Ciambetti, Lega Nord: Sciopero di Carnevale, un autogol
Giovedi 24 Febbraio 2011 alle 23:01 | 0 commenti
Roberto Ciambetti, Lega Nord - Non entro nel merito delle strategie delle organizzazioni sindacali che hanno indetto una giornata di sciopero generale in concomitanza con il Martedì grasso, scelta strategica che creerà non pochi problemi ai cittadini veneti, ai pendolari e alla città di Venezia in particolar modo.
L'emendamento contro il quale si giunge a indire una giornata di sciopero, che vede proprio la cifra più importante dedicata al trasporto pubblico, porterà in ogni caso ad allineare la diminuzione degli stanziamenti nel trasporto pubblico con quella delle Regioni dove minori sono stati i tagli: ci troveremo nel gruppo di testa di quelle poche regioni che sono riuscite a contenere un disagio per altro innegabile. Di più non potevamo fare: "Unicuique suum tribuere, alterum non laedere", così abbiamo cercato, in un anno eccezionale quanto difficile, di non danneggiare cercando di dare a tutti il massimo possibile: le misure di contenimento della spesa pubblica non hanno colore politico, non nascono da scelte di destra o di sinistra, ma sono conseguenze di una situazione generale che ha imposto a tutti i governi, indipendentemente dagli orientamenti di area, scelte dolorose, scelte che non portano di certo voti, non regalano consenso, ma costruiscono il futuro.
Il Veneto ha conosciuto tagli per alcune centinaia di milioni di Euro (inizialmente si stimavano circa 358 milioni di minori trasferimenti da Roma), cifre sicuramente importanti che hanno chiesto gravi sacrifici a tutti; ci sono dipartimenti cha hanno visto più che dimezzati i fondi. Non siamo riusciti a spiegare che in questi stessi mesi realtà come l'Irlanda hanno affrontato cure che, rispetto alla nostra, sono veramente agghiaccianti: cito l'Irlanda perché con i suoi 4 milioni e 422 mila abitanti è paragonabile al nostro Veneto, che di abitanti ne fa 4 milioni 936 mila ma mentre noi siamo chiamati a tagliare il bilancio per qualche centinaia di milioni di Euro, i cittadini irlandesi devono affrontare tagli per 15 miliardi per i prossimi quattro anni.
C'è una fotografia tremenda sugli scontri di ieri, mercoledì 23 febbraio, ad Atene ed è quella di un poliziotto, colpito da una bomba molotov, con la testa avvolta dalle fiamme: la rabbia e la disperazione dei lavoratori greci davanti all'austerity non giustificano di certo queste violenze, ma bisogna ammettere che esse nascono non già da un piano di rigore di grande severità , ma dagli spese sostenute in passato che erano sproporzionate rispetto alle possibilità economiche di quel Paese.
La grande crisi economica sta facendo emergere i veri conti, gli sprechi, le ingiustizie e tanti benefici del passato oggi si sono trasformati in privilegi che non possiamo più pagare o, meglio, non possiamo più far pagare alle generazioni future. Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano ha ben spiegato come la crisi economica internazionale ci abbia spinto inesorabilmente a fare "i conti con una riduzione, cui non possiamo sfuggire, del nostro debito pubblico. Esistono sfide che richiedono revisioni rigorose nella spesa pubblica". Giorgio Napolitano è un galantuomo e un vero protagonista della storia del movimento dei lavoratori. Uno della sua tempra, credo, avrebbe pensato a lungo prima di indire lo sciopero di Carnevale, per colpire l'economia di una intera città al centro dell'attenzione mondiale in quel giorno, danneggiare i lavoratori pendolari paralizzando il settore che meno ha dovuto patire rispetto a tutti gli altri.
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