Ciambetti: Sud Italia peggio della Grecia
Giovedi 30 Luglio 2015 alle 22:43 | 0 commenti
Nota del presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti
“L’allarme della Svimez – l’autorevole e indipendente Associazione per lo Sviluppo dell'Industria nel Mezzogiorno- sulla situazione dell’Italia Meridionale non deve essere né sottovalutato, né usato, come è accaduto in passato, per alimentare una pretestuosa polemica di contrapposizione al Nordâ€.
Il presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti, che poche settimane or sono con un intervento dal titolo emblematico “La Bomba è a sud di Roma†aveva anticipato l’analisi dell’istituto per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno, ribadisce la pericolosità della situazione: “La vera crisi è a Sud di Roma – spiega Ciambetti - Dal 2000 al 2013 il Sud, dice la Svimez, è cresciuto del 13% mentre la Grecia ha segnato un +24%: oltre 40 punti percentuali in meno della media delle regioni Convergenza dell'Europa a 28 che registrano un +53,6% nel periodo preso in esame. Ma ciò che deve far riflettere tutti sono le dimensioni della crisi del Mezzogiorni italiano, un territorio in cui abitano circa 21 milioni di persone, quasi il doppio rispetto alla Grecia, circa un terzo della popolazione italiana. Il Mezzogiorno produce però solo meno di un quarto del PIl nazionale e il PIl prodotto da un cittadino del Sud è inferiore del 45.8 per cento da quello di un cittadino del Nordâ€. Prosegue il presidente del Consiglio veneto: “L’affermazione della Svimez per cui l’Italia meridionale è cresciuta meno della Grecia non deve sorprendere: ancora nel Marzo del 2013 il Censis spiegava che i dati socio-economici del Mezzogiorno italiano erano ben peggiori di quelli ellenici: diciamo che dal governo Monti in poi la situazione è precipitata, per cui l’analisi Svimez suona come condanna delle politiche di governo degli ultimi anniâ€. “Se continueremo a gestire la situazione con i metodi fino ad oggi usati – conclude Roberto Ciambetti - con le politiche assistenziali, senza incidere in maniera specifica con strategie e politiche reali per il Mezzogiorno non ne usciremo mai. La prima cosa da fare è ammettere che non si possono gestire con le stesse regole, le stesse leggi, le stesse norme, regioni che sono concorrenziali con le aree trainanti dell’Europa e regioni che rischiano lo sviluppo del sottosviluppo. Ogni malattia ha la sua cura, i suoi farmaci: la strada seguita da sempre per curare il Mezzogiorno non solo è fallimentare, ma rischia di travolgere anche le aree produttive. E’ un rischio che non possiamo correreâ€
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