Ciambetti: Il blocco alla centrale di Porto Tolle mette a rischio la ripresa
Mercoledi 18 Maggio 2011 alle 01:33 | 0 commenti
Roberto Ciambetti, assessore regionale Lega Nord - Ciambetti: "Il blocco alla centrale di Porto Tolle mette a rischio la ripresa, mette in crisi non solo il Veneto: non lamentiamoci poi se le imprese licenziano o vanno all'estero a produrre"
"Incredulità ma anche amarezza: c'è il rischio concreto di un blocco degli investimenti per la realizzazione della centrale di Porto Tolle, un blocco inspiegabile che comporta gravissimi danni all'economia e alla società veneta, con perdite secche di posti di lavoro e gravi danni per le imrpese".
L'assessore regionale agli enti locali e al bilancio del Veneto, Roberto Ciambetti, ha commentato così le notizie relative alla pronunciamento del Consiglio di stato che accogliendo un ricorso di associazioni ambientaliste nei fatti "pone le basi per uno stop dei cantieri dagli esiti imprevedibili - spiega Ciambetti - con effetti paradossali. Non stiamo parlando di una centrale nucleare a rischio tsunami, bensì di un impianto destinato a produrre energia in maniera sicura, un impianto già approvato e finanziato sin dal 2009 dall'Unione Europea e quindi in sintonia con gli standard, la sensibilità e le strategie comunitarie . Lo stop per la centrale di Porto Tolle avrebbe esiti esiziali e drammatici per l'economia veneta: si è calcolato che questa struttura potrebbe da sola produrre oltre il 30 per cento del fabbisogno di energia in Regione, contribuendo così ad abbattere in maniera decisa il costo della bolletta energetica, portando in Veneto strutture all'avanguardia e tecnologie avanzate legate al ciclo della lavorazione del carbone pulito. La sentenza del Consiglio di stato può rivelarsi un boomerang drammatico, perché può spegnere sul nascere le occasioni di ripresa e ciò significa perdita di posti di lavoro non solo per i cantieri che non verranno aperti, ma per il venir meno di un volano straordinario per l'economia e la società , aumentando la dipendenza dall'estero, dal gas e dal petrolio, per gli approvvigionamenti energetici che determinano una perdita di concorrenzialità delle nostre imprese, che non possono continuare ad essere competitive solo fino ai cancelli delle fabbriche per poi scontare i prezzi dell'arretratezza infrastrutturale e della carenza sul fronte energetico, con evidenti penalizzazioni nei mercati. La decisione su Porto Tolle è di rilevanza nazionale e destinata ad avere una ripercussione per l'intera economia italiana: non lamentiamoci se poi le imprese chiudono o vanno all'estero" Ciambetti rincara quindi la dose: "Uno dei mali dell'Italia è la carenza infrastrutturale e il mancato investimento nelle fonti energetiche è un grave handicap: personalmente mi sono sempre speso - spiega l'assessore regionale - per la differenziazione nella produzione energetica e ricordo la mia battaglia personale anche recente sul fotovoltaico perché credo che il primo investimento debba essere fatto nella ricerca, nello sviluppo di tecnologie il più possibile pulite ma liberando le nostre imprese da quella spada di Damocle che si chiama bolletta energetica. Ora quanto rischia di accadere a Porto Tolle è l'esatto contrario di quello che deve fare una vera nazione occidentale e sviluppata. Non perdiamo tempo a guardare con più o meno malcelata invidia della Germania, che ha imboccato decisamente la strada della ripresa economica anche grazie ad un 45 per cento di approvvigionamento energetico derivato dal carbone. I tedeschi sì e noi no? Forse dovremo dipendere per sempre dai Paesi produttori di petrolio o dalle importazioni di gas russo? Vogliamo veramente bloccare l'economia? Io mi auguro di trovare al mio fianco tutti gli attori sociali, forze politiche, ma anche imprenditori e sindacati: mai come oggi va delineandosi una battaglia che non ha bandiera politica, fatto salvo per coloro che strumentalmente vorrebbero farci fare un salto indietro nella storia e nella qualità del nostro vivere. Così, mentre rispetto il pronunciamento del Consiglio di Stato invito tutti a sostenere questa nuova battaglia: il Veneto e anche l'Italia del domani nascono da qui, da un impegno di civiltà per il bene di tutti"
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