindaco Achille Variati effettua un sopralluogo alla pista ciclabile di via Goldoni/viale Ferrarin in occasione dell'approvazione del progetto "Ciclabilità subito". Ne approfittiamo per pubblicare un nostro servizio a firma Enrico Soli apparso sul n. 218 di VicenzaPiù e Ovest Alto Vicentino (clicca qui per pagine con tabelle).
Ciclabilità subito ... quasi
Secondo Michele Mutterle di Tuttinbici "i vicentini sono prontissimi per una città a dimensione di bicicletta". In ritardo è l'amministrazione. Il giudizio su Cicero non è negativo, ma le sue rotatorie non piacciono ai ciclisti, specie a quelli che vogliono essere "lepre", non "tartaruga".
È deprimente ricordare che Vicenza - era il 1985 - fu la prima città italiana a pubblicare uno studio di fattibilità di un'estesa rete di piste ciclabili. È deprimente perché nel frattempo tante altre realtà (Bolzano, Ferrara, Mestre, Padova, Reggio Emilia, Schio...) ci sono riuscite, mentre Vicenza si è limitata ad una serie di interventi occasionali ancora in corso.
Uno dei tanti conti che questa città si trova a pagare per l'immobilismo che l'ha contraddistinta negli anni Ottanta e Novanta, quando si pensava solo a costruire quartieri o paesi dormitorio da una parte e zone industriali dall'altra, con il risultato di un aumento pazzesco del traffico automobilistico non accompagnato peraltro da un adeguamento delle infrastrutture. Vicenza era forse la città più ricca d'Italia e tanto bastava: le biciclette potevano essere lasciate nel dimenticatoio, così come gli argini e i bacini d'espansione, per ricordare gli effetti della sottovalutatissima alluvione. Oggi a chiudere il cerchio ci riprova Variati con uno dei suoi tanti slogan: "Ciclabilità subito". A convincere il sindaco della necessità di procedere in modo convinto in questa direzione, aldilà delle promesse elettorali, sarebbe stato un gigantesco libro di proposte inascoltate "sbattuto" sul suo tavolo dall'associazione ciclo ambientalista Tuttinbici. "Il primo cittadino ci ha dato ragione - spiega il fondatore dell'associazione Michele Mutterle - e sono stati messi a bilancio 250 mila euro per il progetto ciclabilità . I vicentini chiedono a gran voce di poter usare la bicicletta per spostarsi in città : sono prontissimi ad una città a misura di bicicletta".
Sicurezza e il caso via Quadri
"Non abbiamo una statistica, ma basta l'occhio nudo per rendersi conto che l'utilizzo delle due ruote è decisamente aumentato anche a Vicenza. E sono aumentati anche gli incidenti, anche se mancando una statistica, non si sa se in proporzione all'aumento delle bici e no. Di certo sono tanti gli scontri nelle rotatorie, molti di più rispetto a quanti accadono agli incroci regolati da semaforo". Insomma, con un consigliere delegato appassionato di rotatorie come Cicero, per i ciclisti c'è poco da stare tranquilli. E infatti il progetto di tre rotatorie in via Quadri ha suscitato le proteste dell'associazione, che infatti ha pubblicato anche una posizione ufficiale a firma dello stesso Mutterle dalla quale emerge chiaramente che l'associazione non vuole più che le biciclette siano trattate come le cenerentole del traffico cittadino: "Che l'amministrazioni si adoperi per la continuazione di via Aldo Moro invece di pensare alle rotatorie". Emerge anche quella che Mutterle presenta come la distinzione tra il "ciclista tartaruga", quelli senza fretta, e i"ciclisti lepre", quelli che si spostano per necessità con i minuti contati, con quest'ultima categoria particolarmente cara a Tuttinbici. Per il ciclista lepre un allungamento di tragitto, magari con l'aggiunta di un percorso in zona promiscua con i pedoni, è inaccettabile. L'alternativa per non perdere tempo, cioè entrare in rotatoria a fianco delle auto, è invece giudicata pericolosa. All'associazione non piace l'idea di trasformare via Quadri in una "pseudo-tangenziale", anche perché
le strade in cui si verifica il maggior numero di incidenti per le due ruote sono paradossalmente quelle più larghe, ad esempio viale San Lazzaro, o quelle dotate di pista ciclabile, come la Riviera Berica. "Ciò avviene - secondo Tuttinbici - nel primo caso perché gli automobilisti corrono di più e nel secondo perché per raggiungere le piste sono necessarie manovre pericolose. In generale le strade cittadine devono diventare il salotto delle bici, mentre le auto dovrebbero avere rispetto delle due ruote invece di sentirsi padrone della strada. La bici è un elemento naturale di moderazione del traffico: in pratica dove ci sono più cicli le macchine sono costrette ad andare più piano".
