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Ciambetti: buio pesto e diagnosi sbagliate sui mali italiani che non si curano abolendo le Regioni

Di Citizen Writers Lunedi 24 Novembre 2014 alle 17:19 | 0 commenti

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Riceviamo da Roberto Ciambetti, assessore Regione Veneto

Da tempo, ormai, i profeti del neocentralismo attaccano sistematicamente le Regioni, indicandole come le grandi responsabili dello sfacelo italiano. Ci si spinge a chiederne l’abolizione adducendo i più diversi motivi, lasciando intendere come dopo questa operazione tutto rientrerà nella norma e l’Italia potrà riprendere a veleggiare verso le “magnifiche sorti e progressive”.

Come ciò possa accadere, in verità, nessuno lo spiega. Nessuno lo può spiegare perché le Regioni sono solo un capro espiatorio o, se preferite, una diagnosi sbagliata dei mali italiani. E a sbagliare le diagnosi le malattie s’aggravano.
Si dà la colpa alle Regioni di tutto, per non vedere quanto sta accadendo:  in questo Paese non si parla più di debito pubblico esploso e non più controllabile, di spread, non si parla della disoccupazione, non si parla dei giovani metà dei quali non hanno impiego, nulla si dice sulla situazione del 44% dei pensionati italiani, cioè 7 milioni di persone, che non percepiscono nemmeno mille Euro al mese e che, nel 13% dei casi, non superano neppure i 500 euro mensili. Si tace sulla povertà che cresce  e le  guerre tra poveri che attraversano borgate popolari e periferie non fanno notizia, mentre dilaga una criminalità, in buona parte importata, devastante. E’ tutta colpa delle Regioni?  
Aboliamo le Regioni, ma le contraddizioni non si risolveranno né i problemi evaporeranno, anzi.  Lo dimostrano i numeri. Secondo  Carlo Cottarelli, commissario alla spending review, che spiegò chiaramente che negli ultimi anni le Regioni avevano compresso la loro spesa del 16%, del 14% le province, dell’8% i Comuni e lo stato centrale solo del 10%. Inoltre lo stato, al netto dei titoli pubbliciche emette per coprire il fabbisogno della Pubblica amministrazione, ha un livello di indebitamento più che triplo rispetto a quello di Regioni, Province e Comuni messi assieme. Le Province sono indebitate per circa   5,4 miliardi,  pari al 1,6% del debito totale al netto dei titoli pubblici; a seguire Asl, Università, Comunità montane e Camere di Commercio, con un importo di 14,5 miliardi cioè il 4,3% del totale, quindi le Regioni con 23,4 miliardi, cioè il 6,9% del totale.  Più esposta la posizione dei Comuni con 38,2 miliardi pari all’11,3% del totale. Facciamo la somma: il decentramento ha un indebitamento complessivo  pari al 24.1 % davanti al debito del 75.9 % dello stato.  Chi deve rimettere a posto i conti?  veramente pensiamo che abolendo le Regioni si troveranno tesori e risorse culturali, etiche e morali per risistemare tutto il sistema?
Non è un caso se oggi, davanti lo scenario italiano, osservatori esteri di norma prudenti, come il Guardian si lanciano in profezie su un rovinoso ritorno italiano alla lira a cui fa eco  Jacques Sapirche da tempo vaticinia il default  degli anelli deboli dell’area Euro.
Il default italiano è innanzitutto etico e culturale e sta tutto in quelprocesso di rimozione per cui   si fugge dai problemi che non vogliamo affrontare. Si cercano capri espiatori: un giorno sono le Regioni, l’altro le Province, quindi i sindacati, i pensionati, i bamboccioni, chi si oppone alle riforme annuncioate ma mai realizzate…. Come già a accadde nel passato si punta all’uomo della Provvidenza, ma né il neoperonismo, né il neocentralismo che della svolta autoritaria è premessa, saranno sufficienti a salvare dallo sfacelo.
Così, riandando alla “Ginestra” in precedenza citata, con il Leopardi potremmo anche noi, amaramente, sottotitolare questa fase con la citazione giovannea “E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce”. Già. Siamo nel buio pesto. 

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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