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Ma che fine ha fatto il M5S a Vicenza? Dopo il duro responso delle elezioni amministrative di fine maggio sembra che i grillini berici siano spariti nei reconditi delle «montagne nebbiose» come l'unico anello di tolkieniana memoria: silente di fatto la piattaforma Facebook, silente di fatto il gruppo d'incontro elettronico, alias MeetUp, silente di fatto il blog, silente il candidato sindaco Liliana Zaltron.

Le voci che arrivano dai lidi grillini sono contrastanti. C'è chi parla di regolamento di conti in vista dopo la performance «deprimente» di fine maggio. C'è chi vocifera di un riavvicinamento di Giordano Lain alla frondista Laura Treu in opposizione ad una nuova fronda che si starebbe creando. C'è chi parla di semplice voglia di prender fiato.

Il punto è bene un altro però. Da una decina di giorni l'elettroencefalogramma degli attivisti, almeno sul web, che dovrebbe essere il loro rifugio, è piatto. Ed è dalla fondazione del meetup berico, avvenuta nell'estate del 2005, che non si registra un silenzio, almeno di questo tipo. E mentre il sindaco democratico Achille Variati del Pd procede a passi spediti verso il consolidamento del suo perimetro politico in attesa di una ripartenza che egli stesso definisce fulminea, il M5S rimane alla finestra, con tanto di accadimenti di primo piano all'orizzonte: nuova giunta, nuova mappa dei dirigenti da disegnare tanto per cominciare. Con una Lega nord che annuncia una opposizione costruttiva in ossequio alla liason concettuale che lega il sindaco Variati e il capo veneto del Carroccio Flavio Tosi, il primo cittadino di Vicenza è sul punto di avere di fronte a sé un quinquennio a briglia sciolta con un consiglio ancora più «more uxorio» di quello dei cinque anni passati. Rimane però una questione nevralgica. Che cosa ne è di un movimento il cui leader tuonava «siete circondati» e che almeno apparentemente si è diradato come nebbia al sole?