Chiusura dei Centri Diurni ai disabili, Giulianati: si restituisca serenità agli ospiti
Domenica 25 Agosto 2013 alle 20:25 | 0 commenti
Mario Giulianati, Presidente Fondazione "Vicenza una Città Solidale" onlus - Ho seguito con attenzione il dibattito che è nato, almeno pubblicamente, con la decisione assunta dalla Conferenza dei Sindaci dell'ULSS 6 di Vicenza, una decisione che colpisce duramente un settore della disabilità delicatissimo e purtroppo disarmato rispetto alla evoluzione, in negativo, del rapporto tra società civile e Istituzioni.
Quando i disabili sono ospiti di una Comunità alloggio, di una Residenza, o in una Casa Famiglia ciò accade perché le loro famiglie non sono più nelle condizioni di sostenere il peso, assai notevole e faticosissimo, di una adeguata assistenza, oppure perché la famiglia si è, nel frattempo estinta. La decisione, resa nota al più vasto pubblico per merito dei mass media, che ringrazio, fa si che dal 1° settembre p.v., per un primo gruppo, e dal 1° gennaio 2014, per tutti gli altri, nel complesso circa un centinaio di persone, non sia più possibile usufruire dei servizi dei Centri Diurni esterni alle strutture di ospitalità , per carenza di mezzi finanziari non reperiti dalla sopra citata Conferenza dei Sindaci che hanno accolto la proposta dell'ULSS 6, proposta probabilmente obbligata da scelte regionali. Ma se una scelta fatta a monte non è una scelta adeguata e ancor meno una scelta di civiltà , considero grave che non vi sia stata una presa di posizione tale da tentare almeno di far riconsiderare l'impianto della proposta stessa con quel tanto di buon senso che ci si aspetta, spesso invano purtroppo, dagli amministratori pubblici.
Questa decisione rende vani decenni di attività diretta, da parte delle associazioni e istituzioni organizzate, per costruire un percorso di vita sostenibile alle persone con disabilità e agli anziani non autosufficienti. Purtroppo, e lo dico con grande tristezza e amarezza, l'impressione che ho ricavato da questa vicenda, così significantemente e lucidamente raccontata dal signor Vanni Poli, è che , pur comprendendo le difficoltà in cui si dibattono le Istituzioni pubbliche, e in primo luogo la Regione e i Comuni, sia venuta a mancare non il senso della priorità intesa come risposta alla generalità delle problematiche ma quella come obbligo morale, ed etico, di tutelare comunque le categorie più deboli e disarmate. Vi sono leggi regionali ( la L 22 sulla ridefinizione degli standard che risulta palesemente disattesa da questa decisione, vi è la L104 che pone degli interrogativi che dovranno trovare delle corrette risposte, fosse necessario per ottenerle anche chiedendo lumi alla Magistratura. Ed infine, non cosa di poco conto, tutt'altro, vi è anche il problema della tutela, venuta a mancare in questa circostanza, del lavoro di diecine di operatori, che rappresentano, oltre il problema individuale, anche una ricchezza di esperienza non facilmente recuperabile.
Mi sia consentito fare un appello alle Forze Politiche, alla Istituzioni Pubbliche, a quanti hanno a cuore i principi fondamentali della solidarietà umana e civile, affinché sia al più presto rimesso mano a questa decisione e fatto in modo che sia restituita la serenità agli ospiti delle nostre Comunità .
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