Opinioni | Quotidiano | Categorie: Politica

Ciambetti: Il Veneto avanza perché è la regione meno italianizzata

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 15 Giugno 2011 alle 11:08 | 0 commenti

ArticleImage

Roberto Ciambetti, Assessore Regionale Lega Nord  -  "I dati veneti nell’economia, decisamente migliori rispetto alle altre aree italiane, potrebbero essere letti anche in una chiave molto diversa da quella usuale: il Veneto coglie risultati migliori perché è l’area meno italianizzata, ovvero la Regione che subisce meno i profondi limiti che bloccano il sistema paese” (foto d'archivio).

Lo ha sottolineato l’assessore regionale al Bilancio  Roberto Ciambetti  a margine di un convegno sulle prospettive dell’economia.

"Affermando l’alterità del Veneto, la sua diversità – ha detto Ciambetti -   con questo non voglio dire che in Veneto non si sconti l’inefficienza dell’apparato pubblico e non si avverta anche qui il peso di veti e controveti dietro ai quali prosperano  corporazioni, crescono privilegia spesso mascherati o si alimentano sotto la bandiera della solidarietà rivoli che altrove diventano fiumi di assistenzialismo clientelare.  Anche in Veneto, sia chiaro, non mancano clientele, corporazioni, lobby protezionistiche, che trasversalmente alle forze politiche prosperano alimentando l’inefficienza – ha spiegato Ciambetti -  ma è anche vero che qui esiste una dimensione dell’interesse collettivo che altrove manca ed è interessante notare che il rispetto di fondo per il bene comune, così diffuso,  coincide e convive con una straordinaria propensione al fare da sé, all’arrangiarsi, senza attendere l’intervento di chicchessia.  In Veneto c’è un forte e radicato rispetto delle istituzioni, ma non si confonde lo Stato con la vacca da mungere; forse anche per questo quando lo stato veste panni autoritari e impositivi, s’avvertono tensioni ed esplodono proteste perché è naturale chiedersi come mai e perché tanta fiscalità e puntigliosità qui e non altrove dove sacche di inefficienza, evasione, piccole e grandi scorrettezze, sono di dimensioni ben diverse e maggiori”. Per il futuro l’assessore regionale rimane comunque molto cauto “Diciamo che sono tremontinianamente prudente – ha detto tra il serio e il faceto Ciambetti – quanto maronianamente coraggioso: del resto l’animo dei veneti è coraggiosamente prudente e prudentemente coraggioso, giacché non siamo né temerari, né avventati, ma nemmeno codardi o ignavi: non pensiamo che uno stato esista perché se ne festeggiano i 150anni della proclamazione, ma perché dimostra autorevolezza e capacità. Al massimo lo stato qui, in Veneto ma un po’ in tutto il Nord,  dimostra autoritarismo e una dannata propensione all’inefficienza. Voglio dire che  qui, più che altrove, abbiamo bisogno di uno Stato che funzioni e investa in quei settori nei quali non possiamo sostituirci con il fai da te o con la nostra innata capacità imprenditoriale. Qui, come in tutta l’area padana,  più che altrove abbiamo bisogno di riforme vere, ad iniziare dal federalismo, perché qui e non altrove siamo pronti all’autogoverno e maturi e così ritorno a quanto dicevo all’inizio: da noi, in Veneto come in Lombardia, in Piemonte e nelle stessa Emilia e Romagna, insomma in tutto il Nord,  i cittadini rispettano il bene comune e lo avvertono come valore da accrescere; altrove non c’è rispetto per il bene collettivo che non a caso viene saccheggiato e non da parte di singoli, ma di intere corporazioni, gruppi, lobbies, trasversali, da destra e sinistra, che poi magari accusano il Nord, e i Veneti in specialmodo, d’essere egoisti e via dicendo, per sviare l’attenzione dell’opinione pubblica dai veri responsabili di una disfatta che si staglia all’orizzonte di un Medioevo prossimo venturo non così lontano”


Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network