Progressi
Eppure Mutterle, che con l'amministrazione mantiene un dialogo costante, sottolinea anche i risultati positivi portati dall'ex assessore del centrodestra: "Alcune buone cose sono state fatte o si stanno facendo: il campo di scuola di via Bellini, dietro nostra richiesta; la nuova pista ciclabile monodirezionale che da San Felice porta in centro; il progetto, da completare entro settembre (con il 75% di fondi regionali), che prevede la realizzazione in via Palemone di una strada scolastica con ben cinque metri di pista rubati alle auto e messi a disposizione degli studenti. Un'iniziativa poco pubblicizzata anche perché a quanto pare l'amministrazione non può permettersi di spendere in comunicazione". Fin qui le cose buone. Ecco invece cosa manca. "Manca un bici plan, ciò che invece è stato realizzato ad esempio a Padova o a Schio - dice Mutterle - Nel comune dell'Altovicentino hanno investito un milione all'anno per tre anni. A Mestre hanno preso i soldi dei parcheggi per destinarli alla ciclabilità . Mi vien male quanto sento dire che a Vicenza il tesoretto delle multe nelle Ztl verrà destinato agli stipendi dei vigili urbani. In generale bisogna rendersi che investire in ciclabilità non è una cosa accessoria come mettere le fioriere a Ponte degli Angeli, ma che invece è in gioco la sopravvivenza dei vicentini. Faccio notare che le amministrazioni di Schio, Padova e Venezia hanno puntato sulla ciclabilità e hanno rivinto le elezioni". A Vicenza la nuova pista ciclabile di San Felice ha scatenato una rivolta tra i commercianti della zona. "C'è sempre una prima fase in cui si perdono clienti - spiega Mutterle - ma poi è seguita da un aumento della clientela rispetto a quella degli automobilisti. È provato infatti che il piccolo commercio prospera laddove si può andare in bici. È sbagliata la scelta di aumentare i parcheggi in centro. Basterebbe un 10% di auto in meno per migliorare l'umore dei vicentini e il fatturato dei negozi. Attualmente a Vicenza il 70% si sposta in macchina, il 10% in bici e il restante 20% a piedi o in bus. A Bolzano gli spostamenti in bici hanno già superato quelli in auto, mentre Padova va verso l'obiettivo del 33-33-33%. A Vicenza abbiamo solo fatto un passo avanti".
Furti
Certo che la voglia di andare sulle due ruote può venire meno pensando che ogni sosta potrebbe essere l'ultima vista la frequenza con la quale le biciclette vengono rubate. "Quella dei furti è una grossa piaga contro la quale vogliamo combattere. È anche vero che si registrano più furti perché in giro ci sono più bici. Noi comunque abbiamo proposto due modalità per ridurre il problema: posare rastrelliere o pali alle quali si possa legare il telaio e non solo la ruota; marcare le biciclette con il codice fiscale del proprietario. Al momento l'amministrazione ha posato un centinaio di nuovi stalli e altri cinquecento dovrà posarli nei prossimi mesi (100mila euro dal bilancio dell'anno scorso). Secondo noi ce ne vorranno poi altri quattrocento, più quelli da sostituire. Per quanto riguarda la marcatura, due anni fa l'abbiamo fatta noi ad un po' di biciclette (molte di più sono state quelle che si erano presentate, circa un migliaio). Basterebbero ottomila euro ma a quanto pare non sono disponibili".
Futuro
Il 25 giugno scorso Tuttinbici ha organizzato un itinerario alla scoperta dei luoghi della nuova ciclabilità di Vicenza, cioè dei luoghi in cui in un futuro più o meno prossimo dovrebbero essere realizzati interventi a favore della fruibilità ciclistica.
"Le piste ciclabili di adesso - fa notare Mutterle - vanno solo da una periferia all'altra, ad esempio da Anconetta ad Ospedaletto, probabilmente perché le hanno fatto dove davano meno fastidio". Tra le più significative modifiche richieste dai ciclisti in zone centrali c'è innanzitutto una corsia ciclabile controsenso in contrà della Piarda che giunga fino a Ponte Furo, dove un marciapiede verrà destinato alle due ruote. In questo modo i ciclisti potranno raggiungere la zona della stazione senza rischiare la vita in viale Margherita e in viale Risorgimento (che presentano comunque spaziosi marciapiedi che potrebbero essere dedicati almeno in parte allo scopo, e infatti quello di viale Venezia diverrà ciclopedonale, ndr). Sempre nella parte est del centro c'è da trovare una soluzione per andare verso Porta Padova passando per via Arzignano invece di dover fare il giro di fianco allo stadio in via Schio: "Di fronte a certi allungamenti non ci si può stupire troppo se poi qualcuno si dà al ciclismo creativo. Anche la corsia da San Bortolo a San Marco si potrebbe aprire alle bici".
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